MONTENERO DI BISACCIA. A un certo punto aveva cominciato a girare la voce che persino Jovanotti sarebbe venuto per l'intitolazione della scuola a Sammy Basso. Era una bufala, ma che sarebbe dovuto venire il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara era vero. A confermarlo tutte le disposizioni di sicurezza, come i cestini coperti con bustoni neri per impedire che vi si potessero collocare bombe. Mentre i cani per annusare gli esplosivi non sono stati fatti scendere dal furgone, forse perché pioveva, forse perché era già arrivata la notizia del forfait: il ministro non sarebbe venuto. Erano le 10:00. D'un colpo via tutte le previsioni. Verrà con macchinoni blindati e una scorta stile Obama a Roma quella volta. No, verrà con l'elicottero, vedrai che il pilota è così bravo che non si spaventa del maltempo. Invece no: Valditara non viene, e lo fa sapere all'ultimo momento, ma si collegherà in diretta. E così è stato. Secondo i più maligni, a dire il vero parecchi, non è apparso in pessime condizioni di salute, come era stato detto, anzi. Niente tipici suoni nasali del range delle frequenze medie nella voce, nemmeno roca, nessun colpo di tosse, niente iperemia congiuntivale o qualche altro segnale, almeno evidente, di influenza.
Il suo intervento in collegamento è durato poco meno di dieci minuti. Non ha pronunciato una sola volta il nome del paese interessato: Montenero di Bisaccia. Eppure davanti a sé aveva qualche pezzo di carta, su cui mentre gli altri parlavano annotava qualcosa con un pennarello. Evidentemente non il nome del paese nel quale avrebbe dovuto recarsi.
Per i politici presenti, dagli amministratori comunali ai regionali la delusione di non potersi fregiare della foto col ministro. Per il resto manifestazione riuscita, nonostante la pioggia e gli spazi diventati angusti per la folla nella sala consiliare. Ha funzionato tutto: i veri protagonisti sono bambini e ragazzi.
Quanto allo striscione di sei metri con la scritta "benvenuto ministro", non esposto a causa del forfait, finirà in qualche deposito della scuola a prendere polvere.
Di seguito la trascrizione del discorso tenuto dal ministro Giuseppe Valditara. Per verificare che non citi una sola volta Montenero di Bisaccia si può cercare in due modi: leggendo tutto il testo oppure con la funzione ricerca, Ctrl+f.
«A tutti voi un saluto particolarmente affettuoso, ai genitori, agli studenti, ai docenti. Un caro saluto alle autorità presenti e un caro ringraziamento all'Istituto Onnicomprensivo, all'Istituto scolastico che da oggi si chiamerà "Sammy Basso", che ha saputo cogliere la sfida che avevo lanciato alle scuole italiane. Sammy è stato un protagonista meraviglioso, una testimonianza straordinaria. Dobbiamo proprio in una scuola, proprio nelle scuole, ricordare questa sua testimonianza.
Io credo che abbiamo tutti noi imparato molto dal dottor Basso, da Sammy Basso, e in una società sempre più caratterizzata da un egoismo individualista, da odi, invidia arroganza, prepotenza, bullismo, violenza. Leggevo proprio questa mattina un'agenzia che in Australia, pensate un po' in Australia dall'altra parte del mondo, i dirigenti scolastici presidi scappano da scuola, non vogliono più fare quel lavoro perché circa la metà se non ricordo male ha subito episodi di violenza, di prepotenza da parte degli studenti e da parte dei genitori.
