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Quando aprì il centro commerciale: avvio del "sogno montenerese" alla Marina?

Venti anni fa l'inaugurazione dopo lotte politiche intestine, pugnalate da San Salvo e aiuti inaspettati dagli avversari. Fra alti e bassi una storia che continua

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MONTENERO DI BISACCIA. Venti anni fa esatti l'apertura, ma la storia talvolta tormentata è iniziata qualche anno prima. Parliamo del centro commerciale Costaverde, che il 6 dicembre 2004 aprì i battenti. Una cerimonia, quella di inaugurazione, cui partecipò l'allora gotha regionale, per un progetto che l'amministrazione comunale riteneva il primo fondamentale passo per avviare lo sviluppo costiero atteso da decenni. Quella che qui si vuole ricostruire è pertanto una storia che non interessa solo un mega negozio, ma qualcosa che va oltre, il "sogno montenerese", in parte realizzato in parte no. Quel che è certo, è che la Marina di Montenero è cambiata parecchio da quel 2004.
L'idea di realizzare un centro commerciale moderno e di grandi dimensioni, con ampi parcheggi, aree verdi ecc. fu dell'amministrazione comunale a fine anni Novanta. Il nuovo Piano regolatore era alle battute finali dopo anni di attesa e prevedeva che finalmente dovesse partire lo sviluppo turistico della zona costiera. Il centro commerciale, questi il proposito e la convinzione, poteva dare quello slancio iniziale indispensabile per far arrivare anche case di villeggiatura, ristoranti, lungomare, alberghi e un porto turistico. Non che fosse tutto un deserto, ma a parte i cinque camping storici e un paio di alberghi, aperti negli anni Settanta-Ottanta, era rimasto tutto fermo.
Fatto il Prg, e trovato un indispensabile fattore come un investitore privato, occorreva convincere la Regione Molise, allora in mano al centrosinistra, cioè lo stesso colore della maggioranza montenerese. Filiera istituzionale perfetta, in teoria. Nella pratica a mettersi di traverso fu proprio la Regione con maggioranza a trazione rossa e iniziò un braccio di ferro con il Comune. Pare che a un certo punto sia intervenuto persino Antonio Di Pietro in persona a perorare la causa, ma convincere il presidente Giovanni Di Stasi si rivelava impresa ardua. Finché non arrivò l'imponderabile: il governo regionale cadde anticipatamente per un vizio di forma nella raccolta firme per alcune liste. Si tornò alle urne nel novembre 2001 e ci fu un cambio di vertice, con la vittoria del centrodestra guidato da Michele Iorio. Questi fu subito favorevole al centro commerciale, così come a tutto il Piano regolatore. La filiera istituzionale funzionava meglio con il colore differente fra i due enti, questa l'evidenza paradossale.
Ma la strada era ancora in salita. Fioccarono ricorsi da ogni dove, specie da gruppi alimentari facenti capo alla sinistra e, soprattutto, dalla confinante San Salvo, amministrata dal centrosinistra come Montenero. Dalla città confinante abruzzese a un certo punto arrivò un documento che impegnò quasi un'intera seduta di Consiglio comunale: bocciavano in toto quasi tutto il nuovo Piano regolatore. E già, perché oltre a volerlo fare anche loro un centro commerciale, avevano in mente pure un porto turistico, oltre a contestare persino la trasformazione di una parte di contrada Padula in zona industriale. Dalla maggioranza guidata allora da Giuseppe D'Ascenzo risposero "ma jatevenne!" e iniziò un contrasto a distanza, oltre che a suon di ricorsi, che sarebbe durato alcuni anni. Per la storia: Montenero mantenne la sua linea, senza alcuna soggezione.
I lavori per il centro commerciale iniziarono infine nel gennaio 2004 e il 26 dello stesso mese ci fu la simbolica posa della prima pietra. Toccò al presidente della Regione Iorio improvvisarsi muratore e posare con la cazzuola un po' di cemento su un mattone.
Foto: i primi lavori di sbancamento nel gennaio 2004

Alla cerimonia, fra tappi di spumante che saltavano uno dietro l'altro, un parterre delle grandi occasioni, con tutti i vertici comunali, provinciali e regionali. Solo da San Salvo, il cui confine era ed è a qualche centinaio di metri, nessun amministratore comunale.
Benedizione della prima pietra, 26 gennaio 2004: da sinistra Aldo Patriciello (assessore regionale), Giuseppe D'Ascenzo (sindaco di Montenero di Bisaccia), don Claudio D'Ascenzo, Michele Iorio (presidente Regione Molise), Rosario Russo (Sercom, costruttore). 



