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Gli incendi boschivi a Montenero di Bisaccia: cifre esigue perché è tutto seminativo

La giunta ha approvato il censimento redatto dal Ministero: dove va a fuoco un bosco non per oltre un decennio non si può né costruire e nemmeno andare a caccia

La Redazione
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MONTENERO DI BISACCIA. Soltanto sette ettari e mezzo in quindici anni, questa la quantità di superficie boschiva andata in fiamme. È quanto risulta dal censimento delle aree boschive di Montenero percorse dal fuoco, redatto dal Ministero delle Politiche agricole e approvato dalla giunta comunale giorni fa. Un atto che coinvolge il Comune per alcuni motivi precisi: dove i boschi sono andati in fumo non si può cambiare la destinazione del suolo per quindici anni, non edificare per almeno dieci e nemmeno rimboschire per cinque, nonché andare a caccia o portare gli animali al pascolo per dieci. Provvedimenti legati alla necessità di tutelare i boschi ed evitare speculazioni: se non si può usare il terreno "liberato" dal fuoco, viene meno il movente.
Ne deriva che l'ente municipale deve conoscere esattamente le aree in questione, essendo chi di fatto rilascia le concessioni edilizie. Tuttavia, nel caso di Montenero di Bisaccia, non sembrano esserci pericoli concreti di speculazione in tal senso, anche solo perché di boschi ce ne sono molto pochi, a dispetto della notevole estensione territoriale (9300 ettari, da 400 a 0 metri sul livello del mare).
Nel quindicennio considerato gli incendi boschivi non si sono verificati ogni anno, bensì solo in sette. Va precisato che non sono conteggiati incendi di altro genere, di numero e frequenza ben maggiori, ma solo quelli riguardanti boschi.
- nel 2008 1,40 ettari, in contrada Colle di Bisaccia, vale a dire dietro il santuario;
- nel 2012 in fumo 0,23 ettari, il località Colle Guardiola, che si trova nell'estremo lembo meridionale dell'agro montenerese, a confine con il territorio di Montecilfone;
- nel 2014 gli incendi sono stati due: in contrada Sterparone (estremo sud del territorio, a confine con Tavenna) 0,9 ettari e in contrada Macchione (confinante con la precedente) 0,13 ettari;
- nel 2019 in contrada Pontone Macchiozze (sud-est, a confine con Guglionesi) 0,46 ettari, ma interessando anche parte dell'agro di Guglionesi in contrada Solagne Grandi;
- nel 2020 0,38 ettari nella già citata contrada Guardiola;
- nel 2022 1,02 ettari a Difesa Grande, accanto a Pontone Macchiozze e quindi sempre a confine con Guglionesi;
- nel 2023 due incendi, dei quali uno è in pratica l'unico che si allontana dalla parte di agro montenerese più collinare. 2,17 ettari vanno in fumo in contrada Pietra Fracida, che si trova nella parte orientale del territorio, sul fiume Trigno. E di nuovo va a fuoco Pontone Macchiozze (0,87 ha), di fatto la parte più colpita, se non altro perché ospita più boschi.
L'evidenza è che le porzioni di territorio colpite, nell'arco di un periodo abbastanza lungo, sono tutto sommato modeste. Come detto dipende dal fatto che quasi l'intero agro è destinato a colture, seminative e non, e di conseguenza gli incendi che riguardano per esempio oliveti, campi di grano ecc. non sono conteggiati in questo caso, che riguarda solo i boschi.

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