Il Carnevale (che non c'è) accende il dibattito politico montenerese

Interventi di De Risio, D'Ascanio e della sindaca Contucci. Dai fasti degli anni passati ai "tempi bui" di oggi: l'amministrazione paga la logica del panem et circenses alla montenerese

Rossano D'Antonio
22/02/2023
Politica
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MONTENERO DI BISACCIA. Ci voleva il Carnevale per risvegliare lo spirito critico locale? Forse sì, perché se la festa dello scherzo e della satira non ha visto niente di rilevante, almeno rispetto ai fasti di tanti (tanti ormai) anni fa, le polemiche politiche (ebbene sì) non si sono fatte attendere. E oggi è arrivata anche la replica della sindaca Simona Contucci, sentitasi evidentemente chiamata in causa. Nessuna meraviglia in un Comune dove, già da vari anni, l'amministrazione si arroga il diritto-dovere di far anche divertire gli amministrati. La logica del panem et circenses in salsa montenerese avviata parecchi anni fa. Va da sé che sarà incolpata l'amministrazione anche dove non dovrebbe esserlo.
Meglio procedere con ordine, nella consapevolezza che non si riuscirà nel presente articolo a citare tutti gli interventi che ci sono stati nei social in questi due giorni.
A dare avvio alle danze ancora una volta il consigliere di minoranza Fabio De Risio, con un post su Facebook intitolato "C'era una volta il Carnevale e non si faceva di martedì mattina". A corredo varie foto di una manifestazione carnascialesca dei bei tempi che furono, circa dieci anni fa. Motivo della contesa, il fatto che quest'anno si sia fatta solo una sfilata con giochi in piazza, di martedì mattina. Da sempre si è fatto di pomeriggio.
A seguire gli inevitabili commenti di altri, in risposta a uno dei quali sempre De Risio ha tirato in ballo dapprima la Pro Loco Frentana, poi la stessa amministrazione. Questa, il suo pensiero, avrebbe potuto spendere per il Carnevale parte dei 25mila euro impiegati ad agosto per il concerto di Samuel.
La polemica politica (si evita in questa sede quella di altro tipo) si è poi spostata sul post di un'insegnante, la quale ha lamentato il deserto osservato domenica pomeriggio nello stesso paese in cui, anni addietro, quel giorno era tutto una festa e uno sfilare di carri e maschere. Fra i vari commenti quello di Nicola D'Ascanio. L'ex presidente della Provincia e sindaco, nonché consigliere regionale negli anni Duemila, ha puntato l'indice su una comunità "rintanata in attesa del ritorno di tempi migliori", e questo "per volontà di chi la domina". Non solo, perché i monteneresi si starebbero illudendo che "questi tempi bui" siano "soltanto una pausa in attesa che si avverino le promesse ricevute". Da qui la conclusione che tale illusione durerà fin quando "questa comunità non decida di tornare a giocare la partita, come sa fare, e occupare seriamente il suo spazio da dove può riappropriarsi dei propri diritti e liberarsi così del buio in cui questo imbarazzante dominio politico l'ha relegata". L'imbarazzante dominio politico è quello di Nicola Travaglini e Simona Contucci, dal 2010 a oggi, chiaro no?
Oggi pomeriggio è intervenuta anche la sindaca Simona Contucci, sulla pagina Facebook della lista con cui ha vinto le elezioni nel 2020. "Una piazza assolata, ieri mattina, piena di bimbi in maschera che hanno giocato e ballato – il suo incipit. - Ed è quello che, insieme con la Pro Loco, auspicavamo: bambini che si divertissero, allegri e spensierati in una mattinata libera dai consueti impegni scolastici". La risposta a chi si è lamentato subito dopo: "nonostante l’ottimo risultato dell’iniziativa, mi riferiscono che c’è stato qualcuno che ha 'pianto la miseria' di questo evento, rispetto ai fasti delle manifestazioni di tempi passati". Segue la spiegazione che "le amministrazioni comunali hanno compiti ben definiti, mentre le Pro Loco ne hanno altri; ma mi piace inoltre ricordare – le parole della Contucci - che la nostra amministrazione ha sempre favorito e incoraggiato tutte le iniziative, soprattutto quelle che sono partite dalle associazioni locali".
In altri termini, se il Carnevale è scadente non ve la prendete con l'amministrazione. Anzi "da qui al prossimo anno ci si può organizzare, per chi ha voglia, mettendo a disposizione del prossimo Carnevale un po’ del proprio tempo".
Con ogni probabilità è la prima o una delle rare volte che il Carnevale diventa argomento di dibattito politico. Dal 1983, primo anno in cui la Pro Loco lo ha organizzato, è stato per molti anni una manifestazione capace di aggregare indipendentemente dalle opinioni politiche. Che anzi erano volutamente lasciate da parte. Non è forse uno dei punti di forza del Carnevale fare satira e attaccare il potere da sempre? Deve essere accaduto qualcosa. Sarà stata l'ingerenza crescente e talvolta asfissiante dell'amministrazione comunale nelle feste in genere, fattore evidente specie nelle due amministrazioni di Nicola Travaglini. E nella seconda c'è stato l'ingresso in giunta dell'attuale sindaca Contucci. Chissà che non sia stata questa ingerenza nelle feste, ovviamente negata, a politicizzare ciò che prima ne era rimasto (fortunatamente) immune. Ma una cosa è certa: anche quando il Carnevale montenerese era di ben altra caratura e molto più partecipato, i meriti delle amministrazioni comunali, comprese le tre (parziali) di Nicola D'Ascanio, le due di Giuseppe D'Ascenzo ecc., erano zero. A meno di voler rinfacciare ai cittadini la concessione di strade, scorta di sicurezza e i cento euro a carro. Il merito era dei cittadini e della Pro Loco.
Adesso il Carnevale è diventato oggetto di dibattito politico e, va detto, arriva dopo mesi se non anni di torpore. Forse questa è l'unica nota positiva. Ma è proprio necessario farlo con il Carnevale?
Nella foto in alto Nicola D'Ascanio e Simona Contucci alcuni anni fa. Sotto il ritaglio dei vari post su Facebook


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