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La Contucci rivincerebbe. La minoranza pronta a una traversata nel deserto?

Analisi dello stato di salute di maggioranza e opposizione un anno dopo le elezioni comunali

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MONTENERO DI BISACCIA. Oggi prenderebbe gli stessi voti di un anno fa? In termini più chiari, si rivotasse oggi Simona Contucci con quanto scarto staccherebbe gli avversari?
Domande che nascono a un anno dalle indiscrezioni che proprio alla vigilia di Ferragosto 2020 prendevano corpo e si trasformavano in nomi sulle liste. Due su tutti, cioè i candidati a sindaco: la citata Contucci, attuale inquilino del Palazzo di città, e Fabio De Risio. Il resto è la storia di un'elezione atipica di fine estate, causa emergenza Covid, anche con qualche veleno e tifo da stadio di troppo.
Ma dopo un anno qual è il bilancio e, tornando alla domanda di apertura, a Montenero non c'è nessuna possibilità di battere l'attuale maggioranza? E' già scontato persino il voto del 2025, come provocatoriamente qualcuno già all'indomani delle elezioni scrisse?
Si vedrà, ma a distanza di un anno si può già tirare un primo bilancio, il quale non vede bene la minoranza. Le voci di una divisione dei suoi quattro membri in due correnti non hanno finora trovato conferma, anzi in Consiglio De Risio ha anche smentito più o meno direttamente. Eppure, si dice in zona, se tuona qualche goccia da qualche parte cade. Fin qui i problemi interni, mentre se si passa ad analizzare il consenso che ha l'opposizione si può solo constatare che rispetto a un anno fa non ne ha guadagnato, forse perso. Sarà il salto sul carro del vincitore, sarà qualche errore da loro commesso oppure un'azione che, vedi le divisioni di cui sopra, non appare coesa come si vorrebbe, se oggi si rivotasse è ragionevole supporre che Simona Contucci riprenderebbe tranquillamente quel 57 per cento che un anno fa la vide trionfare nettamente.
Ma sull'altro lato, per la maggioranza e per la sua condottiera, va tutto bene, è ancora luna di miele elettorale, nessun intoppo, nessun contrasto? Dipende... Dal punto di vista della coesione parrebbero non esserci problemi, la funzione di guida della Contucci non è mai stata messa in discussione. Primo punto di vantaggio sui concorrenti (anche interni qualora ne abbia). Davanti a tutti, lancia in resta, o meglio telefono in mano, è lei il generale. Se dall'altra parte a distanza di un anno sembrano doversi rimescolare le carte, nella maggioranza è ed è sempre stato chiaro chi le dà le carte. Lei.
Tutto oro ciò che riluce? Non proprio, perché qualche lato debole inevitabilmente emerge. E così con il progetto South Beach, che oggi pare lasciato scivolare nel dimenticatoio non senza imbarazzo negli ambienti amministrativi, si è visto un nervo scoperto. Maggioranza e sindaco chiaramente favorevoli all'inizio, hanno dovuto ingoiare l'amaro calice di un'opposizione diffusa (soprattutto fuori Montenero), oltre che prendere atto di ciò che per alcuni era evidente dall'inizio: un progetto così colossale era impossibile da realizzare. Anzi impensabile. I primi riscontri sembrano confermarlo.
A parte ciò Simona Contucci continua apparentemente senza cali di consenso da un anno, forte di un carisma innato che non si vedeva in quel di Montenero da anni. Carisma che, però, può tradursi anche in permalosità eccessiva per lesa "sindacalità". Un esempio su tutti il post sui social quasi rabbioso dopo essere stata contestata da alcuni genitori per la proroga della chiusura delle scuole, causa Covid, prima di Pasqua.
In conclusione, preso atto che oggi rivincerebbe con almeno quattordici punti di scarto, è ragionevole ipotizzare che nel 2025 dovrà preoccuparsi per la riconferma? Posto che può sempre succedere di tutto, come a fine anni Duemila, la riconferma parrebbe scontata. Anche perché per un rovesciamento occorrerebbe una minoranza capace di una "traversata nel deserto", come disse Berlusconi, lunga cinque anni. Lo è l'attuale? Ed è ragionevole pensare di arrivare alle prossime elezioni come la volta scorsa, componendo uno schieramento solo un mese prima? Finora chi ha affrontato la "traversata" con successo, qui e nei paesi vicini, è arrivato alle elezioni con un gruppo compatto e affiatato, con una base di sostenitori solida e non abborracciata all'ultimo momento. In sintesi: avevano fatto opposizione, ma erano pronti se capitava l'occasione di una spaccatura o debolezza di chi era al potere (Montenero nel 1985 e nel 2010, Mafalda nel 1999 e nel 2019 ecc.).
L'attuale minoranza, al netto delle voci su sue divisioni, ha le scorte di acqua e la scorza dura necessarie per la "traversata nel deserto"? Se così non fosse non sarebbe un buon segnale di salute per la democrazia locale. Indipendentemente da dove si intende votare.

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