MONTENERO DI BISACCIA. 22 giugno, ma di che anno? Rispondere non è difficile: si tratta del 1985. E si era in una situazione di statico fermento, un ossimoro solo all'apparenza. La foto è stata scattata da Gorizio Pezzotta e pubblicata da Antonio Assogna sulla propria pagina Facebook. Si tratta di un cartello scritto a mano con pennarello (era il 1985) e in esso il Partito comunista italiano invita i cittadini a un'assemblea per discutere dell'impasse che perdura da oltre un mese. Difatti non si riesce a costituire una maggioranza ed eleggere sindaco e giunta (non c'era ancora l'elezione diretta). Il locale scelto ospita da anni una palestra, ma all'epoca era ancora chiamato l'ex A&O. Questo perché c'era stato, dieci anni prima e per poco tempo, un grande supermercato. Forse troppo grande per i tempi. Un decennio durante il quale qualcuno aveva provato anche con una sala giochi, anch'essa troppo grande e che uguale non ebbe fortuna. Adesso, nel 1985, è il Pci a tentare la fortuna nel grande locale interrato di via Frentana. E almeno il partitone rosso l'avrà eccome fortuna, per spiegare la quale occorre fare un passo indietro di alcune settimane.
I centristi (Democrazia cristiana e civiche collegate) dopo aver amministrato cinque anni filati, e per la prima volta dal 1965 senza dover ricorrere all'appoggio dei comunisti, arrivano alla scadenza elettorale del 1985 spaccati. Si presentano agli elettori la Dc ufficiale e altre due civiche, delle quali una abbastanza forte da insidiare seriamente la Balena bianca. Si tratta della Spiga, dove è candidato anche il sindaco uscente Armando Benedetto, ma ha come condottiero Marcello Borgia, allora giovane insegnante e commercialista. Obiettivo della Spiga è non consegnare il Comune alla Dc, che punta anch'essa su un giovane, che è Teresio Di Pietro.
Il finale conferma il secolare adagio secondo cui fra i due litiganti il terzo gode. E il terzo, a quel tempo, ha ancora falce e martello nel simbolo, saluta a pugno chiuso, comincia i comizi con "compagne e compagni". A guidarlo è sempre un giovane, Nicola D'Ascanio.
E qui entra in gioco il manifesto scritto a mano e fotografato da Gorizio Assogna a suo tempo.
Dal voto del 12 maggio 1985 è passato oltre un mese quando i comunisti invitano all'incontro nei locali dell'ex A&O. Tant'è che parlano di "rimuovere il grave ritardo della costituzione di una nuova amministrazione comunale".
Il compromesso fra moderati e compagni avviene più tardi, durante l'estate, quando le due componenti dapprima si annusano, poi arrivano a un accordo: sindaco rosso, giunta mista. È il trionfo di Nicola D'Ascanio, sindaco alla prima candidatura, a trentatré anni, un suo indiscutibile successo. Ne seguiranno altri, poi la sua parabola scenderà. Diventa sindaco il 26 agosto al quinto Consiglio comunale convocato per arrivare a una nuova amministrazione.