MONTENERO DI BISACCIA. E’ successo, non solo nel centro bassomolisano, può accadere ancora. Come spesso capita, dopo che si squarcia il sipario di silenzio su qualcosa di grave emergono anche altri episodi simili. E così sta avvenendo anche per i nomi dei positivi al Covid-19 che escono su Whatsapp prima ancora che la Asl di riferimento lo comunichi ai diretti interessati. Quello di pochi giorni fa, in sostanza, non è un caso isolato. E sicuramente non è un’esclusiva di Montenero.
A fare scalpore, solo alcuni giorni fa, la denuncia pubblica sulla propria pagina Facebook del consigliere comunale di minoranza Fabio De Risio. Era infatti circolato il nome di un suo congiunto, poi effettivamente risultato positivo al test sul Coronavirus. Da lì la selva di domande su come sia possibile violare la privacy in modo così plateale e, di conseguenza, su dove sia la talpa. C’è qualche gola profonda che lascia trapelare notizie riservate che poco dopo si diramano dappertutto grazie alla rete internet?
Dopo l’affondo di De Risio sono più o meno timidamente emerse altre testimonianze simili. Nomi diffusi dalla sera precedente l’effettiva comunicazione della Asl, di persone poi risultate positive ma anche di chi ha fatto solo il tampone. Identica la reazione degli interessati, o meglio vittime: mortificazione nel sentirsi una sorta di untori del ventunesimo secolo e vedendo la riservatezza sullo stato di salute violata. E come anticipato in apertura è avvenuto anche in altri centri molisani e, ragionevolmente, nel resto d’Italia se non del mondo.
Quel che pare di capire, tuttavia, è che da tempo certi dati girino di bocca in bocca, solo che a un certo punto, complice Whatsapp, è successo come a quel topo che si vuole abbia allargato il foro dal quale far scendere i chicchi di grano: è stato scoperto perché ne uscivano troppi. Così quando dal millenario pettegolezzo orale si è passati a quello più tracciabile e in tutti i sensi virale di Whatsapp, è venuto a galla tutto. Addirittura prima che lo sapesse l’interessato, in ossequio alla massima che vuole il tradito ultimo a venirne a conoscenza.
La procedura operativa dell’Agenzia sanitaria molisana (Asrem) prevede la seguente catena di comunicazione dei nomi di positivi e negativi: laboratorio analisi - reparto ospedaliero e responsabile Dup (Dipartimento prevenzione) - dirigenti medici competenti per area territoriale - interessati. Sono sempre gli stessi dirigenti medici a darne comunicazione anche al medico di base e al sindaco del comune di appartenenza.
Dal canto suo la sindaca Simona Contucci ha stigmatizzato quanto accaduto attraverso un comunicato due giorni dopo il post di De Risio. Chiara la sua posizione, parlando di “pratica deplorevole” e intimando a chiunque entri “in contatto, a qualsiasi titolo, con notizie di questa natura, a far restare tali informazioni nella sfera della riservatezza”. E allora, c’è forse qualche difetto nel sistema? Se sì, dove? Avverrà ancora?