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La Brancale riempie la piazza di Montenero, resta il mistero di quanto costi ai cittadini

Notte fucsia fra luci, ombre, cachet stellari e alberi devastati per fare spazio al palco: l'amministrazione comunale ha giocato tutte le sue carte (a spese dei contribuenti) sull'ultima estate di mandato

La Redazione
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MONTENERO DI BISACCIA. Se parecchio pubblico era l'obiettivo può dirsi centrato, anche se dopo dodici anni una domanda su quanto sia rispettato lo spirito originario della Notte fucsia nasce da sé. Bagno di folla delle grandi occasioni, come nelle migliori feste patronali e forse qualcosa in più ieri sera in piazza della Libertà per il concerto di Serena Brancale. La cantante pugliese si è esibita in occasione della Notte fucsia, l'appuntamento più importante e costoso del cartellone estivo. Organizzato dall'amministrazione comunale e per questo con più marce di vantaggio rispetto agli altri eventi privati, come dotazione finanziaria (quest'anno da record, ma la cifra resta ancora un mistero) e come possibilità extra, per esempio annientare alberi e aiuole (è successo), come non sarebbe mai possibile a un privato. Forse nemmeno su terreni propri.
Bagno di folla sì, ma lontano da certe cifre ipotizzate e temute: oltre cinquemila persone si era arrivato a vociferare. Si era molto al di sotto e per fortuna, perché la piazza di Montenero non riesce a contenere folle che si vedono solo nel centro delle metropoli.
Il concerto della Brancale inizia passate le dieci di sera e dopo essere stata introdotta da due cantanti di supporto. Segue un'ora e poco più di cover e canzoni proprie. Lo stile è originale, il suono parecchio migliorabile (i soliti medi a impastare tutto, gli acuti questi sconosciuti, bassi innaturali stile subwoofer delle auto tuning). Il palco enorme che ha fatto tagliare alberi e aiuole non serve per accogliere tanti musicisti, che infatti sono pochi e si sente. Serve per le ballerine, che si muovono parecchio e si vede. Pino Daniele, De Piscopo, persino un brano dei Pooh, si succedono le cover rimaneggiate e jazzate alla Brancale. Naturale la sua voce, artificiale tutto il resto, il trionfo dei suoni elettronici, manca il groove che solo un batterista vero può dare, non un pad suonato freneticamente. Però le doti vocali sono lì, la presenza scenica pure. Chiude con la sua hit "Anema e core", il pubblico applaude e tira fuori i cellulari per riprendere.
A quel punto inizia la Notte fucsia, anche se da qualche anno l'amministrazione comunale si risparmia l'imprudenza di invitare espressamente i cittadini a fare movida. La fanno comunque i giovani, fino a mattina. In piazza la solita distesa di bicchieri di plastica, ma a dire il vero il morning after è più ordinato che in altre occasioni. Quel che resta di un paese bloccato per due giorni.
Ma quanto è costata Serena Brancale? È il grande enigma che rimane. Sull'albo pretorio del Comune non è ancora uscita nessuna determina e gli stessi amministratori pare abbiano risposto quasi infastiditi alla domanda. O meglio, non hanno risposto, perché ancora non si sa. Chi dice 37mila, chi 50mila, quel che è certo è che costa parecchio, come mai è accaduto all'amministrazione comunale. Molto di più di quanto spende il Comitato feste, che però gira a chiedere i soldi e gli puoi dire di no. Il Comune i soldi li prende senza ordine dalle tasche dei cittadini, d'arbitrio. Il pubblico è poi più o meno quello di maggio con gli Zero assoluto alla festa della Madonna di Bisaccia. Onta lavata, ma spendendo oltre il doppio, la conferma si avrà quando usciranno le determine.

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