Risorse idriche: in Molise acqua potabile a rischio medio tendente a elevato

L'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino meridionale ha diffuso i dati. Nei piani futuri prevista la cessione di acqua dal Liscione alla Puglia per scopi irrigui

La Redazione
28/05/2025
Attualità
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CASERTA. Uno stato definito di "severità idrica sia per il comparto potabile che per quello irriguo". È quanto emerge dalla seduta di ieri dell'Osservatorio sugli utilizzi delle risorse idriche dell'Autorità distrettuale di bacino dell'Appennino Meridionale. Riguarda, pertanto, anche il Molise. E difatti la più piccola fra le sette regioni di competenza dell'ente è citata nel comunicato stampa. 
“I dati disponibili e le analisi condotte per i principali schemi idrici distrettuali hanno consentito di rilevare la presenza di situazioni di significativa criticità”, questo il commento di Vera Corbelli, segretaria generale dell'Autorità distrettuale di bacino. Criticità che riguardano anche il Molise, sebbene non nella gravità di altre regioni meridionali, ma in maniera diversa a seconda che si faccia riferimento all'acqua potabile o a quella usata per irrigare i campi. Nel primo caso la regione è classificata come area "a severità media tendente a critica", mentre per quanto riguarda l'irrigazione è o non classificata del tutto oppure, limitatamente al solo Basso Molise (dalle Piane di Larino al fiume Trigno), definita "a severità idrica media".
In sintesi, ci sono problemi per l'acqua potabile, meno per quella destinata a irrigazione, se non dove la stessa è usata, sebbene non sempre in modo intensivo, vale a dire nelle zone più prossime alla costa.
Per quanto riguarda gli usi potabili, fanno compagnia al Molise Puglia, Lazio, province di Avellino, Benevento e Chieti. Più difficile la situazione per le province di Crotone, Reggio Calabria, per lo schema Basento-Camastra-Agri (severità critica elevata).
Viceversa le criticità per quanto riguarda l'irrigazione dei campi riguardano soprattutto altre aree del Meridione e in particolare Basilicata, Calabria, Lazio e Puglia.
La dottoressa Vera Corbelli ha esposto infine le possibili soluzioni, sia a breve sia a lungo termine. 
Pertanto diventa necessario "un monitoraggio di condizione di disponibilità e loro evoluzione", ma anche "la definizione ed attuazione un programma di erogazioni ridotto in ragione delle disponibilità idriche (preservando innanzitutto l’uso potabile)". Per gli impianti irrigui in agricoltura invece occorre un programma "di irrigazione di soccorso con priorità per le aree con impianti a ciclo pluriennale". Il tutto facendo ricorso anche a "misure di contenimento dei consumi ed azioni e realizzazione di interventi di immediata attuazione che consentono il recupero di risorsa o attuazione della stessa, nonché di supporto all’azione nelle fase emergenziale".
Fra gli interventi a lungo termine è citato anche il trasferimento di acqua dagli invasi molisani del Liscione e di Occhito in favore della Puglia. Argomento che di recente è stato affrontato anche dal consigliere regionale pugliese Antonio Tutolo, che ne ha discusso qualche giorno fa con il presidente della giunta regionale del Molise Francesco Roberti.


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