MONTENERO DI BISACCIA. In Italia divampava il cosiddetto '77. Al telegiornale ogni giorno si sentiva di gambizzazioni o peggio da parte dei terroristi, ma era anche il momento della disco music e in classifica giganteggiavano Battisti con Sì viaggiare e il giro di basso di Disco inferno. A Montenero, più modestamente, si inaugurava la nuova sede del Banco di Napoli e la riproposizione di foto di quell'evento diventa opportunità per ripercorrere un po' di storia locale. Come in tante altre occasioni le foto sono state pubblicate da Antonio Assogna sulla sua pagina Facebook, attinte in questo caso dall'archivio fotografico di Carlo Caserio. Foto che quasi certamente sono state scattate dal padre di Carlo, vale a dire il decano dei fotografi monteneresi: Nicola Caserio.
Le foto congelano il gotha politico e non solo di quel tempo a Montenero. Mentre il vescovo di Termoli Antonio Santoro dà la benedizione, il sindaco Sacchetti osserva leggermente defilato. Ed ecco cosa accadeva a Montenero di Bisaccia in quell'aprile 1977.
Al comando in municipio c'era il citato Luciantonio Sacchetti, eletto in seno alla Democrazia cristiana due anni prima. Un anno importante, il 1975, perché era avvenuto il compromesso storico in anticipo su quello nazionale: la Dc aveva formato la maggioranza alleandosi con il Partito comunista italiano. Un fatto clamoroso, un boccone più o meno amaro ingerito dai moderati monteneresi per non far tornare in fascia tricolore il sindaco precedente, Antonino Vitulli.
Le principali opere concepite o approvate dall'amministrazione Sacchetti nei mesi precedenti e successivi alla foto proposta furono: scuole Elementari "Colle della speranza", asilo nido in via Palermo (poi diventato asilo normale e lo è tuttora).
Sempre nel 1977 arrivò il Piano particolareggiato alla Marina, strumento fondamentale per lo sviluppo turistico sul litorale. In altre parole, come costruire case, ristoranti, alberghi, strade, aree verdi ecc. Non verrà applicato, se non molti anni dopo, con responsabilità sparpagliate fra gli esponenti politici di Termoli, Campobasso e, ci mancherebbe, Montenero. Ma sono avvenimenti futuri che non possono essere in alcun modo addebitati a Luciantonio Sacchetti.
A fine 1977 il sindaco dovette prendere un provvedimento singolare quanto urgente: costruire in fretta nuovi loculi al cimitero ma, attenzione, senza soldi. Fu così che per la prima volta furono venduti a chi era ancora vivo i posti nella "chianatt de Pacinz", come si chiama nel gergo locale l'area del cimitero. L'iniziativa, inedita, sarebbe stata sistematicamente ripresa da quasi tutte le amministrazioni successive.
Il compromesso storico Dc-Pci finì un anno dopo la foto proposta e chissà se in quell'aprile 1977 Sacchetti e gli altri maggiorenti democristiani già presagissero quanto sarebbe accaduto. La Balena bianca ritrovò l'unità con le altre forze moderate, vale a dire gli eletti nella lista civica di Antonino Vitulli. I compagni furono estromessi dalla maggioranza e come casus belli si scelse l'assenteismo di un assessore rosso, Nino Di Gregorio. Poi la Democrazia cristiana ebbe le sue belle divisioni e Luciantonio Sacchetti perse la maggioranza a pochi mesi dalla fine del mandato (1980). Ma questa è un'altra storia, che ci si riserva di raccontare in un'altra occasione.
Quanto al Banco di Napoli la cui nuova sede fu aperta in via Massangioli nel 1977, era ancora l'unico istituto di credito presente in paese. Era attivo dai primi anni Cinquanta e avrebbe visto aprire il primo sportello concorrente, la Cassa di risparmio di Roma, solo nel 1989. Poi altri ancora, fino a raggiungere il numero massimo di cinque banche (tra filiali e sportelli di rappresentanza). Infine il tramonto, e si arriva quasi ai nostri giorni, con la chiusura una dietro l'altra di tre banche, compreso il Banco di Napoli nel frattempo diventato dell'Adriatico.
Un pezzo di storia andato via, che rivive grazie alle foto del tempo e che, inevitabilmente, fa porre delle domande se vi sia stato declino a Montenero negli anni a seguire. Domande che, nel farsele, sarebbe meglio evitare la fatale tentazione di cedere alla nostalgia personale.
Nella foto in alto: Luciantonio Sacchetti sul fondo (con i baffi), alla sua destra lo storico direttore del Banco di Napoli Antonio D'Onofrio, in primo piano il vescovo di Termoli nel 1977 Antonio Santoro