MONTENERO DI BISACCIA. Le nuove tecnologie e i social scalfiscono solo in parte il fascino dell’ultimo venerdì, quello dei comizi prima del silenzio elettorale. Sono infatti attesi per domani sera in piazza della Libertà e ad avviare le danze saranno i candidati della lista numero 2, guidata da Simona Contucci, dalle 21:00 alle 22:00. A seguire un’ora dedicata ai referendum, poiché lo spazio è stato prenotato dal Comitato per il “no”. A concludere fino al termine ultimo della mezzanotte la lista numero 1, capeggiata da Fabio De Risio. Questo l’ordine del rush finale che si prospetta, tranne decisioni dell’ultima ora al momento imprevedibili (ci sarà il comizio sul referendum? De Risio, se non si tenesse, potrebbe parlare alla distanza minima consentita tra le 22:00 e le 23:00?).
Spesso sopravvalutati dal punto di vista dell’effetto sui consensi, sicuramente temuti dai candidati, gli ultimi comizi sono da sempre i più attesi. Questo nonostante un vecchio adagio che circolava nelle sedi democristiane, molti anni fa, secondo il quale un comizio se fatto bene non fa guadagnare nemmeno un voto in più, fatto male può farne perdere. In sintesi basta non fare errori grossolani, come molto di rado accaduto. Eppure continua a essere temuto, qualche volta oltre ogni ragionevole misura al punto che certe mosse infastidiscono chi, scevro dal tifo da stadio di dubbia utilità, si tiene stretto i propri principi liberali e vorrebbe ascoltare tutti, pur avendo già deciso chi votare.
Ci si riferisce ai comizi in contemporanea o a prenotare con vari sotterfugi più ore per rendere difficile la propaganda agli avversari. Avviene dalla notte dei tempi, nonostante la storia insegni che un comizio non solo non cambia il voto, ma nemmeno può essere considerato un termometro del consenso. A titolo di esempio basti ricordare la campagna elettorale per le comunali del 1990. Il Partito comunista italiano parlò l’ultimo venerdì in piazza della Libertà sul palchetto di proprietà, verniciato rigorosamente di rosso. Davanti a esso la folla delle grandi occasioni, la stessa dei migliori concerti nelle feste patronali. Alle 23:00 in punto quella massa di gente si trasferì quasi integralmente in piazza Giovanni XXIII, davanti alla chiesa madre, dove era montato il palco della Democrazia cristiana. L’osservazione fin qui poteva suggerire un testa a testa due giorni dopo, al momento di inserire le schede nelle urne. Invece il Pci batté clamorosamente, in modo inaspettato almeno nelle proporzioni, la Balena bianca. Quel consenso poco dopo avrebbe dato alla testa al partitone rosso, spingendolo infine a inglobare proprio qualche democristiano per andare avanti, un centrosinistra ante litteram, ma questa è un’altra storia.
Arrivando a tempi più recenti, nelle ultime comunali del 2015 i comizi più seguiti e attesi non sono stati quelli della maggioranza uscente poi riconfermata, anzi. Ne consegue che la storia insegna a fare attenzione a contare le persone presenti ai comizi. Mentre memorizzare i volti, sia consentito, è volgarmente e odiosamente anti democratico e liberticida.