MONTENERO DI BISACCIA. Se è difficile farlo nelle ordinarie difficoltà, figurarsi come può essere ammettere che anche la pandemia da Coronavirus ha portato qualcosa di buono. Eppure come non concedere che se esce un libro, un altro in un piccolo paese dopo alcuni anni di stop, qualcosa di buono deve aver portato persino il virus. Soprattutto se è lo stesso autore a spiegare la genesi della sua fatica letteraria.
Si chiama Fioriture dei miei pensieri (Il Convivio, 254 pagine) e per Armando Sacchetti è il terzo libro. Il poeta montenerese, classe 1940, a distanza di rispettivamente otto e dieci anni dalle altre pubblicazioni torna a scrivere. "Eventi e solitudine hanno reciso il mio sorriso" confessa l'autore nell'introduzione, richiamando il recente lutto che lo ha privato dell'amata moglie. Momenti difficili ai quali si è aggiunta l'emergenza pandemica, così ha pensato di tornare a scrivere.
"Nella poesia di Armando Sacchetti – si legge nella quarta di copertina – emerge quell'attenzione emotiva verso la propria terra, la famiglia, le sane tradizioni, gli amici, colmato da una rivivificazione nostalgica per un passato che ormai appare evidentemente irrecuperabile, ma che non lascia perdere la speranza di un futuro migliore per le prossime generazioni, in quanto il presente poggia le sue radici nel passato e il futuro nel presente".
Il libro si compone di varie sezioni, le cui due principali sono dedicate alle poesie in italiano e in dialetto montenerese. La pagine ospitano inoltre molte fotografie, soprattutto di persone: amici, parenti, conoscenti di Sacchetti, ripresi nella quotidianità e nei giorni di festa di tempi andati.
Come accennato in apertura, Fioriture dei miei pensieri è stato concepito e scritto durante i lunghi mesi di emergenza Covid, soprattutto nei periodi in cui non era possibile nemmeno uscire da casa. "Rugginosa pandemia", come la chiama Armando Sacchetti, che tuttavia, e più o meno direttamente, ha fatto rivedere pubblicati libri di autori locali, come quello dell'insegnante Laura D'Angelo qualche mese fa. Dopo il fermento degli anni Duemila, infatti, era seguito un decennio di carestia letteraria nel centro bassomolisano. Oggi tornano le pubblicazioni e gli addetti ai lavori sanno che non è facile far uscire un libro. Figuriamoci scriverlo.