MONTENERO DI BISACCIA. Tornasse a farlo oggi uno che ha ricoperto la stessa carica decenni fa cosa noterebbe? Cosa è cambiato nel fare il sindaco in un paese dagli anni '60-70-80 a oggi? Si meraviglierebbe per il troppo o poco potere? Domande cui si prova a rispondere analizzando le differenze sorte soprattutto dopo l'avvento dell'elezione diretta (1993).
Nello specifico di Montenero di Bisaccia, il primo numero da considerare è quanti sono i sindaci "esaminati" in questa sede: quattordici (ma sedici mandati o sue porzioni) per un periodo che va dal 1960 a oggi, pertanto sessantatré anni. Di questi solo gli ultimi quattro (ma attenzione, sei mandati e uno in corso) eletti col sistema diretto, cioè il nome del sindaco già indicato in scheda e non, come un tempo, nominato dal Consiglio una volta insediato. Una differenza non da poco, anzi fondamentale.
Perché almeno a Montenero i sindaci hanno cominciato a durare tutti e cinque gli anni, oltre che riuscire con quasi matematica certezza a fare il secondo mandato, solo dopo l'elezione diretta. Detto in numeri: dal 1960 al 1997 i mandati duravano una media di tre anni, dopo il 2000 dieci (secondo mandato ottenuto quasi senza nemmeno andarci alle urne).
Un fattore, questo della stabilità e dell'elezione diretta da parte degli elettori, che cambia tutto. Il potere che ha oggi un sindaco è definito enorme dagli stessi predecessori. Se è vero che ancora oggi esistono le correnti, specie facenti capo ad esponenti regionali, prima queste decidevano sia chi doveva essere eletto sindaco, sia quanto dovesse durare.
Si pensi per esempio ad Armando Benedetto, che pure fece l'intero mandato 1980-85, che aveva in maggioranza dorotei, basisti, montiani, vecchiarelliani, lapenniani. Ed era una coalizione di due sole liste centriste, senza innesti da sinistra com'era già accaduto e sarebbe successo ancora. Pertanto eleggere il sindaco significava non solo far trovare un accordo a tutte le correnti democristiane (e di sinistra), ma anche non scontentarle in corso d'opera. Detto altrimenti, il sindaco era sempre sotto lo schiaffo.
Cosa che è mutata decisamente con l'elezione diretta: il nome è già presente in scheda, non bisogna aspettare più estenuanti (per quanto a suo modo intriganti) trattative per sapere chi indosserà la fascia. E, soprattutto, adesso il sindaco non è più defenestrato come un tempo. Difatti prima si poteva cambiare condottiero, nominarne un altro per esempio con un cambio di maggioranza, e tornare a votare comunque alla scadenza naturale. Oggi, se si sfiducia il sindaco, si torna a votare subito.
Pertanto il primo aspetto che noterebbero i vari Fioravante Di Bello, Luciantonio Sacchetti, Almerdindo Sabatino, Antonino Vitulli, il più recente Nicola D'Ascanio, sarebbe l'aumento dei poteri del primo cittadino. Potere pressoché totale
E non solo quello, perché nel frattempo c'è stato uno sviluppo delle comunicazioni inimmaginabile ai tempi. Basti pensare all'avvento della rete internet e dei social.
Un sindaco d'epoca sarebbe disorientato di fronte a interventi che vedono la massima istituzione civica dialogare fin troppo, francamente troppo, con i singoli. Forse sarebbe anche frastornato dalla quantità di telefonate rese possibili dagli abbonamenti con "minuti illimitati". Ora tutti hanno il numero del sindaco, cosa un tempo inconcepibile.
Un Antonino Vitulli (mandato 1970-75) rimarrebbe sorpreso nel constatare che il sindaco ha voce in capitolo non solo su urbanistica, programmazione, servizi, ma anche sul divertimento. E già, perché da un po' di anni uno degli obiettivi considerati più importanti dell'amministrazione comunale è diventato organizzare eventi e mettere le mani, indirizzare, governare, condizionare lo svago degli amministrati. A un liberale d'antan come Carlo Caroselli, primo sindaco dell'era repubblicana, probabilmente si sarebbe accapponata la pelle di fronte a simili ingerenze nella quotidianità. Ingerenze oggi considerate normali (non da tutti, per fortuna).
E che dire dei super poteri manifestati nel biennio covidiano, quando i sindaci di tutta Italia si sono sbizzarriti in ordinanze per le quali oggi con imbarazzo biascicano giustificazioni che nemmeno allora funzionavano (mascherina in campagna, divieto di bere in centro ecc.).
Non sempre il sindaco è stato anche l'artefice del divertimento, del circenses paesano, vale la pena di non trascurarlo. Non sempre il sindaco è stato presente in ogni attività del paese, sempre e comunque in qualche fotografia, a premiare, a complimentarsi, a fare da giuria, a dire la sua, a ricordare che c'è. Ci manca solo la foto in ogni soggiorno.
I sindaci di Montenero ante elezione diretta, quelli che stavano sotto lo schiaffo, sono quelli che hanno costruito edifici scolastici, acquedotto, redatto il Piano regolatore, fatto arrivare il metano, nuove strade realizzate o avviate e poi dimenticate da altri. Sono i sindaci che hanno capito che la zona costiera era una risorsa e hanno concesso le prime licenze.
E sono i sindaci che a causa della penuria nelle casse comunali qualche volta hanno fatto aspettare alcuni giorni i dipendenti per la busta paga. Non avevano chissà quanti più soldi, anzi, tanto per sfatare la facile risposta che potrebbe arrivare oggi. Riuscivano nelle loro imprese barcamenandosi fra le correnti democristiane e pure comuniste, oppure con l'unico consigliere di un partitino che diventava ago della bilancia in una maggioranza con un solo numero di vantaggio.
Avessero avuto strapotere, stabilità e visibilità di oggi, cosa avrebbero fatto ancora?
Nelle foto i sindaci dal 1960 a oggi. Dapprima gli eletti con vecchio sistema, poi con l'elezione diretta
![]() | Fioravante Di Bello 1960-1965 |
![]() | GIUSEPPE DI PINTO 1965-1966 |
![]() | ALMERINDO SABATINO 1966-1970 |
![]() | ANTONINO VITULLI 1970-1975 |
![]() | LUCIANTONIO SACCHETTI 1975-1980 |
![]() | ARMANDO BENEDETTO 1980-1985 |
![]() | NICOLA D'ASCANIO 1985-1989 1990-1992 1993-1995 |
![]() | TERESIO DI PIETRO 1989-1990 |
![]() | DOMENICO PORFIDO 1992-1993 |
![]() | MICHELE CISTULLO 1995-1997 |
![]() | SANDRO PANICCIARI 1997-1999 |
![]() | GIUSEPPE D'ASCENZO 2000-2010 |
![]() | NICOLA TRAVAGLINI 2010-2020 |
![]() | SIMONA CONTUCCI 2020-in carica |