PETACCIATO. Dell'operato di chi vinse le elezioni cinque anni fa non va bene niente, ma per conquistare il Comune occorre una lista unitaria. Ne è convinta Giuliana Ferrara, consigliera comunale di minoranza uscente e pronta alla nuova sfida elettorale del prossimo 12 giugno nel centro costiero. Nell'intervista che segue un sunto di quanto fatto e non fatto nella prima legislatura targata Roberto Di Pardo. Dalla chiusura verso ogni collaborazione, alla gestione del caso delle piattaforme in mare, ma anche l'ostentata convinzione di non aver sbagliato niente in campagna elettorale. Infine l'opinione che avere le stesse persone al potere per troppi anni non abbia costituito qualcosa da temere in passato, ma potrebbe diventarlo con l'attuale sindaco. Di seguito l'intervista a Giuliana Ferrara.
La legislatura è alle battute finali, un giudizio su com'è andata e sul lavoro degli avversari di maggioranza? Due errori e due cose fatte bene?
"Questa maggioranza ha mostrato da subito il suo lato più infelice, partorendo il motto: 'Chi vince comanda'. In effetti l’attuale gruppo di governo ha puntato al comando assoluto, non ha mai fatto sponda con la minoranza, non ha mai cercato di abbattere i muri, di creare ponti, di trovare uno spiraglio per amministrare, per collaborare insieme. Tantissime volte, dai banchi dell’opposizione, abbiamo chiesto un dialogo, ma ci è sempre stato negato. L’unico atto di collaborazione è stata l’attività di commissione per stabilire il regolamento per il referendum consultivo. Abbiamo chiesto di trovare partecipazione e convergenza sul tema delle piattaforme, contenzioso Eni-Edison, e della transazione, abbiamo chiesto di assumere responsabilità insieme e invece mai nulla, solo chiusure.
Di cose fatte bene, lo dico subito, non ne ho viste - prosegue Giuliana Ferrara -, salvo qualche abbellimento molto marginale del paese, ma nel concreto nulla. Normale amministrazione anche piuttosto lenta e affastellata, senza alcun tipo di programmazione, nessuna visione d’insieme.
Gli errori tanti, dalla gestione economica alle scelte di investimenti, evidenziati anche dalla Corte dei conti e dalla Magistratura. Una su tutte la transazione con Eni-Edison sul tema delle piattaforme, contenzioso Ici/Imu e Tasi su impianti estrattivi marini.
Ricordo perfettamente che all’indomani della vittoria sulle suddette piattaforme, quando il Comune di Petacciato vinse in primo grado ed ottenne il riconoscimento di circa 23 milioni di euro come corrispettivo di imposte ed interessi sul totale dei 50 milioni richiesti a Eni-Edison, mi complimentai con il sindaco perché Petacciato non soltanto avrebbe incassato una somma incredibile, ma metteva in cantiere un sogno, un’incredibile opportunità per tutti e per le future generazioni. Un sogno che, purtroppo, venne presto messo in discussione dall’ipotesi transattiva. Più volte chiedemmo in Consiglio di essere edotti sull’iter e ricordo bene che fu proprio l’assessore alle Politiche legali Del Re a freddarci con la storia della segretezza dell’iter.
La vicenda si è conclusa male, con uno sconto per le piattaforme superiore al 75% ed un incasso per il Comune, pari a circa il 25%, ovvero meno di 6 milioni di euro, a cui andava ovviamente sottratto, irragionevolmente, il compenso per l’avvocato superiore ad 1 milione e seicentomila euro. Sul punto è intervenuta la magistratura e su tutta l’operazione anche la Corte dei conti che ha paventato anche il danno erariale. Hanno distrutto un sogno ed hanno esposto la nostra comunità a un procedimento giudiziario mai visto prima. Un potenziale abuso d’ufficio, che non ha paragone, nei numeri, in tutta la regione.
