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Fiorettino: il sindaco delle opere e della Marina

Una storia che va oltre la pervicace leggenda della Siv a Montenero

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MONTENERO DI BISACCIA. Fu (ri)eletto in autunno, caso raro, e avviò opere tuttora funzionanti come le scuole Medie o lo sviluppo costiero. Ma anche altro, eppure ancora oggi gli sopravvive una leggenda: non avrebbe saputo far approdare la Siv nel comune che guidava. Leggenda montenerese che ha già superato qualche generazione, figurarsi se si spaventerà di questo articolo, ma sempre falsa rimane. Parliamo di Fioravante Di Bello, chiamato Fiorettino, sindaco dal 1960 al 1964, gli anni del miracolo italiano che cominciava a fare la sua comparsa anche in quel di Montenero. L'occasione per ricordare un pezzo di storia cittadina viene ancora una volta da una foto pubblicata sulla propria pagina Facebook da Antonio Assogna. L'insegnante di scuole Elementari Di Bello è ripreso con la sua classe di trentaquattro alunni.
Tornando alla sua esperienza da sindaco, fu eletto nel maggio 1960, quando il predecessore Emilio Gabriele si dimise (non c'era l'elezione diretta all'epoca) e fu riconfermato dopo le amministrative di qualche mese dopo. Si votò infatti a novembre, fatto insolito, perché la riforma della legge elettorale per le provinciali andò per le lunghe più del previsto.
Fioravante Di Bello ottenne la fiducia di quindici dei venti nuovi consiglieri comunali, aveva trentanove anni. Durante il suo mandato furono avviate o concepite opere come l'edificio per le Medie, il mercato coperto, l'elettrificazione e l'acquedotto nelle campagne, l'istituzione di una scuola Professionale. Negli anni Sessanta si cominciava anche a pensare a uno sviluppo turistico della costa montenerese. Era il 1962 quando si affidò l'incarico a un professionista per redigere il Piano di fabbricazione alla Marina (che si chiamava ancora, semplicemente, contrada Padula). E fu sempre di quell'anno la prima autorizzazione per un albergo in loco. Fiorettino Di Bello istituì anche la biblioteca comunale.
Furono in sintesi anni tranquilli in quel del municipio, a differenza per esempio della legislatura precedente, e che proiettavano verso il futuro Montenero, quantunque i fenomeni migratori fossero ancora pronunciati. Le opere ideate, avviate o solo concepite in quel periodo sono ancora tutte funzionanti.
E la leggenda della Siv? Su Monteneronotizie ce ne siamo già occupati in uno degli approfondimenti per il progetto South Beach e pertanto si rimanda il lettore all'articolo in questione, non senza evidenziare, ancora una volta, che la Società italiana vetro, oggi Pilkington, a Montenero non ha mai rischiato di approdare. Sin dall'inizio l'area individuata fu la confinante piana di San Salvo, è tutto ripercorso nell'articolo indicato.
Una leggenda bella e buona, falsa quanto resistente, ma che da decenni vede nel sindaco di allora, Fioravante Di Bello appunto, un facile bersaglio, se non altro perché alla guida del paese c'era lui. Eppure Fiorettino non ebbe voce in capitolo, in nessun momento, in una disputa che vide contrapposti agguerriti cupellesi (poiché a Cupello era stato trovato il metano) e un certo Enrico Mattei, non uno qualunque.
Ma se Di Bello ha approvato tutte quelle opere, e dimostrato di saper guardare avanti, si può davvero pensare che si sarebbe lasciato sfuggire un'opportunità del genere?

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