Anche a Montenero il sindaco potrà durare 15 anni, ma la storia dimostra che ci sono gli anticorpi

Il Governo ha esteso la possibilità del terzo mandato anche ai Comuni fra 5 e 15mila abitanti. Un riassunto di come qui sia sempre stato difficile durare troppo al potere. Per fortuna

Rossano D'Antonio
26/01/2024
Attualità
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MONTENERO DI BISACCIA. L'eccesso di lunghezza del potere, in maniera consecutiva, di un singolo sindaco è un problema che per fortuna non ha mai afflitto Montenero. Basti pensare che dal 1861, dall'unificazione d'Italia, è occorso aspettare il 2010 per vedere un primo cittadino rimanere dieci anni filati al comando del paese. Non era mai accaduto; altrove sì, anche per più di un decennio, qui no.
Un argomento che torna di attualità adesso che il Governo ha approvato la possibilità di terzo mandato anche nei Comuni fra cinquemila e quindicimila abitanti, quindi Montenero. Un qualcosa che fa a cazzotti con le intenzioni iniziali di chi scrisse la legge per l'elezione diretta del sindaco e individuò in quattro anni il singolo mandato. In altre parole, chi diede tutti quei poteri ai sindaci era consapevole che era rischioso farli rimanere troppo al comando e perciò prevedeva al massimo un quattro più quattro, otto anni complessivi, poi via. In fondo la più grande democrazia del mondo, gli Stati Uniti d'America prevede lo stesso per il presidente.
Invece, dapprima con i Comuni piccoli, poi con quelli più grandi, si tende ad andare verso il mandato infinito. Qualcosa che ricorda più le dittature che una vera democrazia, ma tant'è. E allora, tornando allo specifico di Montenero, la storia insegna che ci sono sempre stati gli anticorpi, nella società e nella politica locali, per evitare una sola persona per troppo tempo sulla massima poltrona. Persino durante il fascismo i monteneresi sono riusciti a non far durare troppo il podestà, ma su questo torneremo fra poco. Dal 1861 al 1922 si sono alternate diciassette persone alla carica di sindaco, fino al 1943 (podestà) quattro, dal 1943 al 1946 (dopo la liberazione da parte degli Alleati) quattro, dal 1946 a oggi venti. Nel calcolo sono compresi anche i pochi che sono tornati al potere più di una volta, purché non in modo continuativo.
L'aspetto singolare, come accennato, è che solo dal 2000 in poi, in pratica dopo l'elezione diretta, si sono cominciati a vedere i sindaci durare due mandati consecutivi. Di più, per fortuna, non è stato possibile. Almeno finora, perché la nuova legge permetterà anche ai primi cittadini di Montenero di farne un terzo. Quindici anni di potere, e che potere, consecutivi. Da far accapponare la pelle. Perché? Perché prima di dire che decidono i cittadini (che è vero), bisogna considerare quanto potere ha il sindaco da quando c'è l'elezione diretta. Ciò che spiega come sia relativamente facile mantenere molto a lungo quel potere e spiega, soprattutto, perché il legislatore di quei primi anni Novanta previde dei limiti. Ed ecco una sintesi dei superpoteri di qualsiasi sindaco.
Il primo contatto lo si ha appena nati, quando arriva la sua cartolina di benvenuto. Una cordialità, certo, ma anche un avviso su chi incomberà e comanderà per il resto degli anni vissuti. Ed è appunto sul resto della vita vissuta, quotidiana, che il sindaco avrà poteri. Per esempio se si vuole modificare o costruire la propria casa c'è da rispettare il Piano regolatore, su cui ha molta voce in capitolo il sindaco. Persino su come usare l'acqua nel proprio giardino, giacché è sindacale l'ordinanza che ne può limitare l'uso in certi casi. E sul lavoro? Non sono forse di competenza comunale, e quindi ha voce in capitolo il sindaco, cose come suolo pubblico per fare i lavori o vendere mercanzia, orari dei negozi, bar ecc.?