Ancora: la storiaccia della discarica, la vendita fittizia ed irragionevole di un bene pubblico come la colonia marina, l’idea di un palazzetto dello sport/auditorium tanto sbandierata e mai realizzata, l’apertura del palazzo ducale con criteri regolamentari fuori dalla grazia democratica. Petacciato scalo completamente abbandonata, un Piano spiaggia mai attuato, una rotonda tanto sperata, che se realizzata, così come si evince dagli accordi, rischia di diventare un grandissimo pericolo per i pedoni, soprattutto durante la stagione estiva. Il Cea, Centro di educazione ambientale, che diventa un bene privato. Nessun investimento sulla cultura, sulla promozione del territorio, nessuna premura sull’annosa questione della frana, che con dichiarazione del sindaco appare come un fatto assolutamente non risolvibile, nonostante i 41 milioni di euro. Un paese che nelle premesse doveva diventare una piccola Svizzera che invece appare sporco e poco curato. Potremmo aggiungere altro ancora, le false aspettative sul cimitero, determine dubbie, bilanci dubbi, sulla base del riesame di legalità e regolarità finanziaria stabilito dalla Corte dei conti, e scarsa organizzazione amministrativa. Certo abbiamo un sindaco presidente del Cosib (Consorzio sviluppo industriale Valle del Biferno n.d.r.), vergognosamente bacchettato dall’Anac, Autorità nazionale anti corruzione, che ad oggi ha solo un potere di rappresentanza, ma non di firma, attività che limita tutto il Basso Molise nel suo sviluppo industriale. Arroganza politica magistrale, che noi di minoranza, insieme a tanti cittadini, abbiamo sempre lamentato e che si evince anche dalle parole di funzionari che rinunciano a lavorare nel nostro ente, perché non trovano armonia, definendone la gestione come 'un tunnel senza spiragli di luce'. Un quadro negativo e a tratti nefasto".
Invece un bilancio di quanto fatto da voi della minoranza?
"Noi abbiamo lavorato tanto – spiega la Ferrara -, abbiamo cercato di svolgere al meglio il nostro ruolo di controllo. Abbiamo fatto proposte e siamo sempre stati presenti, sia nei Consigli che nella vita comunitaria ed amministrativa. Abbiamo subìto tanti attacchi da parte della maggioranza, attacchi anche personali, ma ci siamo fatti scivolare tutto, abbiamo mantenuto la barra dritta ed abbiamo cercato di consigliare e proporre, a volte anche a muso duro. Abbiamo fatto delle denunce, chiare ed a viso aperto. La trasparenza, la correttezza, l’onestà sono sempre stati il nostro faro. Siamo stati vicini ai cittadini, abbiamo ascoltato le loro istanze, ce ne siamo fatti portavoce, soprattutto per le questioni relative al Covid. Abbiamo sostenuto le famiglie in difficoltà, chiedendo faticosamente l’istituzione dei bandi promossi dal governo. Abbiamo atteso, insieme alle attività commerciali, l’assegnazione dei contributi messi in campo dal governo Conte, contributi che, relativamente al 2020, sono arrivati solo poche settimane fa nelle tasche degli aventi diritto, spingendo, per più di un anno e mezzo, affinché pubblicassero le graduatorie comunali. Abbiamo sventato la creazione di una discarica, abbiamo bloccato il pagamento milionario verso l’avvocato delle piattaforme, per una parcella superiore a 1 milione e seicentomila euro; sul punto ci auguriamo comunque che nessuno venga condannato, ma che si intervenga per una riduzione di quel compenso, come prescritto dalla legge, cosicché quei denari possano, almeno in parte, restare nelle casse del Comune, disponibili in favore di tutta la comunità".
Quale errore ha fatto la lista guidata da Giuliana Ferrara cinque anni fa, in campagna elettorale, che non andrebbe ripetuto fra poco?
