Il sogno abruzzese di De Risio e Monturano torna in Consiglio

I due esponenti di minoranza hanno presentato una mozione che sarà discussa nella prossima riunione: arrivare a un referendum cittadino per far passare Montenero in Abruzzo

Rossano D'Antonio
22/04/2025
Politica
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MONTENERO DI BISACCIA. Tornare con l'Abruzzo: Gianluca Monturano e Fabio De Risio ci riprovano e chiedono che sia indetto un referendum. È stata protocollata oggi la richiesta di discussione di una mozione in Consiglio comunale, previsto nei prossimi giorni.
In particolare i due consiglieri di minoranza si rifanno all'articolo 132 della Costituzione italiana, secondo il quale un Comune si può staccare dalla regione di appartenenza ed entrare a far parte di un'altra. Uno dei metodi consiste appunto nell'indire una consultazione referendaria. Nella fattispecie di Montenero diventare abruzzese, cioè spostare il confine regionale dal canale Formale del Mulino al Mergolo.
Per De Risio e Monturano si tratta di un argomento già affrontato in passato, per il quale hanno organizzato anche un convegno nella sala consiliare. Il loro punto di riferimento, citato anche nella mozione che sarà discussa in Consiglio, la provincia di Isernia, per la quale si discute sul passaggio dell'intero territorio provinciale all'Abruzzo. Proposito finora non riuscito, nonostante le cinquemila firme raccolte, per problemi a carattere procedurale nell'indizione del referendum.
Ed è proprio per questo motivo che si chiede all'amministrazione comunale di Montenero di provvedere, affinché sia possibile arrivare al referendum, a regolamentare la materia. Cosa molto complicata per diversi motivi, come si spiegherà fra poco.
Prima è il caso di riassumere i motivi secondo i quali per i due consiglieri di minoranza è il caso di abbandonare il Molise. "Negli ultimi anni si è manifestata, in diverse occasioni pubbliche e attraverso segnalazioni da parte dei cittadini di Montenero di Bisaccia – si legge nella mozione -, una crescente attenzione verso l’ipotesi di aggregazione del Comune di Montenero di Bisaccia alla Regione Abruzzo, per motivazioni connesse all’eccesso e all’efficienza dei servizi di cittadinanza, quali sanità, istruzione e mobilità, nonché all’aggravio delle condizioni socio-economiche della Regione Molise e della nostra comunità, e a legami storico-culturali con il vicino Abruzzo".
Detto altrimenti, se ce ne andassimo con i confinanti staremmo meglio, almeno per Monturano e De Risio. Tuttavia, anche in caso di esito positivo di un referendum cittadino, il passaggio o annessione che dir si voglia dovrebbe passare sotto la doppia forca caudina dell'approvazione di entrambe i Consigli regionali: chi lascia andare e chi riceve.
Nel frattempo occorrerà verificare come sarà votata la mozione in Consiglio comunale e il risultato può essere anticipato con approssimazione di errore vicina allo zero: la maggioranza voterà contro, non ci sarà nessun referendum.
Ma qualora la sindaca Simona Contucci e suoi più o meno sei fedelissimi votassero a favore? Entro sessanta giorni bisognerebbe definire le modalità del referendum, così è chiesto nella mozione. Facile? Mica tanto.
A Montenero il referendum cittadino è previsto dallo Statuto comunale, ma non è mai stato messo in atto. Ci si era andati vicini a inizio 2003, quando la maggioranza allora di centrosinistra ebbe dei mal di pancia sulla realizzazione di una centrale elettrica turbogas. Dapprima favorevole, quando diventò contraria per contrasti interni pensò di passare la castagna bollente ai cittadini. Alla fine il referendum non ci fu, perché progressisti, moderati e persino radical chic locali ritrovarono (almeno per il momento) l'unità in altro modo. Ma resta da allora il nodo: nel caso si arrivi a un referendum, come farlo? 
E già, perché andrebbe almeno regolamentato e la maniera più semplice sarebbe far riunire la commissione Statuto e regolamenti. Ma quest'ultima non può essere riunita perché la maggioranza non la controlla più da quando si è spaccata, cioè da due anni. Allora bisognerebbe fare tutto in Consiglio comunale, con conseguenti tempi dilatati e, di fatto, impossibilità o quasi di coinvolgere efficacemente anche la minoranza, come è almeno consigliabile quando si tratta di regole. Ergo, la mozione sarà con ogni probabilità, a maggior ragione, bocciata.
Vi è però una novità nella convocazione del prossimo Consiglio comunale. La conferenza dei capigruppo è in programma domani pomeriggio alle 15:30 (i Consigli si possono fare solo di mattina, nonostante le proteste di chi lavora, le capigruppo anche di pomeriggio, questa la regola non scritta della maggioranza). Per la prima volta compare nel documento di convocazione anche il gruppo consiliare appena costituito, facente capo a Tania Travaglini e Andrea Cardinali. E si tratta del gruppo Fratelli d'Italia, l'unico con nome di partito fra i quattro, che tanto clamore ha fatto un mese fa al momento della costituzione. Si tratta infatti dei due consiglieri, ex assessori, che non fanno più parte della maggioranza dall'estate 2023. Per loro sarà il primo Consiglio comunale in cui anche ufficialmente saranno staccati dagli ex alleati, per altro col nome del primo partito del centrodestra montenerese e nazionale, in un'amministrazione che si rifà al centrodestra. Come voteranno la mozione per l'annessione all'Abruzzo?

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