MONTENERO DI BISACCIA. Un'opera faraonica che sancirebbe la fine del turismo. Può essere riassunto così il leitmotiv dei vari interventi che si sono succeduti ieri nella sala consiliare. Al centro del dibattito il South Beach, ormai famoso e per molti versi fantomatico progetto col quale, un investitore straniero, vorrebbe edificare cinque milioni di metri cubi sul tratto di litorale montenerese a sud del Trigno. In sostanza dove non c'è ancora nessuna costruzione o attività turistica. Ciò che molti hanno paragonato a una Dubai in riva all'Adriatico, andasse a buon fine. Sono infatti previsti mini grattacieli (parecchi), porto-canale, spostamento della Statale e non si sa cos'altro.
Si farà, non si farà il South Beach? Ci sono novità dopo un paio di anni e passa dalla prima bozza di progetto che tanto fece (e fa) discutere? La risposta è sì, ma per queste novità – che non sono uscite dall'incontro di ieri – si invita a leggere tutto il presente articolo. Ma anche nel convegno c'è stata qualche sorpresa, come quando quasi in chiusura è stata smentita da uno dei relatori una piccola parte delle tesi fino ad allora sostenute da tutti.
Ampio e qualificato il parterre di relatori e, va detto, nonostante l'elevato livello accademico e la complessità di certi temi, hanno saputo farsi capire da un pubblico di non addetti ai lavori. A fare gli onori di casa e descrivere il progetto e quanto fatto in Consiglio comunale per contrastarlo, i due esponenti di minoranza Fabio De Risio e Gianluca Monturano. Questo progetto può essere la risposta allo spopolamento e può guarire un paese diversamente condannato all'estinzione come la sua costa, ogni anno erosa dal mare? Questa in sintesi la domanda posta dai due consiglieri, alla quale i diversi interventi succedutesi hanno dato la loro risposta.
Il professore universitario Luigi Mastronardi, per altro montenerese a sua volta, ha descritto in termini economici come il South Beach non sia la via da percorrere per avere un turismo che vada d'accordo con l'ambiente. Perché per essere sostenibile, ma anche redditizio e duraturo, il turismo ha bisogno di un ambiente sano. Il rischio è che un progetto così faraonico sia alla fine vittima esso stesso delle stesse fragilità (aumento vertiginoso di rifiuti, consumo energetico, di acqua ecc.) che causa.
A seguire l'intervento di Augusto De Sanctis (Tutela delle vie verdi d'Abruzzo), che ha citato una serie di esempi, nonché di battaglie vinte come quella contro le trivelle in Adriatico, per arrivare a un turismo meno impattante. "Dei depliant nessuno mostra i palazzoni" un passaggio del suo discorso.
Letizia Bindi, docente di Antropologia del turismo all'Università del Molise, ha posto l'accento sull'occasione perduta per i monteneresi e molisani in genere per farsi sentire e dire la propria. Per poi definire il South Beach come un progetto già vecchio prima ancora di nascere, ma che è stato possibile proporre perché "stiamo col piattino in mano". Detto altrimenti, dove c'è fame di lavoro e sviluppo è facile proporre progetti assurdi e vecchi nell'impostazione.
Rossano Pazzagli, docente universitario di Storia del territorio, ha evidenziato che "i progetti per essere duraturi e sostenibili devono essere endogeni, partire dal territorio". In sostanza non calare dall'alto come nel caso di specie. Poi la frase che un po' ha sorpreso tutti sullo spopolamento: è già avvenuto in passato e poi le aree sono tornate a popolarsi. "Togliamoci di testa l'idea dell'ineluttabilità" il consiglio di Pazzagli. Una risposta a quanti proprio nella perdita di abitanti vedono come soluzione accettare progetti faraonici "di cui non dovremmo neanche parlarne".
Laura Venittelli, politica di lungo corso e ora presidente della Casa dei diritti di Termoli, ha posto l'accento sul fatto che alla fine il South Beach sarebbe finanziato anche se non soprattutto con fondi pubblici, al punto che sarebbe stravolta la finalità del Zes (Zona economica speciale). E l'inserimento del super progetto nella Zes, da parte della Regione, è stato un po' il filo conduttore di diversi degli interventi ascoltati. In altre parole, il progetto sarebbe stato inserito alla chetichella, così da beneficiare delle speciali condizioni e contributi previsti.
Questo fino a quando non è intervenuto il consigliere regionale 5stelle Vittorio Nola che ha rivelato come in realtà il South Beach non sia inserito nella Zes, pare non abbia fatto in tempo nemmeno a presentare la domanda a suo tempo. Di stucco, comprensibilmente, tutti gli altri: nei vari interventi non si era fatto altro che dire che si stava scavalcando la democrazia, passando sulla testa dei cittadini ecc. proprio per aver inserito nel programma il South Beach. Non potevi dirlo prima? Nessuno l'ha detto, ma devono averlo pensato i vari convenuti. Di Nola, infine, ha dichiarato che a suo avviso si tratta di "un progetto che non arriverà mai a conclusione".