"Errori durante la campagna elettorale non ne abbiamo fatti, tutti i componenti della lista ed i sostenitori hanno lavorato con grande partecipazione. Certamente però, se si vuole raggiungere l’obiettivo, che mai come in questo caso è prioritario, visto che serpeggia un forte malcontento all’interno dell’elettorato, visto che ogni giorno veniamo avvicinati da persone che ci chiedono di unire le forze per far cambiare rotta al nostro paese, sia in funzione dell’amministrazione locale, che di quella regionale, visto che attualmente Petacciato è totalmente schiacciata sul modello fallimentare della politica regionale, è indispensabile quindi costruire un’alternativa unitaria: una sola lista che possa contrapporsi all’attuale maggioranza".
Petacciato negli ultimi 47 anni ha visto alternarsi soltanto quattro persone alla carica di sindaco. Uno in particolare è stato per ben sei legislature al potere (4+2), oggi non è più consentito fra l'altro. Poi accade che alla vigilia delle elezioni, una su tutte quella del 2007, si parli di poteri forti, benché locali, e a tratti di burattinai dietro le quinte. E' così? E' un rischio far rimanere sulla massima poltrona le stesse persone per anni e anni?
"'Poteri forti locali', mi viene da sorridere. Certamente, nel bene e nel male, dal 1975 ad oggi, Petacciato è cambiata tanto, sarebbe comunque cambiata nonostante tutto? Era ed è nel segno dei tempi? Non ci giurerei, quello che è certo è che il nostro paese non ha mai visto gestioni bizzarre come quella attuale. Un precedente discutibile e strano lo abbiamo visto solo quando, nel 2007, cadde un’amministrazione, per la prima volta nei nostri quasi cento anni di storia amministrativa. Essere sindaco di Petacciato, amministrare il proprio paese – prosegue la consigliera di minoranza -, dovrebbe costituire un onore grande, questo lo dicemmo anche al sindaco durante la prima assise, significa avere tra le mani un grande potere di scelta, ma 'da un grande potere derivano grandi responsabilità', significa organizzare il destino di una comunità, bisogna ponderare ogni azione, chiedendo la massima convergenza sulle scelte, cosa che noi non abbiamo visto fare, negli ultimi cinque anni. Ripeto, l’attuale maggioranza ha distrutto un sogno grande, per noi, per i nostri figli, con quell’assurda transazione Eni-Edison e per me, per la mia squadra, questo è un fatto imperdonabile.
Il rischio che l’attuale sindaco possa governare per altri dieci anni, visto che il Senato ha approvato il disegno di legge che consente ai primi cittadini dei Comuni che hanno meno di 5mila abitanti di elevare a tre i mandati consecutivi, è grande e grave. Gli attori dell’attuale maggioranza, con a capo il sindaco Di Pardo, hanno già dimostrato di che pasta sono fatti e tanto basta per avere chiara l’idea di che bizzarro futuro hanno in mente, per Petacciato. Certamente potrebbero crearsi poteri forti locali, un rischio questo che comunque mi spaventa meno, rispetto alle occasioni importanti che il nostro paese potrebbe perdere, a causa della loro gestione. Una gestione che non ci stancheremo mai di ripetere, parte dal presupposto del vivere alla giornata, senza alcuna prospettiva. Questo è un fatto grave, una politica povera e cieca, che non investe sul futuro, che non ha a cuore il territorio, che non pensa alle future generazioni. Questa è l’immagine plastica di un’amministrazione dell’ hic et nunc (qui e ora n.d.r.)".
Si ricandiderà per le comunali di giugno Giuliana Ferrara? State lavorando a una lista e pensate si possa sconfiggere Roberto Di Pardo che sicuramente tenterà il bis?
"Stiamo lavorando ad un’alternativa forte e credibile. In questi cinque anni abbiamo sviluppato un progetto importante per il paese che abbiamo voluto affidare alla comunità perché prendesse vita e diventasse sempre più vigoroso, in modo da coinvolgere una più ampia platea all’interno del cammino fatto e dell’obiettivo da raggiungere. Se ci sarà convergenza sui punti e sul tema, la mia squadra sarà presente, per contribuire a mandare a casa il peggiore gruppo di governo della storia di Petacciato".