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Rino live e "Bricì" fanno il cielo più blu a Montenero

Concerto della tribute band dedicata a Rino Gaetano per la festa di san Matteo, il cantante è il montenerese Marco Colagioia (Bricì)

La Redazione
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MONTENERO DI BISACCIA. Se i componenti della Rino live cercavano qualcuno che non solo sapesse interpretare Rino Gaetano, ma anche un efficace front man, lo hanno trovato in Marco Colagioia, in arte Bricì. Il quale ieri ha giocato in casa, come ha sottolineato durante il concerto in occasione della festa patronale di san Matteo. A esibirsi è stata infatti la cover band che propone i brani del "cantautore più geniale e ribelle che abbiamo mai avuto in Italia". Così Marco Colagioia, che quelle canzoni le interpreta per il gruppo in cui da un po' è entrato a far parte e col quale ha girato nel corso dell'estate mezza Italia. Fino a ieri sera, nel suo paese di origine.
Uno che cantautore lo è a sua volta, poiché originale compositore e interprete di canzoni in dialetto montenerese. Ma ieri, come detto, la serata era tutta dedicata a Rino Gaetano, scomparso dopo un incidente stradale nel 1981 all'età di trentuno anni. Ma come succede agli artisti di razza, gli sopravvive la produzione musicale. 
Sono stati proposti i suoi successi, da quelli riconoscibili dalla prima nota a quelli che occorre ascoltarli un po'. A mano a mano, Il cielo è sempre più blu, la sempre attuale Nuntereggae più, e ovviamente Gianna, Berta filava ecc.
Sul palco in dieci, compreso un trio dedicato ai fiati, oltre che due chitarre, basso, tastiere batteria e percussioni. A dimostrazione che la musica, quella che coinvolge, con groove come si suol dire, ma che fa anche riflettere sui testi come nel caso di Gaetano, si fa ancora con strumenti veri e musicisti che sappiano esserne custodi e interpreti.
Qualche momento di commozione quando Marco Colagioia ha accennato a colui che gli ha trasmesso la passione per la musica: suo padre Alceo, scomparso l'anno scorso, benvoluto a Montenero, a cui ha dedicato Mio fratello è figlio unico. Perché la sua è una famiglia dove l'arte è letteralmente di casa. 
Se gli altri nove padroneggiano con sicurezza gli strumenti, Colagioia è il front man che funziona. Indossa il cappello come l'originale, la maglietta a righe orizzontali sotto la giacca scura, non sta fermo sul palco ma sa tornare al microfono in tempo per riprendere a cantare, agita i pugni perché i testi avranno pure mezzo secolo ma sembrano scritti oggi. 
In breve, i Rino live conquistano Montenero e con la festa di san Matteo come consuetudine si chiude la stagione. Per la quale il comitato feste, di recente arricchito nell'organico con l'arrivo di diversi giovani, non nasconde la soddisfazione. Comprensibilmente.

 


 

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