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Il caso della Polizia mortuaria: quando l'amministrazione cadde sull'ultimo "viaggio"

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MONTENERO DI BISACCIA. Fu anche il casus belli per un crac amministrativo, oggi è semplicemente un regolamento che indica la "stazione" dalla quale partire per l'ultimo viaggio. Verso l'aldilà o il nulla, a seconda che si sia credenti o meno. A dispetto del nome il regolamento di Polizia mortuaria non ha niente di poliziesco, ma semplicemente stabilisce come occuparsi, appunto, di chi è defunto. Pertanto gestione del cimitero, trasporto delle salme e, attenzione, cremazione delle stesse. Un fatto quest'ultimo, che non manca di far storcere il naso ai liberal secondo i quali lo Stato, e quindi il Comune, ficcano già troppo il naso negli affari privati. "From cradle to grave", per dirla alla anglosassone, dalla culla alla tomba.
Tornando al regolamento di Polizia mortuaria, in quel di Montenero l'argomento fu nell'ottobre 1999 al centro di una disputa in Consiglio comunale accesa e foriera di conseguenze. Si trattava dell'ultimo ordine del giorno e l'allora sindaco Sandro Panicciari volle portarlo in discussione nonostante vari avvertimenti da una cospicua parte della sua stessa maggioranza. Tradotto in termini comprensibili, l'amministrazione era ai ferri corti da qualche mese e si cercava una scusa, un casus belli, per arrivare a una resa dei conti. La quale vi fu e finì nel peggiore dei modi: l'amministrazione cadde con un anno di anticipo sulla scadenza naturale. E lo fece in modo inaspettato, dopo una vittoria netta alle elezioni e quando il centrosinistra, al potere da diversi anni, sembrava aver trovato un equilibrio inscalfibile. Sembrava, appunto, ma in ogni modo si riprese presto, rivinse le elezioni e durò ancora per parecchio.
In quel Consiglio dell'ottobre '99 successe di tutto, la maggioranza apparve spaccata e infine l'incolpevole regolamento di Polizia mortuaria fu rinviato a chissà quando. E persino nella votazione del rinvio ci fu chi approfittò, calcoli alla mano, per ostentare una certa autonomia e votare insieme al sempre più isolato sindaco, nonostante fino a poco prima gli andasse contro. L'errore di Panicciari fu di cedere alle sirene di Antonio Di Pietro, all'epoca appena entrato in politica, e mettersi contro Nicola D'Ascanio, che era già consigliere regionale oltre che comunale. Ironia della storia, una decina di anni dopo i due acerrimi rivali di fine millennio (Di Pietro e D'Ascanio) si sarebbero ritrovati alleati, anche stavolta con una crisi amministrativa che solo per un pelo non sarebbe sfociata nel crac con voto anticipato.
La copertina del regolamento comunale
E che ne fu del regolamento di Polizia mortuaria? Passata la burrasca arrivò il momento di approvarlo e sul documento oggi si legge che è avvenuto nell'aprile 2004. Circa dieci anni dopo è stato modificato, probabilmente per integrarlo con l'articolo 26 bis, concernente la dispersione delle ceneri dopo la cremazione della salma. Già, si diceva occhio vigile e controllore di Stato e Comune dalla culla alla tomba, anche quando si decide di non averne una e farsi più o meno audacemente trasportare dal vento, una volta ridotti in polvere. E allora, come prevede una legge nazionale, anche il Comune di Montenero ha dovuto individuare un'area per la dispersione, qualora qualcuno osi sfidare certa ostilità un po' bacchettona che ancora si dice contraria a tale pratica. La zona è contrada Laghetto, intorno alla grotta della Madonna, dietro il cimitero in sostanza. Dalla culla alla cenere, per il momento il letto – inteso non come posto dove dormire – non è incluso.

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