Tavenna: 79° anniversario del martirio per mano nazista del carabiniere Vincenzo Simone e di Giuseppe Di Lena

La Redazione
14/10/2022
Attualità
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Comunicato dell'amministrazione comunale di Tavenna:
Il 13 ottobre ricorre il 79 anniversario della morte per mano nazista del carabiniere Vincenzo Simone di Colletorto e del contadino Giuseppe Di Lena di Tavenna. 
Il carabiniere, tornando a casa, appunto Colletorto, a piedi da Lanciano , dopo i furiosi combattimenti contro i tedeschi che valsero la medaglia d'oro alla città, aveva accettato l'ospitalità a Tavenna di un giovane carabiniere Giovanni Iuliano. 
Il giorno dopo la situazione in paese precipita: lo stato di estrema tensione nel paese verso gli occupanti che con il massimo disprezzo rubavano il bestiame ai contadini fa sì che un tedesco venga ferito gravemente e subito furono prelevati 30 uomini, fra cui i due carabinieri, per una possibile rappresaglia. Il soldato tedesco non morì, ma per dare ugualmente una lezione esemplare furono scelti a caso nel gruppo, raccolto in una masseria vicino alla fontanella dei Canaparo,  ora macerie e rovi, 3 uomini, portati alcuni metri oltre, in mezzo agli ulivi, costretti a scavarsi  la fossa. Solo Simone, più grande di età di Iuliano che aveva 19 anni e più  esperto di comportamenti militari del contadino Di Lena, comprese subito la situazione e davanti alla morte gridò al giovanissimo Iuliano a tranquillizzarsi e morire per l'Italia. E lì sono morti... Solo Iuliano, pur con una profonda ferita all'inguine riuscì a fuggire e molti decenni dopo raccontò  gli avvenimenti dell'ottobre 1943 a Antonio Crecchia che li ha minuziosamente descritti nel bel libro "Tavenna ottobre 1943".
Il ricordo e l'omaggio ai due morti, uccisi da un esercito ancora molto forte che da Termoli ripiega verso Venafro portando distruzione e morte, fa parte delle ultime tre amministrazioni grazie a contributi storici del prof. Pizzuto che  ha avuto il merito di pubblicare notizie  di queste morti dimenticate, della testimonianza appunto di Crecchia, dell'interesse dell'Anpi e dell'Arma dei Carabinieri che ovunque vuole dare il più grande riconoscimento "ai suoi martiri", i carabinieri uccisi dalla furia nazifascista perché difensori della popolazione civile.
Anno dopo anno la cerimonia che si svolge vicino al luogo della fucilazione si arricchisce di cura ed attenzione grazie all'Arma dei Carabinieri, da due anni anche con gli allievi carabinieri, con la presenza costante dell'Anpi e con l'attenzione dell'attuale amministrazione Cirulli che ha dato in modo tangibile un senso al luogo con due sagome in ferro rappresentanti  un carabiniere e un contadino, circondati da querce, che hanno visto la fucilazione, e piante fiorite.
La popolazione adulta, i bambini e gli adolescenti  non devono smarrire la memoria di chi si è  sacrificato con lealtà  e comprendere con "la forza del cuore" l'orrore della guerra e come questa renda orribili  gli uomini, soprattutto quando si sentono forti.
Ringraziamo e abbracciamo  i famigliari delle due  vittime che hanno partecipato alla cerimonia, l'Arma dei Carabinieri rappresentata dal Colonnello Delle Grazie, il Maggiore Vergine, il Cappellano militare Don Giuseppe Graziano, il  sottotenente Riganelli, il luogotenente Tartaglia, il Maresciallo Gemma, gli allievi Carabinieri della scuola di Campobasso, in rappresentanza della Guardia di Finanza il Capitano Varanese, per la Capitaneria di Porto STV Burchieri, il comune di Colletorto, il presidente dell'ANPI Regionale Tizzani, il professore Pizzuto, il consigliere comunale di Termoli Rinaldi,la protezione Civile di Mafalda e tutta la cittadinanza che è intervenuta.

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