Volevo la bici da ragazzino, ma da grande convinco gli altri a praticare questo meraviglioso sport

Intervista a Giovanni Morrone, coordinatore della Montenero Bike. L'evento più bello? Organizzare la tappa del Giro a Montenero nel 2017

Leo Benedetto
20/05/2022
Sport
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Oggi abbiamo il Coordinatore dell’ASD Gruppo Cycling Montenero Bike, iniziamo a conoscerci meglio, buongiorno, come ti chiami e quanti anni hai?
“Buongiorno alla redazione di MonteneroNotizie.net e a tutti i lettori, mi chiamo Giovanni Morrone ed ho 46 anni.”
Che lavoro fai?
“Faccio l’operaio in Sevel, a Val di Sangro.”
Qual è la tua più grande passione?
“La mia più grande passione è il ciclismo, ma tutto lo sport in generale.”
Da quando hai iniziato ad appassionarti di ciclismo?
“Vi rivelo una cosa che non ho mai detto a nessuno: sono innamorato del ciclismo da quando avevo 8 anni e cioè da quando il quartier generale della S.C. Montenero si radunava dietro casa dei miei genitori, ma in quell’epoca, parliamo degli anni 1983/84, i miei genitori non si potevano permettere di sostenere le spese per far parte di una squadra ciclistica, ma io decisi di mettere il sogno in un cassetto, con la speranza che un giorno avrei comprato una bici da corsa. Dopo una trentina di anni, nel 2012, finalmente sono riuscito ad acquistare la mia prima bici da corsa con tutto l’equipaggiamento necessario, iniziando la mia meravigliosa avventura.”
Quindi nel 2012 hai finalmente coronato il tuo sogno?
“Sì. Insieme ad un gruppo di appassionati delle due ruote, abbiamo deciso di associarci e tesserarci con l’ASD Montenero Bike del Presidente Gennaro Di Lisio, e ricordo bene le sue parole: “Sono felice che vi avvicinate al mondo della bici, ma non mi stressate, io mi occupo solo della Squadra Corse!” Lui giustamente vide un gruppo di “ciccioni” e pensò: “ma chiss andò enna jì?” (ma questi dove devono andare? ndr).”

Da quando sei Coordinatore?
“Sono coordinatore dal 2014. Io e altri 4 amici, abbiamo tirato su un direttivo, ci siamo tesserati con la società esistente, il primo anno eravamo 17, abbiamo iniziato a pedalare pian piano ci siamo innamorati di questo sport, abbiamo coinvolto altri ad associarsi a noi, e ad un certo punto anche il Presidente Rino si dovette ricredere, noi quando trovavamo il momento giusto gli chiedevamo consigli per come comportarsi in bici, lui si accorse che prendevamo alla lettera tutto ciò che ci diceva, e quindi mi fece fare il coordinatore.”
Quali altri sport segui?
“Come tanti il calcio, la Formula 1 e da qualche anno mi sono appassionato al tennis, soprattutto perché è uno sport che pratica mio figlio.”
Quanti soci siete in totale?
“La nostra associazione conta oltre 60 iscritti quest’anno, negli anni passati siamo stati sempre intorno ai 50 tesserati, eccetto il 2017 che abbiamo sfiorato i 90 iscritti.”
Quali sono i vostri impegni?
“I nostri impegni sono molti e sono pochi, nel senso che il direttivo si riunisce spesso in modo conviviale presso la nostra sede, è da lì nascono i nostri impegni, la prima cosa che cerchiamo di curare con molta rigidità è la sicurezza stradale, io sono quello che richiama chi non rispetta le regole basilari (per fortuna non serve quasi mai), ogni anno riorganizziamo il tesseramento, ci si riorganizza con l’ordine delle divise, ogni 2/3 anni rinnoviamo il design delle divise, tutto questo per cercare di dare sempre nuovi stimoli ai nostri tesserati.”
Che manifestazione ricordi maggiormente?
“Beh che dire, sicuramente la partenza di tappa del Giro D’Italia 100 a Montenero, quella è stata una manifestazione che non potrò dimenticare mai, un’organizzazione come quelle che piacciono a me, tutto curato nei minimi dettagli.”
Ci vuoi raccontare come è arrivata la partenza della tappa a Montenero?
“Un giorno il mio Presidente, Gennaro Di Lisio, mi chiama al telefono e mi chiese se volevamo fare la partenza di una tappa del Giro D’Italia a Montenero, io lo guardo e gli dico di non dire stupidaggini, lui però mi fa capire che parlava seriamente. Il giorno seguente mi richiama dicendomi di vederci di persona insieme a Lino Di Pietro. Da quella chiacchierata ci cominciamo a muovere seriamente, il tempo stringeva, ma noi abbiamo deciso di provarci, i tre o quattro giorni seguenti sono stati giorni di fuoco. Nel giorno decisivo, nel viaggio di ritorno da Campobasso (circa un’ora) la tappa l’abbiamo presa, poi ci richiamano e ci dicono che non si poteva più fare! Lì cala il gelo per qualche minuto, silenzio assordante, ad un certo punto ci guardiamo in faccia tutti e tre e decidiamo di giocarci tutto per tutto, Rino prende il telefono ricontatta il referente fa una sfuriata delle sue, chiude il telefono e dice: “Almeno ci siamo tolti lo sfizio di maltrattarli in modo sempre diplomatico!” E invece quella è stata la mossa che ci ha fatto vincere. Appena arrivati a Montenero ognuno a casa propria, ecco che arriva la telefonata che non ti aspetti: “La tappa è vostra ma l’ufficialità arriverà tra qualche giorno…” sono scoppiato in lacrime!”

