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Sotto alla valle: dai giovani che corteggiavano le ragazze in bassetto alla grande frana

Iniziati i lavori per riparare lo smottamento che dal 2016 chiude la Provinciale e che deviò il Giro d'Italia. Il luogo del romanticismo, delle passeggiate e di qualche ordinanza di troppo

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MONTENERO DI BISACCIA. Quella frana costrinse persino i ciclisti del Giro a fare una salita in più, anche dura. Ma da un altro lato, con la strada chiusa, ha fatto tornare in mente quando in loco si passavano romantici e spensierati Lunedì di Pasqua. E' stato accolto con favore generale l'inizio dei lavori sulla Provinciale 13, nel tratto chiamato comunemente "sotto alla valle". La strada collega la Madonna di Bisaccia al cosiddetto Bivio e più o meno a metà dei suoi millenovecento metri nel dicembre 2016, quasi alla Vigilia di Natale, una colossale frana si originò. Si ruppe il tubo principale che rifornisce di acqua Montenero, che rimase per parecchie ore a secco. Distrutti circa cinquanta metri di strada. Di più, la frana non si accontentò di un solo smottamento e così, nei giorni successivi, più volte si dovette riparare il grosso tubo di polietilene, rotto in altri punti da nuovi cedimenti. Quel tratto di Provinciale 13 è chiuso da allora.

Fino all'annuncio dei lavori in questi giorni da parte della sindaca Simona Contucci, che ha ammesso come sia stato difficile arrivare a reperire i fondi. Complicato capire anche come mai da febbraio 2021 sia stato necessario aspettare l'estate 2022, ma d'altronde è tutto difficile in quella frana. Come provare a scoprirne l'origine: una perdita a quel tubo ha inzuppato il terreno e scatenato le forze interstiziali, oppure è partita dall'alto della scarpata? Difficile prevedere se un giorno se ne verrà a capo.
Più facile ripercorrere cosa è stato negli anni e cosa è diventata la strada "sotto alla valle" (dal dialettale sott a la vall). E scoprire che c'è qualcosa di romantico. Tecnicamente è solo l'ultima parte della Provinciale 13, che inizia una decina di chilometri prima dal bivio di Tavenna-Palata sulla Statale 157 (già Sp 163). E' molto altro dal punto di vista affettivo. Negli anni Sessanta gli allora giovani corteggiavano le allora ragazze proprio "sotto alla valle", dove andavano a passeggio dopo essere stati alla Madonna di Bisaccia. Succedeva soprattutto il Lunedì di Pasqua, che si era soliti passare lì. I giovanotti in cravatta e le ragazze in elegante gonna appena sotto il ginocchio, chiamata bassetto da queste parti. A dire il vero nelle ultime foto si vedono le gonne cominciare a salire fino e anche appena sopra il ginocchio, i tempi stavano cambiando. Oggi sono nonne e nonni, ma già i loro figli persero quell'usanza, anche perché nel frattempo la Sp 163 fu asfaltata e il traffico aumentò parecchio.

Nonostante ciò è sempre stata scelta per le passeggiate, da soli o in compagnia, da qui l'idea negli anni Dieci a un appena insediato sindaco Nicola Travaglini di realizzarvi un percorso ad hoc per i pedoni. Gli ci è voluto il secondo mandato per riuscirci, ma la passeggiata è arrivata verso la fine del decennio, interrotta solo nel tratto franato. Sarà completata una volta riparata la strada. Invece la frana è stata una specie di bestia nera per Travaglini, che avrebbe voluto portarne la riparazione in dote a Simona Contucci, sua assessora (un tempo nemica, ma questo è un dettaglio) e destinata a succedergli. Oltre che un cospicuo pacchetto di voti, in sostanza, al sindaco uscente sarebbe piaciuto mostrare orgogliosamente a tutti l'opera riparata. Ma i soldi, come visto, sono arrivati dopo la sua uscita di scena.
"Sotto alla valle" intanto diventava sempre più meta di passeggiatori e, con la strada chiusa e senza auto, il paradosso è che era più comodo e piacevole starci. Il tratto franato si superava abbastanza agevolmente a piedi, persino in bicicletta, grazie a una stradina di terra. Non vi sono tornati gli innamorati in cravatta e bassetto, però vi si andava a spasso, a praticare la camminata veloce o anche a correre. 
Ed è successo che il 18 marzo 2020, a pandemia cominciata, quel passeggio sia diventato un problema, probabilmente gonfiato a dismisura da una mistura di esercizio del potere, eccessivo ascolto di lamentele e precipitoso panico. Il sindaco ha emesso la famosa ordinanza n. 14, con la quale vietava di "uscire di casa per passeggiate ed effettuare attività motorie di ogni tipo". Non era specificato su quale parte del territorio, ne va che il divieto era valido su tutti i 9300 ettari comunali, da Pontone Macchiuzzo al mare. E arrivava in anticipo sia sulla dichiarazione di zona rossa, avvenuta qualche ora dopo, sia sul divieto di uscire di casa esteso a tutta Italia. A motivare l'ordinanza, dappertutto e per tutti e tutti zitti, il fatto che sugli  11400 metri quadrati di "sotto alla valle" c'era un non precisato numero di passeggiatori. Sul documento non era specificato che lì c'era gente a spasso, ma sanno tutti che è stato il casus belli per l'ordinanza. Qualche giorno dopo il divieto è stato esteso ovunque in Italia e pertanto non da escludere che l'amministrazione di Montenero si sia sentita anche avanti rispetto a tutte le altre.
Infine il Giro d'Italia, una cui tappa partì da Montenero il 14 maggio 2017. Nell'estate precedente, quando erano stati presi gli accordi e organizzata la manifestazione, si era pensato di far passare i ciclisti "sotto alla valle", facendoli risalire lungo via Madonna di Bisaccia, per arrivare al palco delle firme e infine alla partenza in via Carabba. Questo perché via Argentieri sarebbe stata quasi integralmente usata per la corsa e perciò occorreva distribuire la carovana di ammiraglie, moto, pubblicità ecc. su un'altra strada. Era tutto concordato, fin quando arrivò la frana nel dicembre 2016 e si capì subito che di lì non si sarebbe passato. Si optò per via D'Annunzio (Presepe vivente), ma per arrivarci occorse percorrere metà viale Europa, un salitone di circa mezzo chilometro col quindici per cento di pendenza media. I ciclisti dovettero perciò farsi una rampa in più, ben sapendo che quel giorno li aspettava la leggendaria ascesa del Blockhaus, sulla Majella, per giunta sul versante più duro. 

Molti di loro si attaccarono alle macchine su viale Europa (si vede nel video proposto sotto), potevano farlo perché la corsa non era ancora cominciata, dovevano solo arrivare alla partenza. Tutto per colpa della frana. E in via D'Annunzio il colombiano Nairo Quintana sbagliò strada e si inerpicò con la bicicletta nel quartiere Porta nuova, in via Napoli o Cavour, entrambe probabilmente mai percorse in salita da un ciclista tanto sono ripide, fra gli sguardi increduli dei residenti. Arrivò alla partenza in piazza, perché i corridori sanno che se devi raggiungere la sommità basta andare in salita e prima o poi si arriva. Quintana, per altro, qualche ora dopo vinse quella tappa sul Blockhaus. Sarà il caso di dirgli che se capiterà un'altra volta il Giro a Montenero non occorrerà risalire sulle viuzze della Porta nuova, perché sono iniziati i lavori alla frana "sotto alla valle".
Link al video su Youtube


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