Il sindaco ha poi potere su normali attività come la pratica di sport, poiché molte strutture sono comunali. Ma decide anche sulle feste di paese, poiché si occupa suolo pubblico e c'è di mezzo l'ordine. Con il Covid abbiamo imparato che il sindaco può anche limitare la libertà personale, spesso in maniera maldestra e inutilmente arbitraria. Si veda l'obbligo di mascherina all'aperto, persino in campagna. Sempre il Covid ci ha mostrato sindaci e amministratori comunali presidiare ai tamponi di massa, ci mancava solo che ci accompagnassero pure a fare ecografie e elettrocardiogrammi. E sempre col Covid si è vista una versione inedita di sindaci: trasformarsi in autorità morale, che dispensa lavate di testa qua e là. O anche che pretende di rieducare gli automobilisti (è successo davvero, in un centro vicino). 
Da alcuni anni, inoltre, è consuetudine dell'amministrazione comunale organizzare gli eventi estivi e non solo. Assessori e sindaco possono pertanto dire la loro su feste, concerti ecc. e che siano pagati dai cittadini dai quali pretendono di essere ringraziati è un dettaglio.
E per chiudere in bellezza, che dire del potere finanche nel momento estremo del trapasso. Il cimitero è del Comune, decide come farlo, quando aprirlo, se vietare l'ingresso alle biciclette, se entrarvi con la mascherina durante il Covid (è successo davvero). Il sindaco ha quindi voce in capitolo sui loculi, sì, ma anche sulla cremazione. Difficile crederlo? Per averne conferma basta scaricare dal sito del Comune il regolamento di Polizia mortuaria. Si scopre così che chi scegliesse di farsi cremare e spargere le ceneri potrebbe farlo solo in un determinato posto (dietro il cimitero, per la precisione). Chi lo ha deciso? Il Consiglio comunale (in questa fattispecie nel 2014) e quindi anche il sindaco. 
Si tralascia in questa sede tutte le altre prerogative (lavori pubblici, opere, strade, welfare, trasporti, scuole ecc.).
Ne va che il potere municipale incide eccome sulla quotidianità di tutti, di chi se ne accorge e di chi no. Probabilmente qualcosa a cui aveva pensato chi nel 1993 ha deciso si dovesse eleggere direttamente il sindaco, non più con passaggi a volte estenuanti in Consiglio. Consci che si stava dando un potere eccessivo, avevano previsto le contromisure, vale a dire far tornare a casa, o almeno diventare un semplice consigliere, chi per otto anni aveva avuto il potere totale su paese o città. Molto presto gli iniziali otto sono diventati dieci anni (cinque più cinque), adesso quindici e nei paesi piccoli anche per sempre.
Si è detto che Montenero, anche quando non c'era il limite di mandato, non ha visto la stessa persona al potere per troppi anni. Persino durante la dittatura fascista non è successo. Anzi, proprio nel 1931 i monteneresi, e molte monteneresi, cacciarono l'allora podestà. Per alcuni fu una rivolta contro il fascismo, secondo chi scrive, molto più semplicemente, una rivolta contro il potere che stava andando troppo oltre.
E Montenero è sempre il paese dove nel settembre 1942 un miliziano fascista, in licenza dalla guerra, prese le difese di una donna appena multata. Una guardia municipale non le aveva perdonato l'essersi fatta seguire dal suo maiale fin in piazza. Il miliziano spiegò con veemenza a vigile e podestà che il marito della donna era in guerra, a combattere, mentre loro la multavano. E poi, non era forse ancora viva la tradizione del porco di sant'Antonio, che girava liberamente per strada ed era ingrassato da tutti? La multa fu tolta.
Ebbene, forse è nel dna dei monteneresi impedire che il potere abbia, appunto, troppo potere.

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