MONTENERO DI BISACCIA. Chi pensava che i parcheggi a pagamento fossero diventati un ricordo si sbagliava e così, dopo molti mesi e le strisce blu quasi ovunque scolorite, bisognerà tornare a inserire le monete nei parchimetri dislocati in più parti del centro. La notizia ieri pomeriggio, quando l'addetto della ditta che gestisce il servizio ha avvisato negozianti e automobilisti che si torna a controllare la sosta a pagamento.
In realtà il servizio non è stato sospeso in via ufficiale, se non a dicembre per iniziativa dell'amministrazione comunale, intenzionata ad agevolare i commercianti nel periodo natalizio. Ma di fatto da allora non sono mai ripresi i controlli, anche a causa della pandemia di Coronavirus, e perciò si è posteggiato finora senza pagare. O meglio, ha pagato solo chi non lo sapeva, magari perché non di Montenero, oppure chi non voleva rischiare.
La "pacchia" parrebbe finita, da oggi sarà il caso di mettere bene in vista il tagliandino sul cruscotto della macchina se si parcheggia sulle strisce blu. Le quali negli ultimi dieci anni sono aumentate, diventando quasi la cifra della passata legislatura, una sorta di imprescindibile mission amministrativa. Tant'è che sulla pagina Facebook del Comune, con allora sindaco Nicola Travaglini, una persona scrisse al primo cittadino che aveva più parcheggi a pagamento il suo paesino che una metropoli come Roma, in proporzione.
Ma com'è che nacque l'iniziativa? E perché si paga soltanto trenta centesimi, somma che non richiede particolari master in economia per far dedurre che non potrà mai essere granché remunerativa in un paese che fra non moltissimo scenderà sotto le seimila anime? Per capirlo bisogna tornare indietro di vari anni e amministrazioni.
Correvano i primi anni Novanta quando per impedire la sosta troppo prolungata sempre degli stessi mezzi, con conseguente penuria di parcheggi, si introduceva il disco orario in una delle vie più commerciali e critiche in materia, almeno all'epoca: il primo tratto di via Argentieri. Passò qualche anno e, col problema ancora irrisolto, si alzò la posta con la sosta a pagamento. Il sistema adottato era quello dei "grattini": tagliandini sui quali bisognava abradere le caselle per indicare ora e data di inizio sosta. Trenta centesimi a ora: tariffa popolare, non finalizzata al lucro, e da allora non è cambiata.
Circa dieci anni dopo il servizio era privatizzato e comparivano i parchimetri alimentati a energia solare. Il controllo passava dai vigili agli ausiliari del traffico, dipendenti dell'azienda gestrice. Immutata la cifra oraria; in progressivo e inesorabile calo il traffico e la frequentazione del centro, ma per altri motivi. Nel frattempo comparivano gli abbonamenti mensili e annuali, più convenienti per chi risiede o lavora nelle aree con strisce di colore blu Ral 5017.
Pazienza se i parcheggi a pagamento erano nati per far liberare i parcheggi, non per farli occupare in pianta stabile.