Ed è qui che, lasciando il convegno di ieri, nel presente articolo si può passare a spiegare a che punto è il South Beach, attraverso quanto rivelato da una fonte confidenziale, molto vicina al progetto.
A che punto è il South Beach.
Vale la pena di partire dalle anomalie e ce ne sono diverse. È possibile che con un progetto del genere, tre miliardi di euro, tutto sia rimasto fermo a una bozza con un rendering visivo di qualità certo non eccelsa, presentato oltre due anni fa? Possibile che l'investitore, il canadese-messicano di origine madrilena Georges Haligua Cohen non si sia più visto? Perché persino durante gli anni Novanta, quando la sinistra locale non riusciva a venire a capo di un Piano regolatore sempre più urgente, in municipio era un via vai di imprenditori a chiedere informazioni e colloqui. Invece l'ultima volta che la sindaca Simona Contucci (favorevole al progetto anche se non può dirlo) si è sentita con Cohen, tramite lettera, è stato nel gennaio 2021. Da allora niente. Uno che deve realizzare Miami in Molise non dovrebbe vedersi e sentirsi con il sindaco un po' più spesso?
E poi: possibile che girino sempre le stesse tre foto di uno che avrebbe un patrimonio di oltre due miliardi di dollari? Di qualunque altro paperone, mondiale, basta digitare su Google per trovarne a decine. Invece di Haligua Cohen si vedono sempre le stesse, fatte anni fa, sorridente, ma sempre le stesse, persino nel comunicato-intervista con cui è riapparso settimane fa dopo un lungo silenzio?
In quel caso le risposte all'intervista sarebbero arrivate da Singapore, d'altronde per un miliardario essere in giro nelle località più esclusive è normale. Ma allora perché a corredo del comunicato-intervista non c'era una foto con dietro il soggetto i grattacieli di Singapore, anziché una delle tre-quattro immagini che si reperiscono su internet da anni (sempre quelle)?
E ancora: perché uno fa scrivere su Wikipedia e sugli articoli di avere un patrimonio di oltre due miliardi di dollari non figura nella lista di Forbes dei paperoni mondiali?
Ad alcune di queste domande la fonte vicina al South Beach che abbiamo sentito ha dato una risposta. Partiamo dalla fine: Cohen non comparirebbe nella lista di Forbes, così come non si vedono sue immagini in giro per sua volontà, per voluta riservatezza. Sarebbe un caso abbastanza unico, poiché i ricchi vivono della propria immagine, ma non impossibile. Difficile, ma non impossibile. Passando avanti: a che punto è il South Beach? La discussione si sarebbe spostata a Roma, dove sarebbero quattro i Ministeri coinvolti. Sembra si voglia far intendere che si vola così alto da passare oltre non solo il Comune (ultima interlocuzione nel gennaio 2021), ma anche la Regione Molise. Anche in questo caso, è bene prendere ogni indiscrezione con beneficio d'inventario.
Altro fattore fondamentale, forse il più importante, il progetto che si starebbe discutendo a Roma non è quello visto nella primavera 2021, il rendering un po' scadente insomma, diffuso da tutti i media da allora e mai aggiornato con qualcosa di più affascinante dal punto di vista tecnico ed estetico. Si starebbe parlando già di cubatura dimezzata, vale a dire due milioni e mezzo, che sarebbero comunque dieci volte superiori ai duecentomila consentiti in contrada Marinelle dall'attuale Piano regolatore. Di più, i grattacieli sarebbero costruiti a monte dell'attuale Statale 16 (che sarebbe comunque da spostare) e non in riva al mare, come si vede sempre nel rendering bruttino.
Attenzione anche all'ambiente, inoltre, perché i ricconi non vedrebbero di buon occhio gli scempi che lo deturpano. Pertanto trecento milioni di euro sarebbe la cifra destinata al solo risanamento di una zona oggi afflitta da: erosione che sta facendo arrivare il mare sulla Statale, monnezza ovunque, allagamenti quando piove molto ecc.
Ma i soldi di chi sarebbero? Tutti di George Haligua Cohen ci è stato detto, niente denaro pubblico e nemmeno preso in prestito dalle banche. Infine un'ultima domanda è stata sul perché, se il progetto non è quello che si vede nel rendering bruttino, se non ha tutti quei grattacieli, sia stato presentato a suo tempo qualcosa di così faraonico e, da molti, considerato irrealizzabile a Montenero come probabilmente in ogni altra parte d'Italia? Un qualcosa che assurge quasi a provocazione, come togliersi lo sfizio di vedere fino a che punto ci credono gli altri, parrebbe. Questa è l'unica domanda, fatta alla nostra fonte, cui non è stata data una risposta, se non un'alzata di spalle.
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Nelle immagini sotto: l'unico rendering sul South Beach di due anni fa, una delle poche (e vecchie) foto disponibili di Georges Haligua Cohen; alcuni momenti del convegno di ieri