Non è facile creare un saggio, o meglio una tesi di dottorato, che sia leggibile anche per i non addetti ai lavori, Lorenzo Di Stefano ci riesce con il suo "Il Pci in Sardegna, il Pcf in Corsica e l'identità insulare" (Unicopli, 2023). Il libro, ricavato dalla tesi discussa all'Università di Corsica, è stato presentato ai compaesani la settimana scorsa. Lorenzo Di Stefano è infatti originario di Montenero di Bisaccia, dove ha cominciato la sua militanza politica a sinistra e a scrivere per media locali e blog. Un fattore, quest'ultimo, che a giudizio di chi prova a recensire il suo libro è stato determinante.
Perché, come accennato anche dal suo collega e amico Luigi D'Ettorre, il testo si capisce alla prima lettura. Cosa affatto scontata con un saggio ricavato da una tesi universitaria, dove in ogni pagina ci sono note, citazioni, richiami. Ce ne sono anche nel libro di Di Stefano, inevitabilmente, eppure la lettura scorre e diventa (abbastanza) comprensibile persino a chi è a digiuno di politica e storia della stessa.
Come si evince dal titolo, lo studio diventato un tomo di 232 pagine ripercorre la storia di due partiti comunisti, sardo e corso, separati da soli dodici chilometri di mare ma in realtà da molto di più in termini di evoluzione storico-politica. Il periodo ripercorso va dal 1921, anno di fondazione del Partito comunista italiano, al 1991, quando quell'era finì, almeno per il Pci. Storie differenti perché in fondo differenti sono le due isole e non solo perché appartenenti a due nazioni diverse, cioè l'Italia e la Francia. Da un lato lo sviluppo industriale, dall'altro no; da una parte una spinta autonomista molto radicata dall'altra meno. Di Stefano divide settant'anni di storia in tre parti fondamentali: 1921-1943, 1944-1962 e 1963-1991, separando nettamente pur narrando in contemporanea le vicissitudini dei due partiti comunisti nei tre differenti contesti temporali.
A parte la storia strettamente politica, il libro è anche occasione per conoscere meglio due realtà isolane e i problemi che si portano dietro da molti decenni. Un esempio su tutti può essere l'estrazione mineraria in Sardegna, che già era ritenuta poco conveniente e da lasciar perdere negli anni Trenta. Un problema economico e occupazionale che ancora oggi persiste in loco.
Nell'analisi degli aspetti socio-economici delle due realtà , la formazione di sinistra dell'autore emerge inevitabilmente. E in fondo ci si sarebbe meravigliati del contrario. Frequenti pertanto i richiami allo sfruttamento dei lavoratori, al capitale che dal Continente, anzi dai Continenti essendo due nazioni, vuole solo ricavare il più possibile da risorse e lavoratori nelle due isole.
Nel corso del testo, tuttavia, si segue la diversa evoluzione dei due partiti, che in definitiva è lo specchio della diversa storia delle due isole: poco autonomista la Corsica, più integrata col resto d'Italia la Sardegna. Quest'ultima, sembra di capire, meno abbandonata a se stessa, soprattutto negli anni dell'assistenzialismo di Stato.
Diverso, inoltre, il contributo dato dalle due isole alle rispettive nazioni in termini di politici di livello. Laddove la Sardegna vanta calibri come Antonio Gramsci ed Enrico Berlinguer, per restare in ambito comunista ma ne ha avuti anche democristiani, in Corsica non s'è staata altrettanta fortuna. Un libro, infine, che è occasione di conoscere una storia lontana dal punto di vista geografico, sconosciuta alla pressoché totalità dei monteneresi compaesani dell'autore, ma anche di ripercorrere cosa sono stati i partiti di massa, nello specifico di sinistra, nelle piccole realtà .
Un lavoro che si legge abbastanza facilmente, come detto, perché con ogni probabilità è stato l'autore a concepirlo così, evidentemente memore della pur breve esperienza giornalistica avuta da giovanissimo a Montenero di Bisaccia. Essendo un lavoro accademico i piè di pagina sono caratterizzati dalle inevitabili note, ma si può leggerlo a mo di saggio divulgativo, saltandole. Non è semplice coniugare il rigore scientifico richiesto a una tesi di dottorato con la facilità di fruizione di un testo, Di Stefano ci riesce.