Filomena Potalivo, la cumunist: la prima donna impegnata in politica a Montenero

I ritratti di Monteneronotizie. Sindacalista e militante Pci, meritò un trafiletto de L'Unità per il record di iscrizioni soprattutto femminili al partito

Rossano D'Antonio
21/05/2024
Cultura
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MONTENERO DI BISACCIA. Forse prima di lei nessuna donna aveva mai nemmeno pensato di entrare nella massima istituzione cittadina. E soltanto dopo il 1980, ragionevolmente anche grazie al suo esempio, la presenza del gentil sesso sarebbe progressivamente aumentata in Consiglio comunale e persino in giunta. È dedicato a Filomena Potalivo, meglio nota come Filomena "la cumunist", questo ritratto, che si prefigge di raccontare la storia di una persona poco nota, sicuramente mite, ma che ha contribuito a costruire la storia politica di Montenero di Bisaccia dal boom economico in poi. 
Nata il 5 maggio 1934, Filomena Potalivo inizia il suo impegno sindacale e politico da giovane. Quando nel 1964 L'Unità le dedica un trafiletto ha compiuto trent'anni da quattro giorni: a farle meritare una menzione sul giornale del Partito comunista italiano l'aver fatto iscrivere 151 donne. In pratica i tesserati Pci a Montenero diventano 295, dei quali la metà donne. Un incremento che, sottolinea L'Unità, significa il 274 per cento in più rispetto all'anno precedente.

A quel punto l'ingresso nella politica attiva è un passo obbligato. Ed è infatti nel 1970 che entra in Consiglio comunale nelle file del Pci, unica donna, prima donna di sempre a Montenero, seconda eletta nel suo partito. Diventa Filomena "la cumunist" (la comunista) e di conseguenza antesignana montenerese dell'impegno femminile in rosa. È il periodo in cui quando i ragazzi chiedono se ci sia qualche donna impegnata in politica, in paese, la risposta è senza esitazione "Filomen la cumunist".
Nel 1970 sindaco diventa Antonino Vitulli, capolista di una formazione civica centrista, ma necessita dell'appoggio anche del Partito comunista per raggiungere una maggioranza. Ergo, la Potalivo è in maggioranza, ma non in giunta. Forse era troppo all'epoca farla anche assessora, ma in Consiglio si fa sentire, per esempio quando c'è da difendere l'indennità (o stipendio) degli amministratori e il gettone di presenza per i consiglieri comunali. C'è chi è contrario, secondo la compagna Filomena invece è uno strumento per permettere anche ai meno abbienti di partecipare alla vita politica della propria comunità.
Nel 1975 si vota alla metà di giugno e il Pci è la lista numero uno. Con i suoi 344 voti (sistema a quattro preferenze all'epoca) è la seconda eletta. Di nuovo nelle assise a venti di quei tempi è l'unica con la voce meno grave, non per questo timorosa al cospetto di diciannove colleghi maschi. Entra di nuovo in maggioranza, ma stavolta il suo Pci si allea addirittura con la Democrazia cristiana, un compromesso storico in anticipo su quello che si vocifera a Roma. Non durerà molto, solo qualche anno. Di nuovo, nonostante le preferenze, non tocca diventare assessora a Filomena Potalivo, che nella vita privata diventa affermata titolare di un patronato. Un'attività, quella dell'attenzione al mondo del lavoro, che continuerà fino a età avanzata e la sua eredità perdura tutt'oggi.
Tornando ai tempi del suo impegno politico, si candida un'ultima volta nel 1980 ma, attenzione, non nel Partito comunista italiano, bensì in una lista civica di sinistra chiamata Gallo. L'unico seggio conquistato va a lei, che così torna in Consiglio comunale. E qui continua a sedere sui banchi della minoranza, come da qualche anno, fino alla fine del mandato, in quella che sarà l'ultima amministrazione comunale tutta democristiana (ufficiale e civica) della storia di Montenero. 
Intanto non è più sola, poiché oltre a lei è stata eletta un'altra donna, Giuliana Moretti, nel Pci con cui la Potalivo è entrata temporaneamente in dissenso. Il progressivo aumento di presenza femminile nell'amministrazione comunale è iniziato, ma per lei quella del 1980 resta l'ultima candidatura.
Infatti cinque anni dopo ricuce il rapporto col partito che è la sua casa, il Pci, ma cede il passo alle nuove generazioni: oltre alla Moretti entra nell'agone politico anche una destinata a restarci a lungo, ossia Maria Teresa De Santis. Pertanto Filomena Potalivo assiste da dietro le quinte, da madre nobile, all'ascesa e affermazione della sinistra a Montenero di Bisaccia. Dal 1985, a parte alcune brevi interruzioni, il Pci poi Pds poi Ds e poi solo lista civica rimarrà al potere fino al 2010. Collezionando nel frattempo elezioni di monteneresi anche in Regione e Provincia. Nel 1985 cresce la presenza femminile nella politica locale, nello schieramento progressista come in quello moderato, e continuerà negli anni successivi.
Dal canto suo Filomena Potalivo non è più nella politica attiva, ha qualche esitazione quando a fine anni Novanta Sandro Panicciari, suo pupillo e parente, da sindaco in carica litiga coi suoi. Tuttavia Filomena "la cumunist" resta di sinistra fino alla fine. A caratterizzarla quel sorriso discreto con cui saluta chiunque, nella professione, nel suo impegno politico e in tutto il resto.
Negli anni le donne arrivano in politica come nelle varie professioni ai massimi livelli anche a Montenero. 
Muore il 1 luglio 2016 all'età di ottantadue anni e, nella sua discrezione, resta colei che prima di tutti ha illuminato di rosa la vita pubblica del suo paese.
Nelle foto Filomena Potalivo durante un congresso della Confcoltivarori a Montenero di Bisaccia nel 1983; foto di Carlo Caserio, pubblicate sulla pagina Facebook di Antonio Assogna; riproduzione della pagina de L'Unità tratta da Biblioteca digitale molisana e abruzzese (https://www.bdmpaterno.eu/archives/129)

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