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La calda estate del '98 e le prime tentazioni dipietriste per la maggioranza

Antonio Di Pietro alla festa di Alleanza nazionale immortalato in alcuni scatti dell'epoca: l'occasione per ripercorrere quel periodo e la fine inaspettata di un'amministrazione comunale

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MONTENERO DI BISACCIA. Fu una delle estati più calde di quel fine secolo, ma il clima politico locale era più calmo di oggi, sebbene vivace e tutt'altro che sopito. L'occasione per ripercorrere un pezzo di storia locale, e ricollegarlo e confrontarlo col presente, arriva con tre foto pubblicate da Antonio Assogna sulla sua pagina Facebook. Si tratta di tre scansioni fatte sui negativi dell'archivio di Carlo Caserio, noto fotografo montenerese.
Era il luglio 1998 e a Montenero si tenne la festa provinciale del Secolo d'Italia, la festa di Alleanza nazionale, partito di destra, derivato del Movimento sociale italiano. L'aspetto che si nota subito, quasi stridente, è infatti Antonio Di Pietro al microfono sul palchetto del teatrino parrocchiale di san Matteo, accanto a manifesti ed esponenti di An.
L'ex pm di Mani pulite era da due anni entrato in politica, era già stato per alcuni mesi ministro alle Infrastrutture col primo Governo di Romano Prodi, era senatore nel seggio rosso del Mugello che gli aveva concesso Massimo D'Alema, aveva fondato da alcuni mesi il suo partito, l'Italia dei valori.
Pertanto stava parlando sul palco degli avversari. Ciò che non doveva apparire così scandaloso all'epoca, perché in prima fila, tra il pubblico, sedeva anche l'allora sindaco diessino di Montenero Sandro Panicciari. E, accanto a lui, il capogruppo di minoranza Nicolino Di Bello.
Sarebbe come vedere oggi seduti uno accanto all'altra Fabio De Risio e Simona Contucci. Teoricamente possibile, in pratica difficile. 
Quel 26 luglio 1998 capitò di domenica, il giorno dopo Marco Pantani in uno scenario infernale avrebbe siglato una delle più belle pagine del ciclismo sui tornanti del Galibier, in terra di Francia, nel Tour che poi avrebbe vinto. E anche a Montenero c'era un traguardo ambizioso: arrivare ad approvare la variante generale al Piano regolatore. Attesa da una quindicina di anni, stava per arrivare. Ironia della sorte chi stava per tirare la volata finale al progetto non ne avrebbe goduto dei frutti, poiché il sindaco Panicciari l'anno dopo cadrà. Così come non taglierà il nastro al nuovo stadio, praticamente costruito mentre lui era al comando sebbene avviato anni prima nell'iter. Non inaugurerà il parcheggio coperto e nuovo campetto Belvedere, opera interamente fatta sotto la sua reggenza. Per ironia della sorte, ma non solo quella, chi era a capo di una delle amministrazioni più produttive e fortunate degli ultimi anni (per meriti propri e per il lavoro avviato dai predecessori), non ne godette dei frutti.
Un anno dopo sarebbe infatti iniziata la crisi amministrativa che nessuno si aspettava. E qui tornano utili le foto proposte, perché Antonio Di Pietro avrebbe avuto un ruolo di primo piano. Vedendo Sandro Panicciari seduto in prima fila, la mano sul mento, gambe accavallate, e sapendo cosa sarebbe avvenuto di lì a un anno, è inevitabile chiedersi se ci pensasse già. Se, in altre parole, fu allora che gli venne in mente di entrare nella corte di Antonio Di Pietro e nel suo da poco costituito partito politico.
Perché sarà proprio a causa del passaggio di Sandro Panicciari nell'Italia dei valori che l'anno dopo l'amministrazione entrerà in crisi e infine cadrà con in anticipo. Il resto del centrosinistra non gli perdonerà l'ambizione di voler provare la scalata regionale con i dipietristi, lui nato con la tessera del Partito comunista italiano forse già nella culla. Sicuramente uno che della scuola di partito aveva preso tutte le nozioni che contano e che, sia consentito, avevano dato dei risultati fino a quel punto. Mal gliene incoglierà nel mettersi contro Nicola D'Ascanio, allora consigliere regionale e incontrastato leader a Montenero. Anche se quel centrosinistra allora imbattibile lascerà fare tutto allo stesso Panicciari, che si dimetterà un anno e qualche mese dopo quella foto. Vedendo la quale, oggi, è inevitabile chiedersi se fu allora che cominciò a sentire il richiamo della sirena dipietrista, che farà altre "vittime" nell'agone politico locale dopo di allora.
Nelle foto: in alto Antonio Di Pietro mentre interviene, in basso fra il pubblico, in prima fila, l'allora sindaco Sandro Panicciari

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