PETACCIATO. La convinzione che uniti si può vincere il 12 giugno e che l'attuale maggioranza abbia sbagliato nell'intera "visione amministrativa". Parola di Matteo Fallica, consigliere comunale di minoranza eletto cinque anni fa in una lista civica di cui era il candidato a sindaco. Nell'intervista che segue un resoconto di quanto fatto dai banchi della minoranza, o non fatto dalla giunta Di Pardo a suo giudizio. Inoltre la conferma che si sta lavorando a una lista unica da contrapporgli, ma senza considerare un errore l'essersi presentati da soli la volta scorsa.
Consigliere Fallica, a pochissimi giorni dalla presentazione possiamo dire che sarete una sola lista a competere con la maggioranza uscente? Avete già deciso il vostro candidato sindaco?
"Sì, ormai siamo alla fine del mio mandato da consigliere di minoranza e mancano pochissimi giorni per la presentazione delle liste elettorali. Sono entrato in Consiglio comunale portando avanti il programma della lista Insieme si può di cui ero candidato sindaco. Rappresentavamo la lista di discontinuità , la 'terza alternativa'. Entrai solo io della mia lista, nonostante prendemmo il 20 per cento dei voti. E lì, per forza di cose, mi sono ritrovato a collaborare con gli altri della minoranza. Durante il cammino, la collaborazione si è intensificata fino a valutare ora una lista unitaria da parte dei gruppi di opposizione.
Non ho ambizioni personali. Mi interessa solo il bene della mia comunità . Per il momento conduco fino all’ultimo giorno con impegno e intransigenza il mio mandato da consigliere di minoranza rispetto a una giunta di cui abbiamo mostrato la totale inadeguatezza. Se il progetto unitario che si sta costruendo con una discussione ampia e nel rispetto di alcun elementi essenziali si rivelerà soddisfacente, sono pronto a dare una mano contribuendo al programma e alla selezione dei candidati, e poi parlando innanzitutto a quella parte di popolazione che cinque anni fa ha dato consenso e fiducia a un’iniziativa nuova che a molti sembrava improbabile, ma anche ai tanti concittadini che hanno apprezzato la mia attività di consigliere di minoranza.
Sul candidato sindaco si sta ragionando e siamo a buon punto, ma si dovrà trovare un accordo pure sui punti qualificanti del programma. Una cosa è certa: il candidato sindaco sarà sicuramente una persona credibile, onesta e stimata in paese. Come tutti i candidati consiglieri. La qualità delle persone è il requisito fondamentale".
In questi cinque anni siete stati uniti con l'altro gruppo di minoranza. Quanto è stato importante questo e quali risultati avete conseguito?
"Sì, come ho detto la collaborazione dei due gruppi di minoranza è stato un fatto naturale – le parole di Matteo Fallica -. Era necessario per svolgere un'azione coordinata di controllo e proposta, da vera opposizione. Già la minoranza non ha possibilità alcuna di incidere nelle scelte amministrative, se poi non riesce neppure ad essere scudo davanti a storture e atti di arroganza della maggioranza o se non ha neppure la forza di imporre un argomento in discussione, si rassegna a una funzione decorativa. Ma non era questo che ci hanno chiesto i nostri elettori. Attraverso la collaborazione tra i gruppi ho potuto portare in dibattito sia una visione di merito, con mozioni e proposte, che di metodo, con interrogazioni e consigli monotematici. In questi modi ho potuto chiarire la mia visione amministrativa.
