La mascherina all'aperto va indossata anche in campagna?

La sindaca indica con un "soprattutto" quando indossare la protezione facciale, ma nell'ordinanza va cercato (e capito) il riferimento alla normativa nazionale. Confusione in vista?

Rossano D'Antonio
17/12/2021
Cronaca
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MONTENERO DI BISACCIA. Si potrà seminare il grano andando sul trattore non cabinato senza mascherina? Per quanto possa far sorridere, la domanda non è fuori luogo come può sembrare, soprattutto dopo un autunno piovoso come non si vedeva da chissà quanti decenni e che, per questo, ha impedito la semina alla quasi totalità degli addetti ai lavori. E poi, l'obbligo della mascherina all'aperto vale anche se si è soli? E su tutto il territorio comunale cosa significa, dal momento che Montenero si estende da Pontone Macchiuzzo a Padula, da 300 metri sul livello del mare a zero per 9300 ettari, vale a dire uno e mezzo per ogni abitante?
Vale la pena di procedere con ordine, anzi partendo da un'ordinanza.
Porta infatti il numero 49 quella con cui la sindaca Simona Contucci, a causa dell'aumento di contagi da Covid, obbliga "a indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie presso l'intero territorio comunale, a decorrere da sabato 18 dicembre 2021 e fino a domenica 9 gennaio 2022". Il periodo coincide con le feste natalizie, che la Contucci si augura di far trascorrere più tranquillamente con l'ordinanza in oggetto. Ma la mascherina va indossata sempre, anche se si è da soli in un terreno della sterminata campagna montenerese, anche sul trattore durante l'imminente semina?
Pare che non sia così e in questo, va detto, la sindaca bassomolisana si è distinta dagli omologhi d'oltre Trigno di San Salvo e Vasto, che ieri hanno annunciato analogo obbligo senza specificare nulla. Esponendosi in tal modo anche a sarcastici commenti sui social.
Difatti Simona Contucci precisa nel comunicato, ma non nell'ordinanza, che "va usato il buonsenso e che tale obbligo va rispettato soprattutto nelle situazioni in cui si verificano assembramenti o, comunque, dove si trovano più persone a distanza ravvicinata". Una sorta di interpretazione autentica, in sintesi, che indica quando usare la mascherina. Ma quel "soprattutto" cosa significa? Che se si è in campagna si può scegliere? Che è facoltativa quando non vi sono esseri umani nel raggio di chilometri? E in caso di contestazione da parte delle forze dell'ordine cosa conta, l'interpretazione o il testo dell'ordinanza? Oppure ogni singolo cittadino dovrebbe far ricorso alla prima voce del documento, che riprende la normativa nazionale: "viste (…) ulteriori disposizioni attuative del decreto legge 25 marzo 2020 n. 19 (…) che (...) consente di non indossare il dispositivo di protezione delle vie respiratorie quando, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantito in modo continuativo l'isolamento da persone non conviventi". Tradotto dal burocratese, se si riesce a stare lontano dagli altri non è mai stato obbligatorio indossare la mascherina all'aperto.
Ma rebus sic stantibus, se conta la norma nazionale, perché quasi nasconderla come hanno fatto anche i colleghi d'oltre Trigno fra le pieghe burocratico-digitali di un'ordinanza? E' stato un copia-incolla? Perché non indicarlo chiaramente nella voce "ordina", evidentemente quella più letta e più facilmente comprensibile da chiunque? Misteri della burocrazia e dell'esercizio della potestà sindacale. Con o senza mascherina, infine, l'importante è che la semina avvenga.
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