Una giornata per gli Internati Militari Italiani (IMI)

La resistenza (dimenticata) dei soldati che non cedettero al nazi-fascismo dopo l'8 settembre ha una data commemorativa ufficiale da quest'anno. A Montenero finora due soldati hanno ricevuto la medaglia

Altiero D'Ascenzo
19/09/2025
Attualità
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Per molti anni la storia dei 650.000 soldati italiani coinvolti nella seconda guerra mondiale, fu quasi messa in secondo piano. Gli IMI si consideravano quasi membri di una zona d’ombra. Oggi questa pagina di storia, raccontata ma non scritta, conosciuta da pochi perché raccontata da pochi, ha una sua data per non dimenticare. Da quest’anno, 2025, il 20 settembre, come stabilito dalla legge del 13 gennaio 2025 è stata istituita la “Giornata degli Internati Militari Italiani, dove si percorrerà con il ricordo, con cerimonie ufficiali, incontri, dibattiti, la storia degli internati militari e civili italiani. E’ una vicenda umana drammatica e dolorosa che ebbe seguito dopo la firma dell’Armistizio dell’8 settembre 1943 del Generale Badoglio, Comandante delle forze armate italiane, con il Comando militare di liberazione Anglo – Americano, per liberare la Penisola dall’occupazione tedesca. Prima di questa data l’Italia combatteva a fianco della Germania. Con la resa dell’Italia, la guerra era tutt’altro che finita. Subito dopo il comando tedesco aveva diramato il seguente ordine: “Tutti i soldati italiani, non disposti a continuare la guerra a fianco dei soldati tedeschi, dovevano essere disarmati e considerati prigionier di guerra”. Furono circa 650.000 i soldati che dissero “NO!” Con il loro rifiuto essi compromisero la propria libertà. Da qui iniziò la deportazione verso i lager nazisti, dislocati in gran parte in Germania, su quelli che ormai tutti chiamano i “treni della morte”. Vennero ammassati in piedi sui vagoni come bestie.
Il 20 settembre 1943 segna un evento storico, è il giorno in cui Hitler decide la derubricazione dei militari catturati dopo l’armistizio, da “prigionieri di guerra” a “internati militari”. Fu uno stratagemma per sottrarre i deportati italiani alla convenzione dei trattati di Ginevra del 1929 valida per i “prigionieri di guerra”. Vennero tragicamente chiamati “Schiavi di Hitler”. Soldati quindi che non erano prigionieri di guerra, per il Reich, internati nei lager utili alla causa tedesca per lo svolgimento di ogni tipologia di lavoro in condizioni di vita desolanti e deprecabili. Fu un periodo tristissimo fatto di privazioni, umiliazioni e vessazioni. L’alternativa sarebbe stato un “Si” alla Repubblica di Salò, a cui pochissimi IMI aderirono, invece con quel deciso “NO” ripetuto più volte, hanno mantenuto fede al loro “istinto di uomini liberi”. Circa 50.000 internati non fecero ritorno! 
Sono 13 i cittadini di Montenero di Bisaccia che hanno vissuto l’amara esperienza nei lager della Germania: Barbieri Cesare- Benedetto Michele- Caroselli Mario- D’Ascenzo Finause- Lauterio Antonio-Macario Vincenzo- Marchesani Antonio- Marchesani Michelino- Mariani Antonio- Miserere Pasquale- Molisano Luciano- Pezzotta Vincenzo- Zappitelli Salvatore Mario.
Lo Stato Italiano con legge 296/2006 ha conferito per gli IMI la medaglia d’onore. Il dovere della memoria tocca ai figli o nipoti. I parenti dei cittadini citati possono fare richiesta per ottenere il riconoscimento. Attualmente, per mia conoscenza diretta, sono stati insigniti di tale onorificenza gli ex internati militari D’ASCENZO Finause e PEZZOTTA Vincenzo. 
In questo giorno a loro dedicato, (20 settembre) dopo 80 anni, noi ricordiamo il loro sacrificio. Una ricorrenza che responsabilizza ricercatori e studiosi che hanno condiviso memorie, documenti e testi utili all’approfondimento storiografico della vicenda, per dare dignità ed onore a quelle persone che scegliendo i lager con il loro “NO!” hanno messo le basi per costruire un’Italia libera!
Dott. Altiero D’Ascenzo

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