MONTENERO DI BISACCIA. South Beach sì, South Beach no: a distanza di giorni dal suo insorgere non accenna a placarsi il dibattito sul mega progetto ipotizzato alla marina di Montenero, nel tratto non ancora urbanizzato a sud del fiume Trigno. Un colossale investimento, pare sino-canadese, da ben tre miliardi di euro. Occasione unica di sviluppo e soluzione da non perdere per spopolamento e disoccupazione, oppure ecomostro di dimensioni mai viste? I pareri sono discordi e mentre dal palazzo municipale arriva da alcuni giorni un silenzio da taluni ritenuto insolito, abbiamo chiesto il parere alla consigliera comunale di minoranza Giulia D’Antonio.
E’ favorevole o contraria al South Beach?
“Contraria”.
Ci spieghi il perché.
“Si tratta di un progetto faraonico, con un carico urbanistico devastante, la cui portata credo non sia chiara a tutti. Quest’opera non è paragonabile a nulla di realizzato finora nel nostro territorio e non solo, ed è completamente avulsa dalla natura dei luoghi in cui verrebbe realizzata. L’area interessata è sottoposta a vincolo paesaggistico, è una zona Sic (Sito di interesse comunitario n.d.r.), è attraversata dal tratturo – continua Giulia D’Antonio -, quindi un’area da salvaguardare sotto il punto di vista naturalistico, ambientale e paesaggistico. Non dimentichiamo poi il rischio idrogeologico e sismico che la caratterizzano. C’è un Piano regolatore vigente, che prevede di realizzare attrezzature di carattere ricettivo, nel rispetto degli ambiti di tutela. Perché preferire un modello di sviluppo megalomane superato invece che proporre interventi di sviluppo sostenibile, compatibili con il Prg vigente? Lo sviluppo delle risorse turistiche, della cui importanza siamo fortemente convinti, deve essere strettamente connesso con la salvaguardia del patrimonio naturalistico-ambientale e dei lineamenti del paesaggio”.
Secondo lei la sindaca vuole il progetto?
“La sindaca Simona Contucci ha convocato un tavolo tecnico alla Regione, procedura a mio avviso corretta, ma che dimostra che l’amministrazione è interessata ad approfondire la questione, a fare una valutazione e quindi non esclude la possibilità di realizzare questo faraonico intervento – puntualizza la consigliera di minoranza -. La sindaca però è apparsa spesso contraddittoria nelle sue dichiarazioni: ha dichiarato di voler ‘coniugare’ tale progetto con la creazione della riserva naturale alla foce del Trigno e di voler sostenere la realizzazione del tratto di ciclovia adriatica di nostra competenza, nonché di tenere particolarmente agli aspetti ambientali. Come è possibile ‘coniugare’ tali interventi? In quella sede il parere del Comune è vincolante, deve dettare la linea e programmare o, come ritengo in questo caso, riprogrammare”.
Se aveste vinto voi le elezioni pensa che sareste stati subito contrari, bloccando il South Beach, oppure sotto sotto teme che la responsabilità di amministrare vi avrebbe fatto ragionare in termini di real politik e quindi valutare prima di esprimere un parere?
“In campagna elettorale abbiamo parlato molto della nostra visione di sviluppo del territorio, io in particolare ho parlato del tipo di pianificazione su ampia scala che vorrei per il mio paese, che io vedo come interscambio e continuità tra la fascia costiera, i comuni adiacenti e il nostro centro urbano, in un’ottica di sostenibilità ambientale. Avremmo escluso una progettazione di tale portata – chiarisce Giulia D’Antonio - e valutato di ridimensionare e adattare la pianificazione urbanistica di quella zona al contesto e ai principi che guidano la nostra idea di turismo e sviluppo, anche valutando di modificare il Piano regolatore vigente, ma sicuramente dando la priorità alla tutela del patrimonio naturale, della biodiversità e delle caratteristiche intrinseche del terreno in quel tratto di costa”.
Nel caso andasse avanti l’iter delle approvazioni voi della minoranza pensate di avere “armi” sufficientemente appuntite per scongiurarne la realizzazione?
“Sicuramente utilizzeremo tutte le armi a nostra disposizione per opporci fino alla fine”.
La Marina di Montenero ha cominciato a svilupparsi, nel senso di ospitare residenze private e strutture turistiche, solo di recente. Eppure ha sempre diviso l’opinione pubblica locale. Cosa rispondete a chi sostiene che se fosse stato per i sostenitori del turismo sostenibile e dell’ambientalismo, temi cari alla sinistra, sarebbe ancora oggi una distesa di cannucce anche l’area a nord del Trigno?
“In questi ultimi dieci anni, nulla è stato fatto e non certo per colpa della sinistra ambientalista, anzi. Vogliamo lo sviluppo alla marina, come lo hanno voluto le amministrazioni di centrosinistra anni fa. Ma in questo anno di pandemia molti hanno scelto il Molise come meta di vacanza proprio per queste caratteristiche del nostro territorio, quindi un turismo diverso è possibile e auspicabile, bisogna valutare gli impatti dei processi sulle risorse naturali che abbiamo e progettare uno sviluppo sostenibile”.