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Il Coc serviva o no? Per Montenero no, per Tavenna sì

Polemiche dopo il vento eccezionale che ha devastato anche strutture private, chi censisce i danni per eventuali risarcimenti? E forse una parola in più per chi tira il carro c'era da aspettarsela

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MONTENERO DI BISACCIA. Coc, cos'è questo sconosciuto che qualche polemica sta scatenando in questi giorni di bufera di vento? Ed era davvero così importante attivarlo (anche) a Montenero dopo l'eccezionale vento di libeccio della notte fra il 2 e il 3 novembre?
Occorre innanzitutto spiegare l'acronimo, che come la quasi totalità di quelli riguardanti le cose pubbliche è incomprensibile. Il Centro operativo comunale è attivato dal sindaco in casi eccezionali, come calamità naturali, fenomeni meteo estremi ecc. La funzione è di far fronte alle emergenze coordinando l'azione dell'apparato comunale con gli enti sovra comunali, nonché con i volontari.
Nella polemica che si è generata a Montenero nei giorni scorsi è sotto accusa principalmente la funzione numero 6: censimento di danni a persone e cose. In altre parole, chi ha contestato alla sindaca Simona Contucci di non aver attivato il Coc sostiene che senza questo censimento, senza una certificazione pubblica del danno, sarà difficile se non impossibile beneficiare di eventuali fondi messi a disposizione, ad esempio dalla Regione o altro ente, per i danni subìti con le raffiche di vento a centoventi all'ora.
A farsi sentire di più è stata Emanuela Del Gesso, titolare di una struttura sportiva fortemente danneggiata, ma anche attivista del Movimento 5 stelle, candidata per altro alle elezioni regionali di giugno. La mancata attivazione del Coc, insomma, l'ennesimo motivo di contrasto con un'amministrazione comunale di altro colore.
Dal canto suo la sindaca Simona Contucci ha parlato dell'argomento durante un'intervista in video a Monteneronotizie la sera stessa. Lei e i tecnici comunali sono usciti alle tre e mezzo di notte, hanno fatto tutto ciò che c'era da fare, hanno monitorato, si sono assicurati che le scuole fossero a posto, che invece il cimitero andava chiuso ecc. Agire subito anziché formalizzarsi con un Coc e, in estrema sintesi, non dare retta ai "soliti pretesti per fare polemiche sterili e inutili in un momento delicato". E poi, ha precisato, il Coc si istituisce solitamente quando vi è un'allerta rossa, mentre nel caso in esame era di grado inferiore, cioè arancione. Quanto all'ottenimento di fondi, la Contucci non si è detta particolarmente fiduciosa, visto qualche precedente, ma al tempo stesso ha detto che si tenterà di averli.
Ed è qui che arriva la domanda stizzita di chi sostiene un Centro operativo comunale andasse attivato: senza di esso, senza un censimento certificato e puntuale, sarà possibile inoltrare le domande? Senza un ente pubblico che attesti che una vetrina è stata fracassata dalla furia del libeccio, o favonio che dir si voglia, la Regione crederà lo stesso ai danni?
Non è facile rispondere, ma riguardo al Coc, come hanno agito le amministrazioni comunali vicine?
Partiamo da chi lo ha attivato: San Salvo (ordinanza sindacale n. 15 del 3 novembre 2023), Tavenna (ordinanza n. 9 del 3 novembre), Vasto (ordinanza n. 38 del 3 novembre).
Non hanno seguito la stessa linea Montenero, Termoli, Petacciato, Mafalda.
E allora il Coc era opportuno anche a Montenero? Difficile rispondere, un classico caso da quot capitae tot sententiae. Forse ha ragione la sindaca a dirsi poco fiduciosa che soldi arriveranno, come nel caso dell'alluvione dell'anno scorso. Ma, altrettanto forse, qualche più decisa frase di vicinanza alle imprese che hanno avuto danni, l'impresa che Churchill definì mirabilmente "robusto cavallo che traina un carro molto pesante", i cui titolari si sono già messi sotto per riparare palchetti e vetrate devastati dal libeccio, in sintesi un po' di empatia in più da chi indossa la fascia tricolore non avrebbe guastato. Un'occasione persa.

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