MONTENERO DI BISACCIA. Se non ci fosse stato quel disastroso incendio oggi anche Montenero sarebbe tra i centri molisani produttori di pasta ed esportatori della stessa nel mondo? Se quel maestoso pastificio-mulino-lanificio-oleificio non fosse stato distrutto in quella notte autunnale del 1921 come sarebbe stato il paese nei decenni successivi?
La storia non si fa con i se, si dice sempre così, ma altrettanto spesso è un esercizio piacevole e, si spera, utile provare a fare ipotesi. L'occasione arriva da una vecchia foto pubblicata da Antonio Assogna sulla propria pagina Facebook. Si tratta di una panoramica di Montenero ripresa dal lato sud-est e, proprio sotto l'abitato, si vede il grande stabilimento dei Luciani. Fu realizzato dal commendatore Nicola (1849-1919), rampollo dell'allora facoltosa famiglia, che tra le altre cose fu anche sindaco nei periodi 1894-1903 e 1907-1909. Secondo lo storico suo conterraneo Emilio Paterno, inoltre, "rifiutò le candidature a consigliere provinciale, a deputato al Parlamento per non far dispiacere ad amici veri ed affezionati" (Ricordi storici molisani, 1928). E fu lui, Nicola Luciani, a portare l'energia elettrica a Montenero di Bisaccia, producendola nello stabilimento in questione; è sempre di Paterno la testimonianza: "Mosso infine a carità del loco natio, illuminato la notte da fiochi fanali a petrolio, volle dargli la luce elettrica". Da sindaco, infine, porta la sua firma la parte superiore della Villa comunale.
Nella foto Nicola Luciani
Tornando allo stabilimento ripreso nella foto, fu ampliato nel corso degli anni, così da affiancare all'iniziale mulino a vapore anche pastificio, lanificio, oleificio. Un qualcosa che solo molti decenni dopo, nel solo campo tessile, si sarebbe rivisto a Montenero per dimensioni e rilievo occupazionale. Ma il destino incombeva e così ne raccontava nel 1969 Paterno nel suo Storia di Montenero di Bisaccia dalle origini ai nostri giorni: "Nella notte piovosa (del 15 novembre 1921 n.d.r.), alle ore 23,15 vi si sviluppava uno spaventoso incendio. Il vasto edificio era interamente investito. Le campane suonavano a distesa. Per le strade era un accorrere di gente sul luogo del disastro. Le persone accorse salvarono tutto ciò che potettero, mentre altri si adoperavano a spegnere il fuoco. Del grandioso stabilimento – concludeva Paterno - la mattina rimaneva un mucchio di rovine! I danni si calcolarono a circa lire 1.520.000 di quei giorni".
Illustrazione dello stabilimento dei Luciani (E. Paterno)
Finiva così la pionieristica avventura industriale di Montenero, annientata in una sola notte. Nicola Luciani, morto solo due anni prima, non vide finire in fumo il suo sogno. E resta la domanda: senza quell'incendio oggi anche il centro bassomolisano sarebbe uno dei conosciuti e apprezzati produttori molisani di pasta? Non si saprà mai, ma la foto diventa occasione per ripercorrere ciò che c'è stato prima e, sia consentito, ricordare gli uomini che ci sono stati. Un articolo su Nicola Luciani, a dire il vero provocatorio, nel 2008 provocò qualche mal di pancia nel centrosinistra, all'epoca saldamente al potere in Comune e non solo. La storia si ripete, appunto, anche nel rapporto comunicazione-potere, magari a parti invertite, ma si ripete. E meno male.