Faccio un esempio, il primissimo atto fatto è stato la regolamentazione del referendum cittadino. Una proposta che rappresentava la stella polare del nostro programma. Il regolamento è passato, anche grazie all’altro gruppo di minoranza che ha sposato l’idea. L’idea di legalità , partecipazione e trasparenza ci ha uniti e da questi capisaldi abbiamo condotto una opposizione che ha puntualmente contestato e in alcuni casi sbarrato la strada a scelleratezze della giunta. Inoltre abbiano portato fuori dalle quattro mura del municipio un’informazione costante. Abbiamo tenuto continuamente informata la cittadinanza sugli errori e gli abusi di questa giunta. Questo è il lavoro di cui più vado fiero. Non si parla con i cittadini solo in campagna elettorale. Posso dirlo senza falsa modestia: abbiamo svolto un'azione da 'amministratori di opposizione' a cui il nostro paese, e forse non soltanto il nostro paese, non era più abituato. Non ci siamo fatti intimidire, non ci siamo fatti comprare. Perché siamo persone libere che amano la comunità a cui appartengono e sognano di farla rinascere".
E' stato un errore presentarsi separati cinque anni fa? Insomma, dopo una lunga traversata nel deserto in minoranza, sono giunti a più miti consigli gli spiriti talvolta bollenti del Movimento 5 stelle?
"Premessa: io sono un esponente del Movimento 5 stelle, sono consulente legale del gruppo consigliare in regione, sono stato eletto facilitatore del Molise (figura tipica del M5s che si occupa di comunicazione, organizzazione interna e altro n.d.r.), conduco battaglie con attivisti dei 5 stelle, ma in Consiglio comunale sono entrato prima di tutto questo, come fondatore di una lista civica e il programma lo scrissi insieme a tutta la squadra dei candidati. La scelta non fu sbagliata in quel contesto. Ha dimostrato che c’era una parte di cittadinanza che sentiva e voleva altro, esigeva di essere presa in considerazione. In politica non conta solo l'aritmetica. Le nostre priorità ideali fino ad allora non erano considerate. Ora sì, la comunità e l’altra minoranza le hanno accolte. Ora c'è la possibilità di una sintesi con un lavoro serio e collaborativo per far nascere qualcosa di più ampio".
Il più grande errore fatto dall'amministrazione di Roberto Di Pardo?
"È un'intera visione amministrativa che ha fallito. Al di là delle singole scelte amministrative, l’abbaglio che ha guidato questa giunta è che si possa amministrare un Comune come una azienda privata, senza informare la comunità , senza prendere scelte condivise con il Consiglio, senza interloquire con la minoranza che, voglio ricordare, nel nostro caso rappresenta la maggioranza dei cittadini. I consensi delle due minoranze rappresentano la maggioranza dei voti (quelli presi cinque anni fa n.d.r.). Se dovessi usare una sola parola per descrivere l'operato di questa giunta, direi: arroganza. Un'arroganza totale, supportata da un incomprensibile eccesso di autostima. Ne hanno combinate davvero di tutti i colori, e ne faremo l'elenco completo in campagna elettorale, talvolta costringendoci a informare le competenti autorità di garanzia".
E cosa avrebbe potuto fare Petacciato in questi cinque anni e non ha fatto?
"Questa giunta non ha fatto nulla per unire e far crescere il paese – attacca Fallica -. In cinque anni le forze dovevano essere convogliate per creare una cittadinanza più informata, più coinvolta nelle scelte, più libera di esprimere le proprie energie migliori. Petacciato ha le risorse umane e ambientali per essere una comunità vivace, moderna e prospera, con forte vocazione turistica, un paese guida in Molise. Ma dalla giunta in carica non è partito alcuno slancio di vera innovazione. Ecco perché è necessario mandare a casa questi signori, che hanno avuto la loro possibilità e l'hanno fallita, e proporre una visione amministrativa alternativa, basata su alcuni valori irrinunciabili: etica, cultura, trasparenza, partecipazione. Sono convinto che la maggioranza dei cittadini che cinque anni non ha votato per il sindaco Di Pardo, a maggior ragione non lo farà alle prossime elezioni. E anche molti di quelli che si sono fidati, dopo averlo visto all'opera, ci penseranno dieci volte in più prima di ripetere l'errore, soprattutto di fronte a un'alternativa valida".