MONTENERO DI BISACCIA. Certi aggettivi più o meno coloriti per definire taluni cittadini sono derivazione del potere attribuito dall'elezione diretta e delle possibilità comunicative dei media moderni e dei social. Un qualcosa che ai tempi della Prima repubblica non si vedeva per esempio, come chiamare "furbo" chi abbandona i sacchetti dell'immondizia in ogni dove.
Lo ha fatto la sindaca Simona Contucci qualche giorno fa sulla sua pagina Facebook. Scrivendo di un'operazione della Polizia locale, ha chiarito che "sia in paese che alla marina qualche ‘furbo’ sarà rintracciato e sanzionato". Nelle foto si vedevano buste dell'immondizia ispezionate dalle forze dell'ordine.
Come detto, certo piglio poliziesco è un qualcosa di recente nell'approccio che i sindaci hanno con i cittadini. Ma a parte più o meno condivisibili aggettivi indirizzati ai propri amministrati, sarà davvero così semplice comminare multe (salate) a chi ha abbandonato i sacchetti di immondizia mostrati in foto dalla prima cittadina? Parrebbe di no, o meglio, dipende da come sono acquisite le prove per individuare gli sporcaccioni che gettano immondizia per strada.
A meno che non ci siano prove incontrovertibili come video e foto, le cose possono essere più complicate di come sembra. Ed ecco alcuni esempi concreti, reali, accaduti in Basso Molise.
Prima, però, occorre precisare che da ottobre 2023 l'abbandono di rifiuti non è più un reato amministrativo bensì penale. Ne va che la multa passa da 300-1000 euro a 1000-10000. Ma, attenzione, significa anche che la produzione delle prove ha una procedura diversa. Ed è qui che potrebbe nascondersi l'insidia capace di far diventare un buco nell'acqua certo piglio poliziesco. Non bastasse, col maggior importo dell'ammenda e la possibile iscrizione nel proprio casellario giudiziale, si avranno ben più motivi per presentare ricorso.
Ipotesi 1: gli agenti aprono le buste dell'immondizia e trovano qualche scontrino con riportato il numero della carta fedeltà del cliente. Supponendo che l'esercente fornisca i dati, e non è tenuto a farlo per ovvie ragioni di privacy, si avrebbe un nome cui affibbiare una bella multa. Ma può bastare una prova del genere? Diventando penale non basta il principio del "più probabile che non", come nel processo civile, ma occorre provare oltre ogni "ragionevole dubbio". E allora arriva in aiuto quanto realmente accaduto, come accennato, in un centro del Basso Molise.
Nella busta abbandonata è stato trovato sì uno scontrino tramite il quale si è risaliti all'intestatario della carta fedeltà , ma era successa una cosa disarmante nella sua semplicità : alla cassa la signora aveva "prestato" la sua carta a un'altra donna per farle avere lo sconto. La conseguenza è stata che il nome è finito su uno scontrino altrui e, infine, in una busta gettata per strada. In quel caso è stata comminata la sanzione di trecento euro, era ancora civile l'infrazione. Oggi si tratterebbe di minimo mille euro, oltre allo stigma penale, sicuri che l'interessata avrebbe pagato senza fare ricorso stavolta? Può uno scontrino diventare prova oltre ogni ragionevole dubbio?
Ipotesi 2: è ritrovata una scatola vuota di cartone con ancora attaccato un indirizzo, si rintraccia l'intestatario, che è di un paese confinante, e gli si contesta l'abbandono di rifiuti. Il malcapitato non ha idea di come il suo cartone sia finito a quasi dieci chilometri di distanza, ma è sicuro di non avercelo portato lui. Segue un dibattito con le forze dell'ordine, alla fine non c'è nessuna multa. Ma attenzione: un cartone può finire in mille modi lontano da casa. Può prenderlo qualcuno sotto casa prima che passino i netturbini nel giorno deputato al conferimento. Di più, potrebbe farlo qualcuno per dispetto. Anche in questo caso, si rispetterebbe il cosiddetto principio dell'oltre ogni ragionevole dubbio?
E se per caso una busta cadesse per strada dal camioncino della nettezza urbana?
D'altra parte lungo lo Stivale non si contano i ricorsi per multe comminate grazie a scontrini e bollette, come per esempio ad Agrigento nella primavera 2023, dove sono state annullate decine e decine di multe. Spesso si trattava di scontrini e indirizzi sui cartoni.
Oltre ogni ragionevole dubbio, meglio tenerne conto e affidarsi a video e foto piuttosto che agli scontrini.
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Il post della sindaca Simona Contucci su Facebook