MONTENERO DI BISACCIA. Secondo alcuni addetti ai lavori i motori non saranno accesi prima di Natale, ma è ragionevole supporre che invece ci si stia pensando eccome. Si voterà in primavera per il rinnovo del Consiglio comunale, ma il clima di incertezza che regna ha probabilmente pochi precedenti nella storia montenerese. L'ambiente ideale per provare a fare previsioni, o quanto meno analizzare le possibilità: quante liste ci saranno? Chi sfiderà Simona Contucci?
1- Ipotesi centrodestra ricompattato guidato dalla sindaca uscente. In questo caso vorrebbe dire che sarebbero risolti i dissapori che si trascinano da cinque anni, ma sfociati in una spaccatura di maggioranza da due. In sintesi il centrodestra dovrebbe ricucire le lacerazioni interne, far finta che gli ex assessori Tania Travaglini e Andrea Cardinali non abbiano mai litigato con la Contucci. Oppure, se loro insistono e restano coerenti, farli fuori. Significherebbe anche calmare, o ancora isolare, l'ex sindaco Nicola Travaglini, referente dei due ex assessori. È fuori dai giochi da cinque anni, ma è impensabile che non segua attentamente quel che succede.
Le possibilità che il centrodestra arrivi ricompattato non sono molte, in ogni caso. I contrasti nello scacchiere conservatore, sia di membri storici sia di ultimi arrivati come la stessa sindaca Contucci, sono ancora lì, evidenti.
Resta infine da capire il ruolo che avranno i vertici regionali di centrodestra, per primi quelli di Fratelli d'Italia. Ognuna delle due parti ne vanta il sostegno, Contucci da un lato, i suoi ex alleati dall'altro.
Se il centrodestra arrivasse compatto alle comunali 2026 lo scenario più verosimile sarebbe trovare due liste contrapposte: gli uscenti di maggioranza rappacificati e i progressisti, cinque stelle ecc. Va da sé che la sindaca uscente Contucci preferirebbe una sola lista di centrodestra, meglio se epurata di tutti gli elementi a lei ostili.
Foto: da sinistra Tania Travaglini, Simona Contucci, Andrea Cardinali
2- Ipotesi centrodestra spaccato in due liste, corsa a tre. Uno scenario che vedrebbe separate fino alle urne le due fazioni in cui si è divisa la lista che vinse cinque anni. Pertanto da una parte Simona Contucci con i suoi sei attuali di maggioranza, di provata fede contucciana, cui affiancare altri sei nuovi elementi per completare la squadra. Poi una lista formata dalla parte di centrodestra che non vuole più la sindaca almeno dal 2023, infine i progressisti, cinque stelle ecc. Uno schema a tre liste, delle quali due di centrodestra e una di centrosinistra, cioè la minoranza (da anni). Uno schema in cui avrebbero paura tutte e tre le fazioni in campo, con una battaglia all'ultimo voto, vista la polverizzazione dei consensi.
Foto: da sinistra Nicola Marraffino e Simona Contucci
3- Ipotesi campo largo. Si tratta di una possibilità che persino in Consiglio comunale è stata ventilata, ma da esponenti di maggioranza, cioè da chi subirebbe l'eventuale coalizione fatta da ex avversari: centrosinistra e parte di centrodestra in dissenso con la Contucci. A parlare di campo largo, a fine luglio, è stato Nicola Marraffino. L'assessore ha preso spunto dalla comunione di intenti dei quattro di minoranza e dei due ex di maggioranza in occasione della mozione di sfiducia, poi non passata, a seguito della telefonata sgradita della sindaca a un cittadino, reo di averla criticata sui social.
"Per inaugurare un campo largo, una telefonata vuota basta – le parole di Marraffino in Consiglio comunale - (...) perché solo poi il vuoto pneumatico può generare le accozzaglie, ripeto, Fratelli d'Italia, Pd, 5 stelle, divergenti politicamente da un punto di vista nazionale, di statuti, di stili eccetera eccetera, a Montenero di Bisaccia però questo può succedere".
Foto: da sinistra Nicola Palombo, Andrea Cardinali e Tania Travaglini
Il riferimento era a un sospetto che da un po' aleggia negli ambienti contucciani. O meglio, ne parlano apertamente: centrosinistra e centrodestra (nella parte a lei invisa) sarebbero pronti a mettersi insieme pur di vincere le comunali nel 2026. Dalle parti di Contucci e Marraffino lo chiamano campo largo. Una "unione disorganica politicamente" e un campo largo che, sempre secondo Marraffino, potrebbe dimostrarsi più che effimero "se arriva lo squillo da Campobasso e arriva l'incarico". Tradotto, un contentino regionale per qualche esponente del fronte dissidente.
Piccola ma necessaria parentesi storica: "disorganiche politicamente" a Montenero sono le liste vincenti almeno dal 2010 (ma volendo si può tornare più indietro). Coalizione impossibile fino a qualche mese prima fu anche quella che vide i dipietristi, e quindi Simona Contucci, dimenticare persino contenziosi legali per entrare nella maggioranza avversata e diventarne assessora nel 2015 (cinque anni dopo anche sindaca). Ma lo stesso Marraffino si è candidato alla Provincia e alla Regione con il centrosinistra nel 2011 e nel 2013. Non eletto, per poi entrare in maggioranza, comunale, diventando di centrodestra.
In conclusione, capitasse il campo largo non sarebbe chissà quale novità. Clamorosa come altre volte e sarebbe interessante, come altre volte, sentire come sarà giustificata dai protagonisti e come sarà attaccata dagli avversari. Gli stessi che a loro tempo hanno fatto ricorso a un campo largo pur di conquistare potere, poltrona e stipendi politici. La storia si ripete talvolta.
Nella foto in alto elaborazione digitale fatta dall'intelligenza artificiale Gemini