Ecco, in una società di questo tipo noi abbiamo bisogno di far sì che questa straordinaria testimonianza di Sammy, divenga una lezione quotidiana, sia una testimonianza, una traccia che non vada dispersa. Perché, vedete, proprio lui che aveva condizioni di vita e di salute così difficili, ha saputo ricondurci, ha saputo svelarci l'essenza dell'umano. Non si è fatto catturare dal presente, da un presente spesso effimero, ma ha saputo immaginare il futuro. Non solo, ha voluto costruire il futuro. E costruire il futuro significa non soltanto convivere con dei sogni molto belli, anche importanti, anzi l'uomo deve sognare, i giovani devono tornare a sognare. Ma significa anche, più potentemente, realizzare quei sogni. Incarnare quei sogni in progetti, lavorare, vivere per quei progetti. È quello che Sammy ha saputo fare costantemente, incessantemente. Ha aggiunto un contributo suo alla realtà che lo circondava, non soltanto le due lauree ma l'attività di ricerca come avete detto molto bene prima, la divulgazione scientifica, la testimonianza, l'impegno, l'impegno a trasformare soprattutto la sua esperienza e le sue conoscenze, il suo studio, la sua sapienza, in un beneficio autentico, per gli altri per altri ammalati, per altre persone.
La vita di Sammy è stata una ininterrotta celebrazione dell'essere umano, della sua possibilità di non essere ostaggio delle situazioni, anche le più difficili, della unicità dell'essere umano. Lui ha lavorato per gli altri, ha coltivato la speranza, ha invitato a rialzarsi, perché anche lui è caduto, anche lui è stato testimone di fallimenti, ma ha sempre saputo rialzarsi, ha sempre guardato, come ha detto molto bene sua mamma prima, ha sempre guardato al futuro con il sorriso, con l'impegno, con la voglia di costruire di realizzare.
Ci ha dato una testimonianza meravigliosa, di grandezza di ogni persona umana. Al di là delle sue caratteristiche la persona umana è unica, è bella, è straordinaria. E se Sammy è riuscito a raggiungere certi risultati, ogni giovane deve mettersi in mente, qualunque siano le sue condizioni, può realizzare i propri talenti. Saranno talenti diversi, perché per fortuna c'è la diversità in questo mondo. La diversità è sintomo di ricchezza, di bellezza. La ricchezza, la bellezza della diversità nascondono talenti straordinari in ciascuno di noi. È importante che la scuola aiuti un giovane a individuare quei talenti, a coltivarli a far sì che come Sammy possano sbocciare in fiori meravigliosi. Sammy mi ha fatto venire in mente questo esempio straordinario di vita, mi ha fatto venire in mente un passaggio di Blaise Pascal: "l'uomo non è che una canna, è la più fragile di tutta la natura, ma è una canna pensante".
Ecco Sammy ci ha continuamente spronati, noi che spesso e volentieri ci sentiamo un po' canne al vento, ad essere invece ogni giorno una canna pensante, ad essere soggetti pensanti, che con l'impegno, con la fatica, con la costanza sanno trasformare i loro sogni in realtà stupende. Non soltanto per noi stessi, non soltanto chiusi in una torre d'avorio, perché spesso e volentieri ci capita nella società, di un individualismo egoista, di utilizzare i nostri talenti esclusivamente per noi stessi. Sammy invece ci ha dato un'altra lezione: la solidarietà verso gli altri, questi talenti spenderli per gli altri. E allora credo che questa sua sconfinata ricchezza interiore, il modo prezioso con cui mai denunciato agli affetti, alle amicizie, a un incontro sempre sorprendente con l'altro, ci ricorda che non c'è progetto senza una relazione autentica.
Ecco anche qua educare ai rapporti con gli altri, rapporti sani, rapporti belli, educazione alle relazioni corrette nei confronti di chi ci sta accanto, nei confronti del prossimo e anche di coloro che sono lontani. Io credo che Sammy rappresenti la forza del bene. Io credo che Sammy e mi rivolgo a lui direttamente, tu Sammy sei stato un autentico maestro di vita, grazie.
(…)
Direttore grazie, grazie a tutti voi, non mancherò di essere con voi appena possibile. Grazie soprattutto per questa bellissima cerimonia grazie.»
Gli interventi del ministro Valditara in collegamento si trovano al minuto: 33' 45" – 41' 43" e 51' 35" – 51' 45", qui il video della cerimonia
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