"Un pezzo di storia montenerese racchiuso in centinaia di locandine"

Leo Benedetto racconta la lunga esperienza nell'organizzazione di eventi ricreativi, ma anche concorsi di poesia e rassegne di cinema. E dice anche la sua sul declino del passeggio in centro

Rossano D'Antonio
04/03/2022
Attualità
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MONTENERO DI BISACCIA. A chi ha fatto dare i primi calci al pallone, ad altri, tanti, li ha fatti divertire d'estate e non solo, spesso con serate non d'élite, come le chiama lui, ma capaci di riempire le piazze. Leo Benedetto, cinquanta anni, si racconta a Monteneronotizie e la sua è una testimonianza che cela e preserva una parte di storia locale. Tant'è che l'idea di questa intervista è nata dopo la pubblicazione sui social delle vecchie locandine di trenta anni fa. C'è un passato da ricordare e di cui tenere conto anche negli avvenimenti spensierati. Ma al tempo stesso Benedetto non è stato solo il mattatore di tornei e corride, perché ha nel suo palmares teatro dialettale, concorsi di poesie e altro. Non resta che lasciargli la parola.
Partiamo dall'inizio, quando e come hai organizzato il primo evento a Montenero?
"Avevo quattordici anni ed ero solito giocare al campetto Belvedere. All'epoca eravamo in tanti e si facevano squadre da quattro giocatori, con la regola di 'chi perd aiesce' (chi perde esce dal gioco n.d.r.). Allora provai ad organizzare un torneo con altri quindici amici, dove si sceglievano i giocatori 'a lu tucc' (con la conta n.d.r.) e con la regola del girone all'italiana, ogni squadra giocava contro le altre tre e chi vinceva il torneo non pagava la pizza più lattina presso la pizzeria 'Fonzie' di Franco, alla discesa di via Ugo Foscolo. Dopo pochi mesi, vidi un dj ad una festa di diciotto anni e decisi di cominciare a mettere i dischi alle feste dei neo maggiorenni (molto in voga a metà anni '80 fino alla metà degli anni '90)".

E diciamo che dopo quel primo evento ci hai fatto il dente... quando hai cominciato a organizzarli regolarmente, insomma quando sei diventato un riferimento fisso nelle estati monteneresi?
"Dall'86 al 2004 oltre ad organizzare le feste di compleanno (circa un centinaio, portavo impianto, consolle e luci psichedeliche), organizzai diverse manifestazioni, come calcetti, calcio splash, veglioni dance di fine anno o di Carnevale, tornei di tressette, ma solo uno o due all'anno. Ma nel 2005, durante le elezioni, Giuseppe Di Pinto detto Cuccu, mi disse che se avesse vinto lui, avrei dovuto impegnarmi a fare più cose. E fu così che nel 2006 portai in piazza persone comuni a raccontare barzellette, oltre che un torneo di calcetto, uno di tressette. Da lì in poi ogni estate mi capitava di organizzare dieci-dodici eventi, di cui parecchi con un'inaspettata fiumana di gente".

