A Guglionesi è vietato coltivare le fave: provvedimento necessario o eccesso di cautela?

La riflessione di Antonio Di Pasquale dopo l'ordinanza del commissario prefettizio, che vieta semina fino a 300 metri dall'abitato perché ci sono casi di favismo

La Redazione
28/02/2025
Attualità
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Riceviamo e pubblichiamo da Antonio Di Pasquale:
Il 27 febbraio 2025, il Commissario Straordinario di Guglionesi, Dott.ssa Patrizia Perrino, ha emesso l'Ordinanza n. 3, imponendo un divieto assoluto di coltivazione ed esposizione ai fini di vendita delle fave nel perimetro urbano. Questa decisione è stata motivata dalla presenza di soggetti affetti da carenza dell'enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi (G6PD), noto come favismo, che può causare gravi crisi emolitiche anche a seguito di contatti accidentali con le fave.
L'ordinanza sottolinea il rischio potenziale per la salute pubblica, affermando che il contatto con fave e l'inalazione dei loro pollini potrebbero provocare crisi emolitiche pericolose per la vita di chi è affetto da deficit di G6PD. Tuttavia, è importante considerare le evidenze scientifiche più recenti ed i pareri di esperti in materia.Il professor Lucio Luzzatto, eminente ematologo e genetista, ha sottolineato che l'inalazione dei pollini di fave non può causare crisi emolitiche per i portatori della carenza di G6PD. Secondo Luzzatto, la vicina e la convicina, le sostanze tossiche presenti nelle fave, non sono volatili e quindi non possono essere inalate. Questo aspetto mette in discussione la giustificazione principale dell'ordinanza, sollevando interrogativi sulla necessità di un divieto così ampio.
La G6PD è una variante genetica che colpisce una parte significativa della popolazione mondiale, ma non deve essere considerata una malattia nel senso tradizionale del termine. È una condizione che, in situazioni particolari, può scatenare una crisi emolitica, soprattutto in presenza di fave. Tuttavia, Luzzatto chiarisce che gli unici alimenti da evitare sono le fave; gli altri legumi non presentano lo stesso rischio.
Il Ministero della Salute, attraverso il Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare (CNSA), ha confermato in un parere datato 11 dicembre 2023 che attualmente non vi sono evidenze sufficienti per affermare che l'esposizione ai pollini di fave possa causare crisi emolitiche acute. Questo parere si allinea con la posizione del Prof. Luzzatto, suggerendo che le crisi emolitiche siano correlate principalmente all'ingestione di fave e non alla loro semplice presenza nell'ambiente. Pertanto, il divieto di coltivazione e vendita delle fave appare eccessivo, considerando che molti individui con carenza di G6PD possono condurre una vita normale senza particolari restrizioni alimentari, a parte l'evitare le fave.
Inoltre, l'ordinanza prevede sanzioni per chi non rispetta il divieto, il che potrebbe sembrare eccessivo, soprattutto se si considera che la maggior parte dei portatori di G6PD non presenta sintomi e può tranquillamente consumare altri legumi. La misura, seppur motivata dalla tutela della salute pubblica, potrebbe generare confusione e stigmatizzazione nei confronti di chi vive con questa condizione.
È fondamentale che le autorità locali considerino un approccio più informato e basato su evidenze scientifiche. Invece di un divieto assoluto, si potrebbe optare per campagne di sensibilizzazione e informazione, sia per i coltivatori che per i consumatori, in modo da garantire la sicurezza senza compromettere la libertà economica e la tradizione agricola della comunità.
In conclusione, l'ordinanza del Commissario Straordinario di Guglionesi, così come tante altre uguali emesse sul territorio Regionale, solleva importanti questioni sulla gestione della salute pubblica e sull'interpretazione delle evidenze scientifiche. È essenziale che le politiche adottate siano basate su dati concreti e non su allarmismi infondati, affinché si possano adottare misure efficaci senza ricorrere a divieti eccessivi e potenzialmente dannosi per la comunità.
Antonio Di Pasquale

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