Riceviamo e pubblichiamo:
Dallo scorso anno, dopo due anni di fermo covid, è ripartita la consueta Festa della Famiglia a Montenero. Si sono ritrovati nei locali parrocchiali di San Matteo circa 40 famiglie con i loro bambini per festeggiare insieme la ricorrenza della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, che per ragioni logistiche è stata spostata al 4 gennaio 2024. Di tradizioni che resistono nel tempo non ce ne sono molte, qualcuna natalizia però a Montenero ci rende orgogliosi, e anche questa piccola festa continua da quasi 20 anni.
E’ un piccolo seme di speranza, di presenza, un segno profetico del “piccolo gregge”. In un periodo in cui ci siamo risvegliati accorgendoci di una pericolosa tendenza alla solitudine, provenendo già da un esasperato individualismo, il ritrovarsi in modo semplice, spontaneo, naturale è già una buona notizia per questo nuovo incerto anno che comincia. Le feste dei bambini, i compleanni per esempio, anche a Montenero sono diventati sempre più complicati, esigenti e costosi. Modi per noi incomprensibili un tempo, che vedevamo in TV quali stili delle opulente culture oltreoceano, di famiglie tanto distratte che per far divertire i propri figli avevano bisogno addirittura di professionisti col naso rosso, perdendosi così il meglio, sono arrivati anche qui. E certamente l’umile comunità parrocchiana non può competere offrendo maggior luccichio. Con un po’ di timore la proposta è rimasta ferma e, meraviglia, succede ancora: è possibile stare con questi falsi monelli irrefrenabili vivendo un momento vero di famiglia, tutti insieme, in una gradevole preghiera alla Santa Famiglia di Nazareth facendo memoria in 5 misteri delle loro vicissitudini, quelle di una ordinaria travagliata famiglia, come le nostre.
Statene certi, la magia della innocente nostalgia dei bimbi avverrà di nuovo: “un tempo, nel lontano 2024, sembra incredibile, ma giocavamo sotto la chiesa a tombola in 100 persone, tutti insieme”, e si vincevano le caramelle, con i nostri genitori, i neonati in braccio a mamma e gli ottantenni, i maschi e le femmine, sposati e consacrati, professionisti e operai, scolari e professori, poveri e meno poveri, ma tutti ricchi di un gran sorriso da scambiarci gratuitamente.
Arrivederci all’anno prossimo, care famiglie, profeti della gioia che non muore, e se i bambini diventano un bene più raro significa che dobbiamo offrire un supplemento di attraente semplicità.