Il talento montenerese del violoncello, Tecla Benedetto, è stata una delle protagoniste dello spettacolo "Mimose. Mosaico di Donna", organizzato dal Comune di Urbino presso il Teatro Sanzio della città marchigiana in occasione della Festa della Donna. La rappresentazione sarà trasmessa online alle ore 21 su YouTube al link https://www.youtube.com/user/redazionecittaurbino. La manifestazione sarà trasmessa alle ore 22,30 dall’emittente televisiva Tele 2000 (Canale 16 del digitale terrestre). "L'evento - si legge sul sito del comune di Urbino - realizzato all’interno del Teatro Sanzio di Urbino nasce dalla voglia di raccontare le donne. Un solo grappolo di Mimosa con tanti fiori tutto intorno, ogni fiore una storia, una Donna. Storie, frammenti, racconti, voci, specchi di una e di tutte le Donne. Donne fragili, fortissime, violate, innamorate, comiche. In scena due donne, Giulia Bellucci e Tecla Benedetto, che rispettivamente con l’arte del racconto e con la musica, navigheranno verso gli universi del Femminile, perdendosi e ritrovandosi tra pensieri e suoni Con i piedi rotti e lo stinco dolorante balleremo un roboante Valzer uscito dalla penna di Doroty Parker nel 1933, o ascolteremo di divorzi con la dissacrante Nora Ephorn, passando per l’amore assoluto e struggente di una disperata Arianna in cerca del filo dei suoi anni e di un Teseo che non si trova, in quello che è l’unico testo scelto scritto da un uomo, Antonio Tabucchi. Sul finale anche un doveroso accenno a tutte le donne che vengono violate e che devono affrontare violenze di ogni genere, con il racconto autobiografico di Franca Rame sullo stupro, e subito di contrappunto le parole di Mariangela Gualtieri che ci ricordano l’amore e la gentilezza. Il tutto, contornato dalla musica, che è in costante dialogo con le parole. L’esecuzione si apre con il valzer in la minore di Chopin. Seguono quattro componimenti tratti dalle celebri suite per violoncello solo di Bach: Preludio IV suite, Sarabanda II suite, Preludio II suite e Preludio I suite. La loro scelta non è casuale perché dei recenti studi sostengono che la paternità di tali opere non sia solo del compositore tedesco, ma anche, e soprattutto, di sua moglie, Anna Magdalena Bach".