MONTENERO DI BISACCIA. Da quando ha ospitato il campo di calcio è passato di tempo, tanto che persino i giardini che ne hanno preso il posto cominciano a mostrare i segni dell'invecchiamento. Il momento giusto per riqualificare l'area, sempre che il progetto sia finanziato.
Lo spazio in questione è quello dietro al santuario della Madonna di Bisaccia, dirimpetto e accanto al cimitero, e per il momento è stata solo avanzata la candidatura a un bando del Pnrr, l'ormai celebre e discusso Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dopo la scuola, in sostanza, l'amministrazione comunale mira a far arrivare in loco una piccola parte dei duecento miliardi di euro previsti anche per ridare nuova vita ai giardini citati.
"Recupero del giardino storico del santuario della Madonna di Bisaccia" è infatti il titolo dato alla delibera di giunta con la quale, il 10 marzo, l'amministrazione guidata da Simona Contucci ha incaricato un tecnico interno all'ente di presentare la candidatura e al tempo stesso redigere uno studio di fattibilità tecnico-economica. Il bando è scaduto ieri, pertanto non resta che aspettare l'esito della domanda, mentre l'importo richiesto per i lavori è di 300mila euro. Ulteriori dettagli si presume che arriveranno qualora la proposta avrà riscontro positivo.Come accennato, l'area è stata usata come campo sportivo anni fa. Correvano i ruggenti Sessanta e l'ampio spiazzo era una distesa di terra battuta. Furono tracciate le linee, piazzate le porte e c'era anche tanto spazio per il pubblico. Gli spettatori più giovani, per avere una visuale privilegiata, salivano perfino sul muro laterale del cimitero, non ancora alto come oggi. Durante le partite capitava che la palla finisse nel cimitero e bisognava andare a raccoglierla, mentre come spogliatoio era usata la sacrestia del santuario, raggiungibile tramite una porticina esterna.
Dopo qualche tempo fu realizzato un campo non regolamentare lì accanto, praticamente inutilizzabile, e infine lo stadio Capolaserra (oggi Madonna di Bisaccia) intorno alla metà degli anni Settanta. Nel frattempo l'area dietro il santuario diventava i giardini visibili tuttora, con prati, alberi e panchine. Un posto frequentato e apprezzato da passeggiatori e visitatori del cimitero, ma non solo. Negli anni Ottanta una volta calato il sole diventava meta di coppiette in cerca di intimità e così era tipico vedere, nei momenti più "trafficati", la coda di automobili con i vetri appannati dalle effusioni amorose. Ciò che spinse la parrocchia a far chiudere con una sbarra l'accesso al santuario e le coppiette dapprima scelsero altri luoghi, poi crebbero, si sposarono e non ebbero più bisogno dell'auto. I giovani nel frattempo cresciuti trovarono altre mete.
Alcune foto di quando vi era il campo sportivo, negli anni Sessanta (foto archivio Antonio Assogna)