Quali eventi organizzate?
“Il nostro evento a cui dedichiamo maggior attenzione è il Family Day un evento tutto “inter nos”, organizziamo 2/3 uscite di gruppo con giri in montagna e finale con pranzo in locali tipici dei posti in cui ci rechiamo, a settembre per chiudere la stagione, si organizza una tappa con al seguito le nostre famiglie, per due anni abbiamo organizzato Montenero-San Giovanni Rotondo, circa 110 km, poi abbiamo aumentato un po’ i km, 165 circa abbiamo organizzato Montenero-San Gabriele, chiaramente una volta arrivati a destinazione ci attendono le nostre famiglie e tutti insieme si fa visita al Santuario, poi a pranzo sempre presso un locale tipico del posto, al termine del pranzo si riparte tutti insieme in pullman, purtroppo a causa del covid e si è interrotto tutto.”
In cosa consiste il Family Day?
“Il Family Day è una festa che condividiamo con le famiglie di tutti i tesserati. Nei giorni precedenti si prepara tutto il necessario per un pic-nic di lusso, spesa, cucina da campo, panche, fornacelle, spillatore per la birra ecc… ecc... Il sabato pomeriggio ci si riunisce presso la nostra sede si carica tutto l’occorrente su un furgone, così che la mattina presto della domenica, c’è un gruppo di amici che parte e va ad allestire l’area pic-nic. La prima parte della giornata si svolge in bici con un percorso di circa 60 km, si parte da Montenero tutti insieme, al seguito abbiamo l’ammiraglia che ci porta i rifornimenti (pane, salsiccia, ventricina e birra NO barrette e Sali minerali) si pedala ad andatura da passeggio per arrivare all’area pic-nic, nel frattempo i nostri familiari si recano sul posto con le proprie auto, al nostro arrivo inizia la festa, si mangia, si beve, si balla cercando di passare una giornata tutti insieme in allegria.”

A quali eventi partecipate?
“Noi cerchiamo di partecipare maggiormente agli eventi non agonistici, bensì ai Cicloraduni, ma non ti nascondo che quando capita partecipiamo anche alle Granfondo (ovviamente non per vincere ma per partecipare e misurarsi con noi stessi). Quest’anno il 3 aprile dopo due anni di stop, siamo tornati alla Granfondo di Ostuni circuito dei mondiali del 1976, 8 maggio Granfondo di Alberobello per me la prima volta, ecco queste sono occasioni anche per fare un fine settimana di relax con la famiglia, perché la famiglia è sempre al primo posto.”
Qualche aneddoto con il gruppo di amici nelle vostre uscite?
“Una cosa che non dimenticherò mai, è capitata in una delle prime uscite di gruppo che facemmo, ci trovavamo sul fondo valle Sinarca direzione Montecilfone, eravamo già distrutti dalla fatica, arriviamo nei pressi della discarica di Petacciato, c’erano dei corvi che volavano sopra le nostre teste, ad un certo punto Pinuccio Irace dice a Peppino Sacchi, “Pe vedi sti corvi sopra di noi?” Peppe gli risponde “Sì! E quindi?” Pinuccio gli dice “siamo morti e noi non lo sappiamo” eravamo una decina, ci siamo dovuti fermare per le risate a crepapelle.
C’è qualche altro aneddoto?
"La seconda, eravamo alla Granfondo di Tollo, visto la nostra scarsissima condizione fisica ci iscrivemmo alla gara non agonistica, avevamo la possibilità di poter partire con largo anticipo, e noi così facemmo, ad un certo punto del percorso c’era l’incrocio per il percorso corto e il percorso lungo, noi arrivammo li molto in anticipo, vedemmo che la polizia ci camminava avanti come ci scortasse, sempre Pinuccio ad un certo punto si avvicina alla macchina della polizia e gli dice “noi siamo gli ultimi siamo solo partiti con un pò di anticipo i primi devono ancora arrivare” la polizia ci guarda e scoppiamo a ridere tutti.”
Oltre il ciclismo, c'è stato un momento della tua vita in cui ti sei dedicato ad un altro sport?
“Si, un’altra parentesi indimenticabile di sport, l’ho vissuta nel calcio del nostro paese, dopo aver calcato tantissime tribune con i Black Mount Ultras, mi sono tuffato in un’avventura davvero pazza, decidemmo di chiamarla OLIMPIA MONTENERO. Gran bella sfida, anche in questo caso nasce tutto sotto gli ombrelloni dell’estate 2006. Prendemmo spunto dal fatto che i tanti ragazzi di Montenero che giocavano a calcio, non trovando spazio nella prima squadra, avevano iniziato ad abbandonare il calcio. Con a capo Ceci Emanuele (presidente) io (segretario) ed un gruppo di amici, abbiamo deciso di mettere insieme tutti e fare una squadra per divertirci, sono stati 4 anni di sacrifici enormi per noi che eravamo la società, ma i risultati sul campo e di tutto il gruppo ci ripagarono con delle soddisfazioni inaspettate, cose che non si possono spiegare”.

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