Il 6 dicembre 2004 si ripeté qualcosa di simile, ma stavolta non c'era più un cantiere, bensì una scintillante struttura da aprire. Decine di negozi di varie dimensioni, dall'abbigliamento all'elettronica, nonché un ipermercato di una marca ignota prima di allora in zona, l'Iperstanda. 21mila i metri quadrati di coperto, dieci gli ettari intorno destinati a parcheggi e verde. Il sindaco Giuseppe D'Ascenzo disse "è la data di inizio del sogno montenerese", dove il comune da lui guidato si era trovato a essere spesso come "Davide contro Golia". Il riferimento era al boicottaggio tentato da ogni dove, San Salvo in primis, ma anche al fatto che solo col cambio di vertice in Regione era stato possibile uscire dall'impasse.
Il resto è una storia fatta di alti e bassi, con un avvio difficile. 
Foto 6 dicembre 2004: apertura del centro commerciale, da sinistra don Claudio D'Ascenzo, don Nino Zappitelli, Antonino D'Antonio (vice sindaco), Giuseppe D'Ascenzo (sindaco), Michele Iorio (presidente Regione Molise), Antonio Di Pietro (europarlamentare)


L'Iperstanda lasciò il Costaverde nel settembre 2007: gli affari non andavano bene a Montenero come in tante altre parti d'Italia. Per vari mesi gli altri esercenti rimasero aperti aspettando, e sperando, che arrivasse un'altra locomotiva alimentare, senza la quale l'affluenza era drasticamente ridotta. Infine arrivò Oasi, nei primi mesi del 2008, annunciandosi con misteriosi cartelli affissi in paese. Ancora alcuni anni e di nuovo il cambio dell'alimentare, con l'approdo della Conad nel 2017, fino ai nostri giorni.
Foto: i cartelli misteriosi che annunciavano l'arrivo di Oasi

Il centro commerciale fu davvero l'avvio del sogno montenerese? Si tratta di un argomento che divideva allora l'opinione pubblica, lo fa ancora oggi. Da sempre c'è chi vorrebbe non si facesse nulla in loco, chi di tutto, compreso di recente i milioni di metri cubi ipotizzati nel fantomatico progetto South Beach. Ma è innegabile come da quel 2004 sia cambiata radicalmente la Marina di Montenero. Qualche anno dopo il centro commerciale, e non senza qualche difficoltà, arrivò il porto turistico, il più grande nel raggio di centinaia di chilometri lungo l'Adriatico. In venti anni alla Marina sono state aperte attività di ristorazione e ricezione, costruito un lungomare, pista ciclabile e pedonale, case (tutte basse, non i palazzoni anni Settanta). C'è ancora da fare? Sicuramente sì, ma dove c'era una distesa di cannucce e liquirizia (da qui la denominazione Costa Verde) oggi c'è una realtà fatta di turismo e persino di residenti tutto l'anno. Venti anni fa, semplicemente non c'era o era un'infinitesima parte di oggi.
E fu il centro commerciale a dare un'accelerata decisiva? Probabilmente sì, perché fu la prima struttura, una prima importante attività che recava nell'indirizzo "Marina di Montenero". Inoltre gli oneri di urbanizzazione furono pagati tramite il cavalcavia sulla Statale 16, usato per raggiungere la Marina, oltre che i negozi del Costaverde.
Quello che venti anni fa era sogno oggi è in parte realtà, e lo si vede anche nel cartellone degli eventi estivi, dove quelli del mare occupano metà dello spazio. Al punto che si comincia a dire, in paese, che si pensa solo alla costa. Un qualcosa di impensabile fino a qualche anno fa.
Che poi quello sviluppo non raccolga il favore di tutti, che ci sia ancora chi puntualizza che non regge il paragone con la confinante San Salvo, dimenticando che anche lì non si è fatto tutto in un giorno, è nell'ordine delle cose.

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