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PARCHEGGI A PAGAMENTO: FINE DEL TABU?

Soste blu a Montenero: dal traffico degli anni 90 al deserto odierno, passando per gli olezzi del multipiano

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MONTENERO DI BISACCIA. In principio fu l’esigenza di facilitare la sosta a chi si trovava di passaggio, poi accadde che non c’era più nessuno ma si seguitava a verniciare di blu l’asfalto. Il dubbio permanente è che con trenta centesimi l’ora nessuno abbia mai guadagnato, anzi nemmeno ripagato lo stipendio dei ragazzi che loro malgrado hanno calamitato le ire di automobilisti multati. Nel frattempo il parcheggio a due piani diventava anch’esso a pagamento e, quando dopo la seconda volta non si volle (ri) ammettere l’insuccesso, anche un orinatoio se non peggio. Infine, notizia di ieri, nel mese di dicembre non si pagherà il parcheggio per favorire il commercio locale. Un’implicita ammissione, pensa qualcuno, che le soste blu hanno fatto danno ai bottegai monteneresi. Nel frattempo non tutti sanno che chi ha provato a far notare che il sistema andasse rivisto, giacché era cambiato tutto dagli anni Novanta, quando tutto ebbe inizio, qualche volta negli ambienti amministrativi ha visto musi lunghi, al limite della negazione del saluto. Vale la pena di partire dall’inizio, riassumendo in breve.
Correva l’anno di grazia 1992 quando in alcune vie del centro era introdotta la sosta a tempo (disco orario). Questo perché molte automobili restavano parcheggiate ore e ore, impedendo a chi si muoveva per sbrigare faccende o fare acquisti di trovare posto. Visto il successo solo parziale dell’iniziativa, nel 1998 l’amministrazione comunale decise di mettere a pagamento i parcheggi delle zone più popolate di negozi, bar ecc. Il sistema usato era quello dei “grattini”, ossia tagliandi di carta sui quali si grattava, appunto, in corrispondenza di ora e giorno per indicare l’inizio della sosta. La cifra era decisamente simbolica, trenta centesimi l’ora e all’inizio il controllo era affidato ai vigili urbani; in seguito il servizio sarebbe stato appaltato a ditte private.
Il parcheggio a due piani in centro fu inizialmente risparmiato e rimase gratuito per i primi tre anni di funzionamento, fino al 2003, quando anche al suo interno entrarono operai muniti di rulli a pelo raso da 10 e vernice al clorocaucciù di colore blu. Diventò anch’esso a pagamento e, attenzione, da quel momento cominciò a rimanere deserto. In altre parole i monteneresi, dovendo pagare, preferivano sostare il più vicino possibile al luogo di destinazione e non sotto il campetto Belvedere. L’allora sindaco Giuseppe D’Ascenzo, dopo un anno e tre mesi fece marcia indietro, facendo ricoprire le strisce blu sempre con vernice al clorocaucciù, ma stavolta di colore bianco rifrangente.
Ci riprovò otto anni dopo il suo successore, Nicola Travaglini, il quale però non demorse di fronte al ripetersi della stessa scena: il parcheggio diventato di colpo vuoto. Messaggio chiaro e reiterato dei monteneresi, al quale il sindaco replicava che era più giusto pagare un parcheggio coperto che uno all’esterno.
Nel giro di alcuni mesi salendo o scendendo la gradinata accanto al multipiano tutti cominciarono a preferire la rampa più esterna, quella più lontana dall’ingresso. L’odore di urea, e non quella usata in agricoltura, ma quella emanata dai bisognini espletati da esseri umani all’interno del parcheggio, dava conati di vomito. La struttura era diventata presto un orinatoio, complice il fatto che si potesse farlo in tutta tranquillità poiché era deserto e il rischio di essere beccati nella classica posa attaccati al muro era bassissimo. Di più: pare che il multipiano, in alcune ore, diventasse anche il luogo dove dare sfogo alla triade di vizi resa famosa da Ian Dury a fine anni Settanta.
Anni dopo si pensò di dotarlo di telecamere, mentre c’era chi continuava a dire che sarebbe bastato fare un passo indietro e rimetterlo gratis, come a suo tempo fece D’Ascenzo.
Tornando ai parcheggi all’esterno, col passare degli anni l’esigenza di trovarne in centro si è fatta via via meno pressante. Complici lo spopolamento e la crisi del commercio locale, nonché l’inarrestabile rifuggire dalle passeggiate in piazza, i posti hanno cominciato a essere fin troppi nel corso degli anni Dieci. Tuttavia mai in quel dell’amministrazione comunale si è pensato di fare macchina indietro, sono stati anzi aumentati i parcheggi a pagamento. Non nell’importo, ancora a trenta centesimi come nel 1998, ma nel numero.
Nel frattempo sono stati introdotti i cosiddetti abbonamenti, ossia la possibilità di pagare a prezzo scontato un mese o anche un anno di sosta, potendo parcheggiare dove e quando si vuole. Pazienza se in principio l’intento era di far trovare posti liberi ai passanti impedendo che in determinate aree strategiche vi fossero parcheggiate sempre le stesse auto.
Arrivando all’attualità, è di ieri l’annuncio della sindaca Simona Contucci che durante il mese di dicembre le soste blu sono sospese per “andare incontro alle esigenze espresse degli esercenti locali, fin troppo provati dalla congiuntura negativa determinata dall'emergenza Covid”. Sarà che anche per il totem delle varie amministrazioni dal 1998 in poi, e soprattutto per il tabù intoccabile del decennio precedente, è arrivato il momento della revisione?

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