Grande frana sotto alla valle: a breve il risarcimento per l'agricoltore

La vicenda si trascina dal 2016 e da pochi giorni la sentenza che obbliga Comune, Provincia e Regione all'indennizzo. Si allontana l'ipotesi appello

Rossano D'Antonio
07/10/2023
Attualità
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MONTENERO DI BISACCIA. Quasi sette anni di strascichi giudiziari ma pare che non ne seguiranno altri, sempre che le indiscrezioni siano confermate. E queste vogliono che né Comune né Provincia siano intenzionati a proporre l'appello. Il che significa che si provvederà all'indennizzo in tempi brevi.
Argomento del contendere il risarcimento a un agricoltore per la grande frana del dicembre 2016. Un costone di terra si stacco dalla ripida scarpata che da via Argentieri dà sulla Provinciale 13, nel tratto comunemente chiamato "sotto alla valle". Rotta la condotta principale dell'acquedotto, il paese senz'acqua per più giorni, riparazioni in extremis vanificate da successivi smottamenti, infine la chiusura della strada per quasi sette anni. È stata infatti riparata e riaperta solo nel 2023.
Nel frattempo c'è stato un lungo contenzioso fra il proprietario di podere e fabbricato situati a valle della frana, la quale distruggendo anche la parte iniziale della strada di accesso ha reso impossibile recarsi alla proprietà. Una vicenda finita pochi giorni fa, con una sentenza del Tribunale di Larino che, dopo perizie di parte e d'ufficio, ha stabilito le cause della frana: una perdita alla tubatura dell'acquedotto non riparata in tempo. Da qui il riversarsi di migliaia e migliaia di litri nel terreno circostante, l'indebolirsi a valle della scarpata e la frana partita dall'alto per il mancato sostegno in basso.
Circa ottantamila euro la somma che devono a questo punto dividersi il Comune di Montenero di Bisaccia (competenza sull'acquedotto), Provincia di Campobasso (proprietaria della strada), Regione Molise (opere idro-geologiche).
Le ultime indiscrezioni vogliono che sia il Comune sia la Provincia avrebbero incaricato i propri legali di procedere alla liquidazione delle somme dovute, mentre si attende il responso solo della Regione. Il voler pagare fa presagire che con ogni probabilità non vi sarà appello, pertanto la battaglia non dovrebbe prolungarsi ancora nelle aule di Tribunale.
Una battaglia sostenuta da un singolo agricoltore, affiancato dall'avvocata Loretta di Vaira del Foro di Vasto e dall'ingegnere Roberto D'Ascanio, autore della perizia di parte poi confermata in toto dal Consulente tecnico d'ufficio incaricato dal Tribunale.
Sembra così avviarsi a conclusione una vicenda che si trascina da anni e che, aldilà del risarcimento per altro nemmeno altissimo se si considera suddiviso per tre enti, segna un punto fermo: la frana si poteva evitare. Lasciare una perdita inondare i terreni, in sostanza, può avere conseguenze che poi si pagano. Letteralmente.
Sull'argomento era intenzione dei consiglieri comunali di minoranza Fabio De Risio e Gianluca Monturano presentare un'interpellanza in Consiglio comunale. Un ordine del giorno poi ritirato per poter tenere la riunione dopo le 18:00 e non alle 15:30, come inizialmente proposto dalla maggioranza, proprio per ridurre i temi in agenda (già undici) ed evitare che la seduta diventasse ancora più interminabile. Si parlerà in altra occasione della frana sotto alla valle nella massima istituzione cittadina.
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