In Consiglio arriva l'ammissione che le telefonate della sindaca a comuni cittadini ci sono sempre state

Oggi la discussione della mozione di sfiducia dopo la chiamata non gradita a un cittadino e la bufera conseguente. Rotto il silenzio, si scopre che la maggioranza intende continuare a telefonare: "normale confronto"

La Redazione
31/07/2025
Attualità
Condividi su:

MONTENERO DI BISACCIA. Se non altro ci sono state almeno tre novità: intervento di tutti i consiglieri, la sindaca che per la prima volta si alza in piedi per parlare, il cittadino è chiamato a chiedersi se vuole certe attenzioni telefoniche. Perché Simona Contucci continuerà a chiamare come e più di prima la gente comune, lo vuole il suo compito istituzionale ha detto.
Si è appena concluso l'atteso Consiglio comunale in cui si è discussa la mozione di sfiducia ai danni della sindaca. A scatenarla, com'è noto, la telefonata della stessa fatta un mese fa a un cittadino dopo una critica sui social. A seguire il silenzio della Contucci, nonostante la bufera. Silenzio interrotto oggi pomeriggio e la sostanza è che ritiene di aver fatto bene a telefonare. Ma la discussione è stata più articolata e lunga, con un botta e risposta fra maggioranza e minoranze. Eccone un sunto.
Ad aprire gli interventi non poteva che essere qualcuno della minoranza, poiché la stessa ha presentato la mozione per sfiduciare la Contucci. Pertanto il primo è stato Fabio De Risio, che ha parlato di "coltre di omertà" e "cappa di sudditanza" per descrivere un episodio, la telefonata sgradita, che sarebbe solo l'ultimo di una lunga serie. In altre parole, il cittadino proveniente dall'Inghilterra l'unico che si sarebbe ribellato. 

Secondo intervento quello del vice sindaco Claudio Spinozzi, che ha difeso senza indugi, e con veemenza per lui inedita, la sindaca. "Continuo a pensare che questa mozione è il titolo di apertura della campagna elettorale" un passo della sua accorata arringa. A suo giudizio telefonate come quella sotto accusa non sarebbero che una forma di "confronto con i cittadini".

La palla è ripassata ai banchi dell'opposizione, con il microfono a Giulia D'Antonio: "un fatto grave, che non va ricondotto a questo singolo episodio, ma è un metodo" e precisamente "il metodo Contucci". In altre parole, le telefonate della sindaca sarebbero una costante. Un qualcosa questo, che in tutte le due ore e mezza di discussione nessuno della maggioranza ha provato a smentire o minimizzare. Si telefona eccome.

Di nuovo dalla maggioranza ha replicato Fiorenza Del Borrello. L'assessora ha tacciato l'iniziativa degli avversari di contenere solo "fatti e atti inconcludenti", oltre che tanto "astio personale" verso la Contucci. E ancora: "un comizio politico come facevano i capipopolo". Una tesi, questa della campagna elettorale, sostenuta praticamente da tutti i membri di maggioranza.

Dalla minoranza Tania Travaglini ha invece parlato di "deriva autoritaria che sta contaminando il metodo amministrativo di questa maggioranza". Lei che fino a due anni fa ne ha fatto parte, ma che oggi ne è stupita di fronte al tentativo di arrivare a una sorta di "sorveglianza del pensiero".

Palla alla maggioranza e quindi ad Antonio Potalivo, che non interviene mai: "io questa paura non la vedo e parlo tutti i giorni con i cittadini". Ha perciò rimarcato la sua fiducia alla sindaca.

La parola di nuovo alla minoranza ed è stato Gianluca Monturano a parlare sempre di metodo della Contucci, che però stavolta "non ha fatto i conti con una persona che ha vissuto in Inghilterra" e che in pratica si sarebbe opposta, una reazione evidentemente non contemplata nel metodo Contucci.

A rimettere in pari la bilancia una insolitamente veemente assessora Loredana Dragani: "una mozione costruita intorno a una sola telefonata", che pertanto sarebbe "strumentale, forzata e sproporzionata". E quindi un secco no alla "politica fatta di sospetto e attacchi personali".

