Partecipa a Montenero Notizie

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Furia: la prima circolare di Montenero

Arrivò nel 1982, aveva già molti anni ma servì degnamente il paese a lungo. Ecco la sua storia

Condividi su:

MONTENERO DI BISACCIA. Non fece in tempo a fare la sua prima corsa che i giovani la soprannominarono Furia, com'era in uso allora chiamare i mezzi un po' attempati e acciaccati dagli anni. Così anche la prima circolare di Montenero ebbe l'appellativo mutuato da un celebre telefilm americano, con protagonista uno stallone morello di rara bellezza. Insomma il Furia cavallo del west che cantava Mal e che in quei primissimi anni Ottanta divenne il nome affettuoso e un po' beffardo per accogliere il primo mezzo destinato al trasporto urbano.
La votazione per istituire il servizio fu unanime e avvenne nel dicembre 1980. Sindaco era il democristiano Armando Benedetto. 

Il percorso fu studiato sempre dall'amministrazione comunale e portato in Consiglio per l'approvazione nel maggio 1982. La prima circolare arrivò pertanto mentre i monteneresi, come tutti gli italiani, tifavano per gli azzurri impegnati nel vittorioso Mondiale in Spagna. Si trattava di un vecchio Fiat 416 color giallo/arancio e targato Siena. Chissà che prima dei monteneresi non abbia trasportato gli spettatori fino alla piazza dove si disputa il famoso palio. Di nuovo i cavalli... Il Fiat 416 è stato costruito dal 1964 al 1973, pertanto quello approdato a Montenero a quell'epoca poteva avere tra i dieci e i quasi venti anni. E' ragionevole propendere per l'ultima ipotesi.

Note di colore a parte, la prima circolare fu un'innovazione importante in paese. Era un bus vissuto, dai sedili di fòrmica ai vetri opacizzati dal tempo, attraverso i quali chissà quanti senesi avevano osservato la città scorrere mentre tornavano a casa o si recavano al lavoro. Ma i sedili erano pochi, com'è normale in quel tipo di mezzo, e la gran parte dei passeggeri viaggiava in piedi, reggendosi alle sbarre d'acciaio che davano come un tocco sportivo a Furia: erano sempre i giovani a vederci i rollbar delle auto da rally. Quelle sbarre tremavano vistosamente quando il motore era a minimo, in sostanza quando l'autista Nicola Di Gregorio fermava la macchina per fare entrare i passeggeri e consegnare loro il biglietto, che costava trecento lire. Inutile dire che per farsi sentire occorreva alzare parecchio la voce, visto il rumore che proveniva dai quasi 4700 centimetri cubici del motore posto sotto il pavimento, proprio a metà autobus.
Nei primi tempi le corse erano spesso a vuoto, ma presto sarebbero cambiate le cose. La zona Bivio si stava urbanizzando, la chiesa di san Paolo sarebbe arrivata tre anni dopo, il poliambulatorio era appena stato attivato e lo stesso dicasi per la casa di riposo; anche l'Istituto tecnico commerciale era stato trasferito al Bivio. Tutti posti dove per arrivare occorreva un mezzo e Furia, molto semplicemente, c'era e funzionava, anche se vecchiotta.
La prima circolare dopo qualche anno fu affiancata da mezzi nuovi, ma continuò a viaggiare per molto tempo ancora, robusta e tutto sommato affidabile, senza temere più di tanto il confronto con le "sorelle" più giovani. Infine fu dismessa e un po' di nostalgia fu inevitabile. Quanti diplomi di ragioniere aveva fatto prendere anche lei, quante analisi ritirate senza dover scomodare qualcuno per farsi accompagnare, quanta gente aveva percorso la tratta per recarsi al lavoro in centro o periferia. Questa in breve, la storia di Furia.
Nelle foto: in alto Armando Benedetto, la prima circolare lungo la Sp 153 nei pressi del palazzetto dello sport, sempre Furia sul piazzale della casa di riposo “Villa Santa Maria” (foto di Gorizio Pezzotta, dall'archivio fotografico di Antonio Assogna)

Condividi su:

Seguici su Facebook