MONTENERO DI BISACCIA. Grazia fatta gabbato il santo, pardon il vecchio stadio. Non servi più, rimani pure abbandonato, con una vecchia poltrona buttata lì e non si sa perché anche un infisso di alluminio al centro della stanza, quasi fosse la sala espositiva di un serramentista. Probabilmente è stato divelto da qualche parte. E poi a terra pezzi di plastica, tanti, stoviglie reduci di chissà quale banchetto improvvisato, tubi dell'acqua, pezzi di recinzione. E' quanto va in scena al vecchio stadio "Madonna di Bisaccia", in particolare nei locali di servizio e adibiti a spogliatoi.
Dopo segnalazione e foto del lettore, siamo andati con la videocamera in loco ed ecco il sunto di quanto osservato. La prima porta dei locali, spalancata, presenta lo spettacolo poco sopra descritto, mentre all'uscio seguente si vede la serratura scassata. All'interno una vecchia panca, un mobile, tutto in pessime condizioni. Le successive tre porte sono invece integre, compresa quella dello spogliatoio riservato agli ospiti. Chissà , forse una cortesia accordata dai vandali che hanno fatto scempio della struttura.
Questo al vecchio stadio, chiamato negli ultimi anni "Madonna di Bisaccia" ma nato nella metà degli anni Settanta come "Capolaserra", dal nome popolare che ha la vicina area dei calanchi. Un impianto arrivato sotto una cattiva stella, poiché nel giro di un paio d'anni crollarono la tribuna e la recinzione di cemento. Memorabile il Consiglio dedicato al tema a inizio 1977, quando lo stadio attraversava già tre diverse amministrazioni, fra ideazione e avvio lavori, ma non ancora consegnato che già cominciava a cedere tutt'intorno. Si pensò a una perizia geologica, ma qualcuno fece osservare che andava fatta nel 1968, non nel '77 a frittata servita con asparagi.
Nonostante ciò il Capolaserra/Madonna di Bisaccia ha ospitato tornei cittadini, oltre che i campionati dell'Us Calcio Montenero, nata nel 1978, fino all'inaugurazione del nuovo stadio "De Santis" nel 2000. Ma anche dopo l'arrivo del pregiato e ammirato campo in erbetta (vera) il vecchio impianto ha continuato a essere usato, per le partite delle squadre minori, come gli Amatori, oppure per gli allenamenti. Finché, ed è storia di circa dieci anni fa, non fu il De Santis a cadere in disgrazia, con la fine contestuale della storica società Us Calcio. L'erbetta venne presto sostituita da arbusti alti fin quasi la traversa delle porte. Morale: quando fu ricostituita la prima squadra si tornò a giocare al Capolaserra/Madonna di Bisaccia. Il vecchio campo accolse di buon grado quei ragazzi pronti a ripartire e far tornare il calcio a Montenero dopo non poca delusione.
E si arriva così al settembre 2020, quando il De Santis col nuovo manto sintetico è stato riaperto. Via, più veloce delle elezioni!, parafrasando Superman. Già perché il taglio del nastro è avvenuto il 16 settembre, per rinnovare l'amministrazione comunale si è votato quattro giorni dopo. Sono fioccate le polemiche per la manovra definita propagandistica, in sintesi si tacciava il sindaco Nicola Travaglini di voler mostrare a tutti cosa aveva fatto a quattro giorni dal passaggio di testimone alla sua assessora Simona Contucci, attuale titolare della fascia tricolore. Qualcuno ha detto che c'era poco da vantarsi, dopo aver preso dieci anni prima un campo in erba vera e ridandone uno con la più abrasiva sintetica. Intanto la Contucci ha stravinto le elezioni e nel suo primo anno di mandato anche altri impianti sportivi sono stati rinnovati.
Ed è arrivata la cosiddetta "dottrina del lucchetto": chiusi il campetto in piazza e giù al Bivio, così come l'area innanzi i campi da tennis, usata anche per il passeggio dei residenti. Se vuoi giocare, da oggi in poi, devi prenotare. E zitto. Per il momento non sono richiesti anche stato di famiglia, certificati di residenza e medico, ma non si sa mai. Solo qualche altro rigo di pazienza e ci si riallaccia al degrado del vecchio stadio.
A dare man forte alla dottrina del lucchetto, con tanto di post su Facebook, l'abbandono di qualche bottiglia di plastica sulla smagliante erbetta sintetica Ral 6002 dei due campetti. Può capitare di avere sete durante una partita e di dimenticare il contenitore dell'acqua a bordo campo. Ma tant'è. E allora, tornando al vecchio campo sportivo Capolaserra/Madonna di Bisaccia e al degrado degli spogliatoi da quando non è più usato, perché lì non c'è un lucchetto? A dire il vero ce n'è uno sul cancello principale, ma basta entrare di lato, come fatto per girare il video proposto, e trovare spalancata la recinzione. Nessuna traccia di sistemi di sicurezza d'ottone con arco di acciaio temperato. Niente lucchetto e relativa dottrina pare di capire, ora che non serve più.