Un impianto di bio combustibile al posto dell'Inerti Trigno: ecco cos'è

Giorni fa il post allarmato di Fabio De Risio. Ma di cosa si tratta? Avrà impatti sull'ambiente? I pareri di azienda e Arpam

Rossano D'Antonio
12/08/2024
Attualità
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MONTENERO DI BISACCIA. Ennesimo attacco ambientale al territorio oppure l'opportunità di dare una nuova vita a un capannone dismesso da anni? La riflessione nasce dopo il post di Fabio De Risio sulla sua pagina Facebook qualche giorno fa. L'occasione per analizzare un progetto che il consigliere comunale di minoranza fa capire chiaramente di non gradire: impianto per trasformare i fanghi derivanti dalle fogne in bio combustibile. Ma di cosa si tratta? Dove sarebbe ubicato? A che punto sono le autorizzazioni? Si prova a dare delle risposte nelle righe che seguono.
Cos'è? Il progetto prevede un impianto di trattamento di reflui civili, vale a dire gli scarichi delle normali fogne, tramite un procedimento chiamato carbonizzazione idrotermale. Tradotto alla meglio: processo di conversione delle biomasse anche in presenza di liquidi. Il prodotto finale sarebbe principalmente bio-lignite, un combustibile. 60000 tonnellate all'anno il quantitativo di rifiuti trattati.
Dove? Si tratterebbe di riconvertire un capannone in disuso da una ventina di anni almeno, a suo tempo usato per produrre travi di cemento armato dalla Inerti Trigno. Si trova a circa cinquanta metri dal fiume Trigno, sulla destra appena prima del ponte che divide Abruzzo e Molise, pertanto sulla Provinciale 55 e in contrada San Biase.
Chi? La proposta è della Nrg Plus, una srl con sede a Montenero di Bisaccia, costituita nel dicembre 2021 e il cui amministratore unico è residente in un comune in provincia di Pescara.  Il capannone da riconvertire è dichiarato di proprietà dell'azienda.
Costo? È previsto in venticinquemilioni di euro, questa la cifra riportata nella documentazione depositata presso la Regione Molise.
Interazione con aree protette? Il capannone si trova molto vicino a due aree Sic (Siti di importanza comunitaria): Foce Trigno-Marina di Petacciato e Fiume Trigno medio e basso corso. Ma secondo quanto dichiarato non rientra nelle suddette aree.

Il parere della ditta proponente: l'impianto, se realizzato, non avrebbe "effetti significativi sui sistemi ambientali, sugli habitat e sulle persone". In altre parole, niente di preoccupante per il confinante fiume e per tutto il resto.
Foto: pianta dello stabilimento una volta completato

Fin qui ciò che dichiara l'azienda interessata, ma qual è invece il parere degli enti preposti alle verifiche sul progetto e al rilascio delle autorizzazioni per arrivare alla realizzazione vera e propria? Finora un responso è arrivato solo dalla Regione Molise e dall'Arpam (Agenzia regionale per la protezione ambientale). Nessun parere, viceversa, è dai vari Comuni/enti molisani coinvolti a vario titolo: oltre a Montenero di Bisaccia, provincia di Campobasso, Mafalda, Tavenna, Guglionesi, Petacciato e Montecilfone. Dal canto suo la Regione Abruzzo, pur precisando che la competenza è molisana, ha chiesto rassicurazioni sull'eventuale incidenza sul Sic che abbraccia anche parte del suo territorio. Ed ecco i pareri e le osservazioni dell'Arpa Molise dopo lo studio della documentazione presentata dalla Nrg Plus. Non una promozione piena, ma piuttosto un rinvio a settembre.
Qualità dell'aria, odori, emissioni in atmosfera. L'impianto funzionerebbe trecento giorni all'anno e tratterebbe 60000 tonnellate di fanghi provenienti dalle fognature urbane. Per quanto riguarda gli odori l'Arpam evidenzia quelle che ritiene "alcune incongruenze", poiché non emergerebbe "con chiarezza se l'impianto sarà fonte o meno di emissioni odorigene". Così come sarebbe stato preferibile, scrive l'Arpam, un maggiore dettaglio in merito alla eventuale fase di emergenza, con una stima dei tempi di durata e delle emissioni in atmosfera legate a questa fase emergenziale". In definitiva, l'Agenzia per l'ambiente ritiene di non disporre "elementi sufficienti per escludere impatti significativi sull’ambiente per quanto attiene alla qualità dell’aria".
Rifiuti. L'"incertezza sulla quantità/qualità dei rifiuti prodotti e relative possibili 'classi di pericolo' non permette la valutazione degli impatti sulle matrici coinvolte". Da qui, anche per i rifiuti prodotti, la conclusione che "non è possibile escludere impatti sull’ambiente".
Prelievi idrici. Anche in questo caso è sottolineata un'incongruenza, laddove è indicato che si preleverà l'acqua sia dalla rete idrica, sia dal fiume. In questo secondo caso escludendo il disseccamento del corso d'acqua. Secondo l'Arpa si tratta di "carenze informative e incertezze progettuali" che "non permettono una compiuta valutazione degli impatti sulle matrici coinvolte, non consentendo di escludere potenziali impatti significativi e negativi sull’ambiente".
Anche sulle acque scaricate dall'impianto, le reflue, la relazione merita un appunto, così come si invita a un approfondimento sulla sezione riguardante l'impatto sull'ecosistema fluviale.
Rumore. Lo studio sulle emissioni acustiche è definito a sua volta "inadeguato", da qui l'impossibilità di escludere impatti significativi.
Il parere finale. L'Arpam ritiene di non avere elementi sufficienti per escludere che il progetto presentato dalla Ditta NRG Plus Srl (...) non determini impatti negativi significativi sull’ambiente". Non una bocciatura, in sintesi, ma nemmeno una promozione. Tuttavia sussistono "le condizioni perché lo stesso sia incluso nella procedura di Valutazione di impatto ambientale rimettendo, tuttavia, a codesta autorità competente l’adozione della decisione definitiva".
L'autorità competente indicata è la Regione Molise, la quale ha dato il via libera per la Valutazione di impatto ambientale. Ne consegue che saranno avviate consultazioni, analisi di documentazione, conferenze. Per la Nrg Plus si tratta solo del primo passo nel l'iter, quanto lungo si vedrà, per arrivare a un'autorizzazione o a un diniego. 

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