Nei giorni scorsi la dottoressa Iolanna Chiappini, psichiatra presso il centro di salute mentale ed il pronto soccorso dell’ospedale di Sesto San Giovanni (Milano) ci ha mostrato, nella prima parte dell’intervista, quanto influisce sulla salute mentale la pandemia da Covid-19. In questa seconda parte della nostra conversazione analizziamo le conseguenze della malattia nel lungo termine.
Che effetti a lungo tempo si possono manifestare nei pazienti con patologia psichiatrica?
Per quanto riguarda la popolazione psichiatrica potremmo aspettarci delle riacutizzazioni dovute a numerosi fattori, tra i primi l’isolamento, la marginalizzazione e la solitudine. Nella popolazione generale, potremmo aspettarci il lutto complicato in coloro che hanno perso i propri cari a causa del covid-19, un effetto che potremmo aspettarci tra gennaio-febbraio 2021, e che potrebbe colpire circa il 10% della popolazione. Negli operatori sanitari, visti il sovraccarico di lavoro, il senso di impotenza, la mancanza di controllo o il riconoscimento, potremmo aspettarci un’aumentata incidenza di sindromi da burnout e disturbi post-traumatico da stress. Non da ultimo, dobbiamo sottolineare che la crisi economica legata alla pandemia, ha portato all’aumento dell’impoverimento e della disoccupazione, tali eventi hanno causato un raddoppiamento dei disturbi depressivi che in Italia già interessano per 2/5 le classi più povere. Quindi dato il rischio circa 3 volte superiore di ammalarsi tra i disoccupati, la disoccupazione generata dalla crisi economica potrebbe determinare un aumento di circa 130-150 mila casi di depressione in Italia. Questo dato si va ad aggiungere ai numeri che già abbiamo sull’incidenza della depressione maggiore, che conseguentemente potrebbe comportare un aumento delle condotte suicidarie.
Salute mentale, quanto preoccupano i segni lasciati dal Covid-19?
E’ ancora presto per poter dire quali segni lascerà dal punto di vista della salute mentale il Covid-19. Ci potrebbe volere un decennio per studiare gli effetti sulla popolazione. Quello che possiamo prevedere, come già detto, è un aumento dei disturbi psichiatrici soprattutto in termini di episodi depressivi e di condotte di abuso, che sono poi i fenomeni più preoccupanti. Sarà allora più che mai importante far passare il messaggio che i disturbi come quelli elencati, che si configurano come una vera e propria malattia, si possono curare. Occorrono però, è bene sottolinearlo, screening mirati, interventi tempestivi in modo da conoscere le popolazioni a rischio ed effettuare diagnosi precoci. Il rischio che si corre purtroppo è che molte persone non riconoscano di avere un disturbo mentale e non chiedano aiuto. Gli ambulatori di salute mentale sono rimasti costantemente aperti sia durante la fase 1 che successivamente, per far fronte alle variegate richieste di aiuto che ci sono giunte e che ci aspettavamo. Anche noi esperti di salute mentale, pur privilegiando i contatti umani e soffrendo di questa rarefazione sociale che porta ad un inevitabile distanziamento fisico dai nostri pazienti, ci siamo dovuti riadattare per tentare di abbassare il più possibile il rischio di contagio, e anche noi laddove possibile, abbiamo iniziato a prendere confidenza con la telepsichiatria, che pur con i suoi limiti, ha permesso di mantenere un contatto regolare con tutte i nostri utenti.
Nei bambini che conseguenze possono manifestarsi con il distanziamento sociale e l’utilizzo della mascherina?
I bambini, un’altra classe delicata della popolazione, hanno subito uno stravolgimento importante per quanto riguarda sia la socializzazione che la didattica. L’isolamento a casa durante la quarantena ha causato l’insorgenza di problematiche comportamentali e sintomi di regressione nel 65% dei bambini e delle bambine di età minore di 6 anni. Tra i disturbi più frequentemente evidenziati vi sono l’aumento dell’irritabilità , i disturbi del sonno e i disturbi d’ansia. L’impatto del Covid-19 sulla salute psicofisica di bambini e adolescenti emerge soprattutto nelle conseguenze legate alla perdita di una routine quotidiana. D’altra parte però le famiglie hanno avuto più tempo per stare assieme e ciò ha potuto rappresentare anche un’occasione per dedicare più tempo ai propri figli. Quello che questa pandemia inoltre ha segnato è una vera e propria rivoluzione tecnologica, con cambi di produzione e di comunicazione, segnando una nuova era digitale che ha messo in risalto differenze sociali importanti tra chi è connesso e chi no. Si è parlato tanto di quali effetti avranno sui giovanissimi la didattica a distanza e il distanziamento sociale, non siamo però ancora in grado di prevedere come questi mutamenti plasmeranno o moduleranno le vite e il funzionamento futuro dei più giovani. Di certo però sappiamo, da studi recenti riguardo all’utilizzo delle nuove tecnologie digitali da parte dei bambini, come queste influenzino moltissimo lo sviluppo di alcune aree cerebrali a discapito di altre. Sull’utilizzo delle mascherine possiamo dire che non provocano danni sulla salute fisica, ma mancano dati che potrebbero essere interessanti per quel che riguarda l’effetto che il loro utilizzo possa avere su quelli che sono i meccanismi alla base del riconoscimento delle emozioni e sull’intelligenza emotiva. Attendiamo studi futuri che potranno sicuramente dare maggiori risposte.