La golden era, chiamiamola così, dell'Estate montenerese. Ma non hai organizzato solo eventi sportivo-ricreativi, vero?
"Nell'estate 2005 andai in vacanza a Messina, dove assistetti alle prove di una commedia teatrale scritta, diretta e musicata dal genio di mio cugino Andrea Benedetto, all'epoca diciottenne, che mi diede la spinta a fondare il gruppo teatrale Sipario Bisaccia, che partì proprio nel settembre di quell'anno insieme al grande amico Marco Sacchetti. Subito dopo aderì al progetto anche Marlyn Irace e insieme scrivemmo la prima opera teatrale da un mio soggetto dal titolo 'Na taccarat a li dind' (una bella botta sui denti n.d.r.). Subito dopo arrivò Tonino Miri, la nostra punta di diamante, e man mano si aggiunsero gli altri. Dopo un paio di anni, decisi di provare ad organizzare un concorso di poesie dedicato alla memoria di Emilio Paterno, dato che anche a me piaceva e piace scrivere in versi. Funzionò bene e lo riproposi altre tre volte. Sempre in quel periodo, insieme a Marcello e Lorenzo Di Stefano sfruttammo la sala polifunzionale della biblioteca, proiettando decine di film, a titolo gratuito, tra d'essai e cartoni animati, finalizzati all'adozione a distanza".
Poi gli eventi organizzati da Leo Benedetto diminuirono in numero. Finiva la golden era solo per te o per l'Estate montenerese in generale, visto che anche la presenza di persone in piazza calava?
"Nel 2007 organizzai la Corrida, poi portai insieme a Nicola Ronzitti il calcio balilla umano, infine con Marcello di Stefano provammo a organizzare il Palio dei quartieri con i giochi di una volta (tiro alla fune, carriola, corsa coi sacchi ecc...). Ma siccome l'adesione non fu eccellente, avanzarono diversi prosciutti, ventricina, salsicce e formaggi, allora decisi di sfruttarli per fare una specie di festa di quartiere gratis alla Valentina: col mio proiettore vedemmo la partita Italia-Francia. Da lì in poi proposi di farlo negli anni successivi oltre che alla stessa Valentina, anche alle Coste e al Tufarillo... Con ottimi risultati, i collaboratori erano eccezionali e i clienti che pagavano volentieri soli 5 euro il menù erano tanti e soddisfatti. Diciamo che fino al 2015, il calendario dell'Estate montenerese era fitto di appuntamenti, in molti dei quali c'ero anche io, poi sono cambiate diverse cose, il contributo diventava sempre più esiguo ed iniziava a volerci molta burocrazia. Purtroppo come me anche altre organizzazioni e associazioni ebbero la stessa reazione e quindi si persero le manifestazioni minori ad appannaggio di quelle d'élite, ma voglio sottolineare che le manifestazioni minori portavano in piazza dalle 500 alle 1500 persone e non sempre trovavamo quel numero con artisti famosi e strapagati. Iniziò il declino del passeggio della piazza e, senza rendercene conto, si è spopolata anche l'estate".
In quegli anni l'amministrazione comunale puntava molto sulla Notte fucsia, evento considerato clou e più pubblicizzato di altri, comunicati ufficiali ecc. E' esagerato dire che il Comune, così facendo, si sia messo in competizione con gli altri organizzatori locali? C'erano gli estremi per parlare di una sorta di concorrenza se non sleale almeno poco opportuna?
"Uno degli errori è stato proprio spendere diverse migliaia di euro per una sola serata, cercando di trattare a mo' di mercanti con le risorse locali, come ad esempio fecero con me. Io so di non aver fatto nulla di speciale, poiché da operaio metalmeccanico quale sono, ho semplicemente messo a disposizione della cittadinanza due mie prerogative: la faccia tosta e la determinazione insegnatami da mio padre: 'Fije mì, se cuminz na cos, l'ada finí!' (figlio mio, se cominci una cosa devi finirla n.d.r.). E nel corso degli anni mi sono arrangiato a scrivere, recitare, fare il regista, utilizzare il mixer, fare le telecronache, formulare calendari, preparare copioni, locandine, parlare al microfono ed un centinaio di altre cose, e con una punta di orgoglio, vedendo le foto degli spettatori e dei partecipanti di quegli anni, devo riconoscere di aver fatto tante belle cose. Naturalmente, per organizzare serate importanti ci vogliono parecchi soldi, che venivano in parte dal Comune e in parte dagli sponsor che a me non sono mai mancati; ma quando si comincia a trattare come i mercanti, facendoti capire che potresti anche fare a meno, a quel punto passa la voglia, almeno a me è successo questo. L'anno scorso due amici dell'attuale maggioranza, hanno solleticato il mio ego, chiedendomi di fare una bella serata di piazza, sono riuscito con venti amici miei fisarmonicisti a fare un evento eccezionale, che credo abbia avuto anche il record di spettatori nell’estate 2021, ricordando che il Covid la faceva da padrone".
Dicevi che si è smesso di passeggiare in centro e questo ha influito negativamente anche sull'Estate montenerese. Perché secondo te la piazza ha smesso di essere il fulcro della vita cittadina, perché oggi è deserta (non solo qui) e prima invece affollata nelle domeniche e nelle sere d'estate, indipendentemente dalla presenza di eventi?
"Non sapremo mai la verità, ma credo che paradossalmente la golden era abbia potuto influire negativamente, nel senso che siccome c'era sempre qualcosa la gente alla fine si è stufata".
Ma c'è un'altra corrente di pensiero, qualche volta con eccessi di qualunquismo, secondo cui non c'è nessuno d'estate perché non ci sono eventi. Si rischia di rimanere intrappolati nel dilemma della primigenia dell'uovo o della gallina?
"È possibile, ma ricordo che ultimamente anche se c'era qualche serata il numero degli spettatori era esiguo, quindi non è detto che se ci sia qualcosa poi la gente esca di casa.”
C'è un evento fatto in passato, anche se non organizzato da te, che ti piacerebbe proporre un giorno a Montenero?
"Mi vengono in mente tantissimi eventi, molti meravigliosi, ma quello che vorrei riproporre probabilmente è il Palio di quartieri, perché non ha avuto gran successo! Mi mancano due serate che mi piacerebbe un giorno presentare: 'Ok il prezzo è giusto!', con prodotti locali, spiegazioni nel dettaglio di usi e costumi del territorio; e una 'Serata di magia'".
Posto che organizzerai e presenterai serate per altri cinquanta anni almeno, cosa consiglieresti a un giovane che si affaccia al mondo degli eventi oggi?
"Premesso che ho già dato un grande contributo a diversi ragazzi negli ultimi anni, direi tre cose: godersi appieno la gioia di creare qualcosa per gli altri, non pensare assolutamente ai soldi, l'importante è andare almeno pari, infine non dare peso alle critiche. Di solito sono mosse da chi non ha neanche provato ad organizzare una scampagnata il 15 di agosto. In cuor mio mi auguro che a qualcuno venga l’entusiasmo che mi accompagnato per tutta la mia vita!".
Ultima domanda, dopo tanti anni e tante locandine, scorrendole c'è un bel po' di storia artigianal-commerciale montenerese in esse, nel senso di attività che con le loro offerte hanno contribuito e contribuiscono alla vivacità sociale e culturale del paese.
“Infatti poco tempo fa, ho raccolto 150 locandine di manifestazioni da me organizzate, tante altre purtroppo sono andate perse, e riguardandole mi sono ricordato delle tantissime attività che nel corso degli anni hanno chiuso, cambiato nome o addirittura proprietario. Montenero tra gli anni ‘90 e 2000 ha avuto moltissime attività importanti e che mi hanno reso orgoglioso di essere montenerese… veniva la gente da fuori! Pazzesco! A loro rimarrà per sempre il mio più grande grazie, perché soprattutto grazie al loro contributo ho potuto migliorare ogni esperienza.”

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