MONTENERO DI BISACCIA. "Un libro per riflettere sul nostro passato, che è stato determinante per una serie di diritti che sono stati conquistati, non concessi". Questo un passo dell'intervento di Sergio Sorella, che oggi pomeriggio ha presentato nella sala polivalente il suo libro "La zappa e l'aratro – contadini nel Molise dell'Ottocento". Un evento organizzato dall'Università delle tre età di Montenero, per la quale ha fatto gli onori di casa l'insegnante Rita Irace. A dare il benvenuto all'autore, nonché ex insegnante di diritto al Ragioneria di Termoli, anche la sindaca Simona Contucci.
Il volume conta 306 pagine ed è edito da Il bene comune edizioni. La vita agreste lo spunto iniziale per una disamina a tutto tondo delle condizioni di vita nell'Ottocento in Molise. Non solo agricoltura, come si potrebbe pensare dal titolo, ma in generale com'era la vita in un secolo che, ha spiegato Sorella, è più vicino di quanto si immagini. Basti pensare che i bisnonni vi appartenevano.
Il risultato è un saggio con molti dati, riguardanti centri molisani piccoli e grandi, oltre che l'intera regione. Un Molise che a partire dalla seconda metà dell'Ottocento ha avuto il tasso di emigrazione per numero di abitanti maggiore di tutta l'Italia. Benché a quell'epoca, paradossalmente, fu motivo di crescita in loco, grazie alle rimesse degli emigranti. Un mondo dove l'agricoltura era forza maggiore l'aspetto più importante della vita economica e produttiva, impiegando la quasi totalità della popolazione. Un mondo dove i diritti civili e politici, e persino l'alfabetizzazione, sono arrivati lentamente, spesso non grazie allo Stato ma alle singole individualità, e che sono stati conquistati non concessi.
Da qui l'importanza di conoscere la storia, di sapere che certe conquiste non sono arrivate per caso, ma dopo aver lottato.
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