L'ex di maggioranza Andrea Cardinali a seguire ha affermato: "ridurre quel che sta succedendo a una cavolata (…) siamo all'assurdo". E poi il carico maggiore: "il sindaco non ama le critiche e io lo so bene perché in amministrazione (…) censura tutti quelli che la pensano diversamente da lei".

La chiamata in causa, il bersaglio della sfiducia, la comandante in capo, Simona Contucci, era seduta come sempre al centro della tavola a ferro di cavallo. Alternava risate a momenti di cruccio, oltre che, manco a dirlo, maneggiare il telefono spesso.

La discussione si è accesa di più quando è intervenuto l'assessore Nicola Marraffino. "Sei nelle mani sbagliate" ha detto rivolgendosi al cittadino che ha ricevuto la telefonata e che era in mezzo al folto pubblico. "Bastava venire da noi e in mezzora si sarebbe risolto tutto" le parole dell'assessore, per poi bollare la mozione come una "prova tecnica del campo largo promiscuo". In parole povere, un'alleanza bipartisan in vista delle comunali del prossimo anno.
Dalla minoranza gli ha fatto eco Nicola Palombo, che ha definito le parole appena sentite "allucinazioni". E poi "è un qualcosa di diffuso, non potevamo rimanere inermi, ci saremmo dovuti dimettere immediatamente se lo avessimo fatto". E rivolto alla Contucci: "sei allergica al dissenso". Infine l'ammissione che la mozione "non passerà, ma sappiamo quanto vale politicamente".

A quel punto l'intervento più atteso, quello della sindaca, che per la prima volta in cinque anni ha parlato in piedi. Il volto provato da un mese di polemiche cui non ha voluto replicare e tanto meno spiegare il perché di quella telefonata e dove abbia preso il numero di uno per lei sconosciuto. Ma al tempo stesso la sicurezza di una pronta a battersi, forte del sostegno dei sei che aveva accanto e che le hanno confermato la fiducia.
La sindaca ha definito la mozione una "vile operazione di sciacallaggio politico", per poi spiegare di avere avuto il numero da un contatto, ma di non poterlo rivelare per motivi di riservatezza. Secondo Simona Contucci la telefonata, come qualsiasi altra, è stata fatta con uno "spirito di dialogo e disponibilità" verso i cittadini, non per zittire. A motivare la chiamata, che secondo la versione del cittadino era un rimprovero per una critica, sarebbe stato un "motivo di pubblico interesse", come sempre. Nessuna violazione dei dati personali, inoltre, e a corroborare ciò la dichiarazione del responsabile per i dati personali nominato dal Comune.

La discussione è continuata con le varie dichiarazioni di voto, toni più alti, qualche offesa reciproca e incrociata sui titoli di studio. Dai gruppi di minoranza la difesa della Contucci è stata giudicata fragile, condita dei soliti "vittimismo e piagnisteo insopportabile che ribalta i ruoli" (Palombo). Per la maggioranza è intervenuto di nuovo Claudio Spinozzi: abbiamo "una visione di questo episodio minimalista, che non ha riscontro con certo catastrofismo".
In conclusione per la minoranza le telefonate di un sindaco dopo le critiche sono una pratica da condannare, eticamente prima che giuridicamente. Per la maggioranza, dopo un mese, arriva la candida ammissione che le telefonate sono una pratica regolare, da sempre. Per i cittadini, vien da supporre, l'inedito pensiero di dover decidere se si desiderano o meno certe attenzioni. O se, dopo una critica sui social, bisogna aspettarsi una bella chiamata di "chiarimento e confronto" dal sindaco in persona. Dalla minoranza una condanna netta, dalla maggioranza quasi un'occasione per normalizzare, far venire alla luce e far accettare a tutti una pratica attiva da anni. Questo almeno si è capito.
La mozione di sfiducia non è passata, come previsto e prevedibile, per un solo voto di vantaggio, l'unico che ha la maggioranza da quando, nel 2023, si è spaccata. Quanto alle telefonate della sindaca, anti critica o amichevoli, da domani si vedrà se riprenderanno regolari dopo questo mese di bufera.

Leggi altre notizie su Montenero Notizie
Condividi su: