MONTENERO DI BISACCIA. Croce e delizia delle amministrazioni comunali almeno negli ultimi venti anni, un qualcosa che non dà voti ma che da un certo punto in poi è diventato quasi l'obiettivo più importante. E chi arriva dopo, sistematicamente, ripete o solo pensa che i tempi sono cambiati e che lui/lei è meglio di chi c'era prima. L'Estate montenerese non c'è stata sempre, ma da quando c'è scatena le polemiche. Negli anni è diventata il tentativo dell'amministrazione comunale quasi di monopolizzare il divertimento, un'intrusione che certo non piace a chi ha un'idea liberal e che vorrebbe fossero solo i privati a occuparsene, oppure ritiene che l'amministrazione comunale non è una Pro Loco (che svolge egregiamente il suo compito, sia chiaro). Tuttavia da oltre venti anni l'Estate montenerese c'è e guai per chi è nella stanza dei bottoni a non approntare il "cartellone" entro i primi di luglio, meglio se fine giugno.
Di seguito un excursus di come si è evoluta nel corso dell'ultimo quarto di secolo.
Fino agli anni Novanta l'Estate montenerese non c'era, almeno non come cartellone organizzato e pubblicizzato come oggi. Sicuramente non era una mission amministrativa. Chi organizzava un concerto d'estate, per esempio, chiedeva al Comune soltanto le autorizzazioni per il suolo pubblico, ordine ecc. non anche un contributo. Dal canto suo l'amministrazione si limitava a qualche serata danzante e ad accompagnare i balli erano musicisti del posto.
Con l'avvento degli anni Duemila arriva la prima bozza di calendario organizzato, ma ancora non c'è un assessore che se ne occupa. È infatti Orazio Digaetano, consigliere comunale con delega alla Cultura, a fare tutto. Predilige gli eventi di nicchia, ma c'è spazio per tutti. Quello che manca, attenzione, sono le risorse: il Comune in quei tempi non spende molto per gli eventi estivi. Cambierà di lì a poco, ma ci arriviamo fra qualche riga. Per qualche anno è la Pro Loco Frentana a organizzare l'Estate montenerese, che cerca di proporre un'offerta eterogenea, dalla serata musicale al torneo, passando per le mostre fotografiche, le sagre ecc.
Nel 2005 un deciso cambio di passo, quando la Cultura da delega consiliare diventa assessorile. Così il neo eletto Giuseppe Di Pinto oltre a dare la sua impronta al cartellone, può contare su risorse più consistenti. Un po' riluttante, il sindaco Giuseppe D'Ascenzo lascia che la spesa annuale per l'Estate montenerese (ormai si chiama così da qualche anno) superi i trentamila euro. Andrà così per tutto il quinquennio/mandato. Il neo assessore prende quanto fatto dalla Pro Loco, con cui ovviamente continua a collaborare, e dà una spinta in più. In fondo ha più soldi. Come ormai succede da qualche anno, il programma abbraccia tutti i settori, dal divertimento alla cultura, dalla presentazione di un libro alla serata danzante.
Dal canto suo l'assessore Di Pinto dà un personale imprinting, dedicando almeno una serata a personaggi famosi e già il primo anno, a qualche mese dall'arrivo in Comune, fa esibire il comico Pino Campagna. Il primo di una lunga serie, ma non arriverà mai a pagare per una sola serata oltre ventimila euro come è successo ultimamente.
E le polemiche? Non mancano certo, un po' come succede per Sanremo, fatte le dovute proporzioni. Di Pinto però non è eccessivamente permaloso, si lascia criticare, almeno fino a un certo punto.
Una precisazione: in questo periodo la piazza è affollata ogni sera d'estate, l'abitudine di uscire sempre e comunque, sempre verso San Salvo, non c'è ancora. E non perché ogni sera suonino gli U2, i Rolling Stones o si riesca a resuscitare i Beatles. I monteneresi escono nella propria piazza spontaneamente. Nessuno può immaginare, a metà anni Duemila, la desolazione che si osserverà anni dopo, unita alla pretesa che per uscire nella propria piazza si debbano spendere cifre da capogiro per un artista.
Foto: il comico Pino Campagna (seduto) e l'assessore Giuseppe Di Pinto nel 2005
Nel 2010 Giuseppe Di Pinto è confermato anche dal neo sindaco Nicola Travaglini e ha davanti a sé altri cinque anni di assessorato alla Cultura e quindi anche cinque Estati monteneresi. Continua con il collaudato, criticato ma anche apprezzato format: eterogeneità dell'offerta e almeno un evento clou. E così in quella prima estate con la nuova amministrazione, che ha visto il centrodestra tornare in maggioranza dopo anni di opposizione, nella serata più importante si esibisce Giobbe Covatta. Questi come prevedibile spara a zero su Berlusconi. Davanti a lui, in prima fila, i posti riservati all'intera giunta comunale (fatto probabilmente inedito), che nella sua componente di centrodestra fa finta di apprezzare.
L'Estate montenerese è ormai un qualcosa di atteso, come sempre c'è a chi piace e chi no. C'è chi, con numeri crescenti, comincia a usare la scusa del "a Montenero non si fa mai niente" per giustificare la voglia di scappare a San Salvo. Ma in linea di massima le serate sono ancora affollate e la Marina, dopo anni di attesa, comincia anch'essa a ospitare eventi.
Uno spartiacque è per forza maggiore il 2013, con l'arrivo della cosiddetta "Notte fucsia", colore improbabile scelto perché gli altri (bianco, rosa, rosso magari no) se li erano già aggiudicati altri centri vicini. Diventa l'evento principale e più pubblicizzato dell'estate, il più uguale degli altri, il più costoso, quello con l'ospite d'eccezione. Ci tiene così tanto l'amministrazione che nei primi anni ha l'ardire di scrivere "divertimento per tutta la notte". Un'imprudenza per fortuna passeggera e dopo le prime edizioni non si vedrà più il Palazzo invitare a fare movida. Per chi fosse scettico, è successo davvero: "fino a notte fonda", lo hanno scritto anche sui social.
Foto: agosto 2010: in prima fila la giunta comunale mentre Giobbe Covatta spara a zero su Berlusconi e sul centrodestra
Nel 2015 l'assessorato alla Cultura passa in mano a Massimo Di Stefano, noto soprattutto nell'ambiente della ristorazione. Dà un taglio diverso all'Estate montenerese, ma può ancora bearsi delle risorse che si mantengono sempre oltre i quarantamila euro l'anno. Nelle "Notti fucsia" fa arrivare Carmine Faraco, il dj Fargetta ecc. Non è colpa sua, ma sono gli anni in cui la piazza si spopola, nelle serate estive come nelle normali domeniche pomeriggio.
Il paradosso è che sempre più si fa strada la tesi che per far restare la gente in paese occorrano eventi. Una spirale senza fine: anche chiamando i già citati U2, Zucchero o facendo resuscitare i Beatles prima o poi finirebbero le cartucce. Non si esce a Montenero per altri motivi, ma è quanto meno singolare, a tratti imbarazzante, osservare un'amministrazione comunale mettersi a gareggiare con i privati a chi registra più presenze in un evento. Succedeva già prima, da sempre gli eventi clou (e quindi pagati dal Comune, cioè da tutti) sono evidenziati rispetto agli altri, più uguali degli altri, ma col passare del tempo la tendenza sembra acuirsi. Il Comune che si pavoneggia di riempire per un giorno, anzi una sera, una piazza per il resto dell'anno desolata. Contenti loro. La spesa complessiva intanto ha cominciato a superare i cinquantamila euro.
Foto: l'assessore Massimo Di Stefano
Nel periodo Covid a risentirne è chiaramente anche il programma estivo, che salta il 2020 e nel 2021 ha un carattere più sobrio: niente eventi costosi e troppo affollati, ma un'apprezzabile maggiore attenzione a eventi dal valore culturale più alto. Dal 2022 si riparte invece col fucsia e con l'evento comunale che riempie la piazza, visto come si fa!, guarda quanta gente!. Arrivano i concerti di Samuel dei Subosonica, poi Giuliano Palma che molti nemmeno conoscono, però la piazza si riempie, per una sera, sorrisi e foto ricordo degli amministratori con gli artisti. La nuova maggioranza in carica dal 2020 ha preferito non dare un assessorato per la Cultura, ma una semplice delega consiliare che va a Cabiria Calgione. A lei pertanto anche l'incombenza di organizzare l'Estate montenerese, di prendersi critiche e applausi. Non manca il solito "non si fa niente perciò vado a San Salvo", oltre a chi esorta gli amministratori a imitare chi in altri paesi ci saprebbe fare di più. Non manca qualche isolata voce liberale che si ostina a ritenere che il Comune non dovrebbe pensare troppo alle feste. Ma tutto sommato l'Estate montenerese è una delle rare cose rimaste, assieme al Borgo antico, al Presepe vivente e poco altro.
Si andrà avanti così, fra polemiche e qualche permalosità di troppo degli amministratori comunali. E anche qualche articolo di troppo, va da sé.
Foto: eventi estivi del 2022, la giunta comunale con gli artisti a fine spettacolo