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Depuratore alla Marina: si ricorre a un tecnico esterno

La giunta ha approvato la delibera per incaricare un professionista, al fine di venire a capo del problema della puzza che si sente specie nelle giornate di libeccio

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MONTENERO DI BISACCIA. Un problema annoso che l'attuale amministrazione comunale si propone di risolvere, ma che si prospetta difficile almeno quanto lo è stato per i predecessori. Adesso arriva l'incarico a una figura professionale che aiuti a mettere la parola fine alla puzza al depuratore in contrada Padula. Ciò che si traduce in odore pungente che specie nelle giornate di libeccio investe la Marina di Montenero, col disappunto che si può facilmente immaginare specie durante la stagione turistica.
Con la delibera di giunta approvata ieri un professionista esterno, esperto in materia ambientale e di processi depurativi in particolare, dovrà affiancare l'amministrazione montenerese nei vari tavoli tecnici che si tengono da un po' per arrivare a una soluzione. Si vedrà, nel frattempo al mare puzza ogni volta che tira il libeccio, meglio noto come favonio. Attenzione al vento menzionato, non è stato fatto per caso, come si vedrà fra alcune righe.
Il depuratore di contrada Padula appartiene all'Arap (Azienda regionale attività produttive) dell'Abruzzo. Fu costruito sul territorio di Montenero di Bisaccia nei primi anni Ottanta.
Fu un dazio pagato alla regione confinante per aver aderito dieci anni prima al Consorzio industriale del Vastese. Scelta, questa, fatta dall'allora amministrazione comunale guidata da Antonino Vitulli per un motivo preciso: evitare il cambio di residenza, allora obbligatorio, ai lavoratori monteneresi assunti presso le fabbriche di San Salvo (Siv e Marelli su tutte), da alcuni anni in attività. Come detto, il controvalore fu chiesto anni dopo, quando al vertice del municipio c'era Armando Benedetto. Toccò a lui ingerire l'amaro calice, con disappunto manifestato anche a mezzo stampa a suo tempo. "Diciamo no a un depuratore posto in quella zona e che si vuole mandare avanti anche con forzature politiche" spiegava l'allora primo cittadino appena insediato, nell'agosto 1980, alla rivista sansalvese Collage. 
L'evidenza è che qualche anno dopo il depuratore arrivò, a servizio quasi esclusivo di San Salvo e Vasto (industrie e marine) e quei propositi di contrasto non ebbero successo. E con l'arrivo del depuratore anche la puzza, questa però solo alla Marina di Montenero, allora quasi inesistente. Anche l'acqua potabile e qualche altro servizio, va detto. Il depuratore è posto a monte della Statale 16, ad varie centinaia di metri in linea d'aria dalla spiaggia. Quando tira il già citato libeccio, vento caldo occidentale, si sente il cattivo odore. Questo perché la direzione di quel vento spinge proprio verso il litorale e questo dovrebbe bastare a chiarire ogni dubbio sull'eventualità che la puzza possa dipendere dalle fogne. Se così fosse, non si sentirebbe solo col favonio sulla Statale 16, che si trova a monte di impianto fognario e relative pompe che, tuttavia, ogni tanto qualche problema lo danno.
Tornando a questi giorni, sulla delibera di giunta è ricordato che dal 2022 è al lavoro un tavolo tecnico, che coinvolge i vari enti interessati: Regione Molise, Comune di Montenero, Arpa, Provincia ecc. Sopralluoghi, valutazioni ma anche un primo risultato, come ha evidenziato più volte la sindaca Simona Contucci, per esempio la copertura del canale di scolo e il posizionamento di centraline per rilevare gli odori. Ma è sempre la stessa prima cittadina di Montenero a lamentare, a ogni occasione, la scarsa e talvolta inesistente collaborazione oltre Trigno. Un problema quarantennale, ma nel frattempo la Marina di Montenero non è più il deserto che era nel 1980.

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